Banca d'Italia: "Da aprile a maggio il debito pubblico è calato di 10 miliardi di euro"
Un dato incoraggiante, ma rispetto a maggio 2024, quando il debito era di circa 3mila miliardi, oggi siamo a quasi 130 miliardi in più

Una boccata d’ossigeno per i conti pubblici italiani arriva dai dati diffusi dalla Banca d’Italia che certificano un calo del debito pubblico nel mese di maggio 2025, rispetto al precedente. Ma la cifra nel 2024 era molto più contenuta.
Debito pubblico in calo da aprile a maggio
Nel mese di maggio, il debito pubblico è diminuito di 10 miliardi di euro, arrivando a 3.053,5 miliardi. Nel comunicarlo, la Banca d’Italia sottolinea come questo miglioramento sia dovuto soprattutto alla riduzione delle riserve di cassa del Tesoro, i soldi tenuti da parte per le spese dello Stato.
Ad aprile, il Tesoro aveva circa 69,4 miliardi in cassa, mentre a fine maggio la cifra è scesa a 46,2 miliardi. Questa diminuzione ha permesso di coprire altre uscite, tra cui il fabbisogno di spesa dello Stato (cioè la differenza tra quanto entra e quanto esce), che nel mese è aumentato di 12,1 miliardi.
+130 miliardi rispetto al 2024
Si tratta quindi di un piccolo passo avanti, frutto di una gestione più attenta delle spese e del ricorso limitato a nuovi prestiti. Tuttavia, se si guarda allo stesso periodo dell’anno scorso, il quadro resta preoccupante.
Rispetto a maggio 2024, quando il debito era di 2.924,6 miliardi, oggi siamo a quasi 130 miliardi in più.
Crescono le entrate fiscali
Un segnale positivo arriva dalle entrate fiscali, le somme raccolte dallo Stato attraverso le tasse. Nei primi cinque mesi del 2025, lo Stato ha incassato 213,5 miliardi di euro, con un aumento di 6,8 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2024, pari al +3,3%.
Secondo i dati del Ministero dell’Economia, che calcola queste cifre in modo leggermente diverso, la somma arriva a 217,1 miliardi, tenendo conto sia delle imposte dirette (come l’IRPEF) sia di quelle indirette (come l’IVA).
Buona notizia, ma serve prudenza
Il calo del debito è un buon segnale, ma va letto con attenzione. Non si tratta di una riduzione strutturale, ma di un effetto legato soprattutto alla gestione del denaro disponibile.
Inoltre, le altre voci della spesa pubblica – come le uscite degli enti locali e delle pensioni – sono rimaste sostanzialmente stabili. L’aumento del debito rispetto all’anno scorso, inoltre, mostra che la situazione resta delicata e servono politiche prudenti per evitare che il debito cresca ancora.
Anche se le entrate fiscali sono in crescita, sarà fondamentale continuare a gestire bene la spesa pubblica e sostenere l’economia.