Regionali

Toscana, Schlein e Giani faccia a faccia per 4 ore. Il governatore: "Nessun passo indietro"

Se il Centrodestra ha le sue gatte da pelare, anche l'opposizione affronta tensioni interne significative

Toscana, Schlein e Giani faccia a faccia per 4 ore. Il governatore: "Nessun passo indietro"
Pubblicato:
Aggiornato:

Negli ambienti manageriali, ma lo pensano in molti anche nel mondo della politica, c'è la convinzione che le riunioni, i faccia a faccia più "efficaci" debbano durare al massimo un quarto d'ora.

Eppure in questi giorni tra il segretario nazionale del Pd Elly Schlein e il governatore della Toscana, Eugenio Giani, non è andata così.

Perché per trovare la quadra, per scongiurare altre fughe in avanti e soprattutto clamorose rotture (non di scatole, ma politiche) ci sono volute ben quattro ore.

Giani torna nei ranghi: tregua armata nel Pd, ma la partita non è chiusa

E non sono state certo una "passeggiata di salute", nonostante il presumile supporto dell'aria condizionata e di qualche gradevole bevanda fredda, se non addirittura un buon sostegno attraverso il ricorso a integratori di sali minerali.

Ma almeno, quattro ore di confronto serrato al Nazareno (la sede nazionale del Pd a Roma) sono servite a chiarire una cosa: Eugenio Giani resta, almeno per ora, il candidato più probabile del Centrosinistra per le Regionali in Toscana.

Elly Schlein, segretario Pd ed Eugenio Giani, governatore della Toscana

Ma non avrà né carta bianca, né pieni poteri. (Se) Lo sarà, sarà nel solco della linea dettata da Elly Schlein e dalla dirigenza del Partito Democratico, non più in ordine sparso come accaduto nelle ultime settimane e non più con quella autonomia amministrativa e di indirizzo politico tanto cara, tanto per fare un esempio, all'altro governatore dem (in Campania), Vincenzo De Luca.

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca

L'incontro "fiume", la fumata (quasi) bianca, ma quante tensioni

L'incontro, alla fine descritto da tutti come "positivo" e "costruttivo", secondo le indiscrezioni raccolte è stato però tutt'altro che privo di tensioni.

Giani ha lamentato la sensazione di essere stato lasciato solo davanti ai rumors su una possibile sostituzione, mentre la segretaria del Pd — affiancata dal responsabile Organizzazione Igor Taruffi, dal segretario regionale Emiliano Fossi e dal deputato Marco Furfaro — ha puntato il dito contro le manovre poco trasparenti che avrebbero attivato la mobilitazione di sindaci e iscritti a favore della sua ricandidatura.

Igor Taruffi responsabile Organizzazione PD

In buona sostanza, quanto da ormai qualche anno viene imputato a De Luca (ma in fondo anche a Zaia in Veneto, nel Centrodestra e nella Lega), ovvero di aver lavorato molto anche per crearsi un "tesoretto" di consenso personale-amministrativo, più che politico e strettamente legato alla "casacca" o all'etichetta di partito.

Quando più che le parole contano le facce

Ecco perché alla fine di questa riunione maratona, più che i comunicati ufficiali, hanno parlato le immagini: all’uscita dalla sede Pd, Giani è stato accompagnato sottobraccio da Taruffi, che ha fatto da filtro tra lui e i giornalisti.

Una sorta di accompagnamento silenzioso che ha voluto comunicare una cosa: d’ora in avanti si segue la linea condivisa, niente uscite solitarie.

Un aspetto non da poco, perché un altro appunto che è stato fatto al governatore circa la sua gestione del quotidiano è stato anche quello legato alla sua ormai consolidata "disinvoltura" davanti a telecamere, microfoni dei media, in particolare lanciandosi in "uscite" politiche non concordate.

Allineato (forse), ma nessun passo indietro

Pur visibilmente in imbarazzo, Giani ha ribadito la sua disponibilità a candidarsi, rivendicando la legittimità della propria proposta ma, al tempo stesso, dichiarando di affidarsi alla segreteria nazionale.

Ma quando gli è stato chiesto se fosse disposto a fare un passo indietro, ha risposto con un secco:

"Ma che passo indietro!".

In sostanza, ha dovuto giustificare le sue mosse precedenti, che avevano dato l’impressione di voler anticipare o addirittura "scavallare" le scelte del partito.

Ora, con un profilo più basso, il presidente uscente spera di ottenere l’investitura ufficiale entro pochi giorni, probabilmente tramite una mozione unitaria dell’assemblea regionale dem.

Puzzle ricomposto per evitare di far saltare il banco

Questo passaggio permetterebbe alla segreteria di Schlein di rimettere ordine e rafforzare la posizione negoziale al tavolo del campo largo, in particolare nei confronti del Movimento 5 Stelle.

Del resto i pentastellati hanno già provato proprio in queste ore a far saltare il banco o per lo meno a "lanciare il sasso".

Come ad esempio attraverso le esternazioni del deputato Francesco Silvestri che ha ribadito:

Francesco Silvestri deputato del M5S

"Un bis di Giani non è la soluzione migliore. Ma, in mancanza di alternative convincenti, rimane l’opzione più praticabile".

Il pressing del M5S, la difesa del Pd

Ecco perché Schlein si è subito affrettata ad aggiornare dello stato dell'arte Giuseppe Conte, parlando anche di contenuti programmatici e della necessità di dare segnali concreti di rinnovamento.

conte schlein
Giuseppe Conte ed Elly Schlein

Una condizione quest'ultima che è considerata come la leva chiave per convincere i 5 Stelle a convergere su un candidato condiviso, senza esternare dubbi, polemiche.

Tanto è vero che in pubblico, la leader dem si è limitata a sottolineare l’impegno del partito per costruire "le alleanze più competitive per battere le destre".

I prossimi passi per restare al Governo della Toscana

Agli occhi osservatori politici e degli addetti ai lavori il confronto di quattro ore al Nazareno avrebbe dunque partorito un’unità ritrovata, ma probabilmente fragile.

Il Pd toscano porterà avanti la costruzione della lista e della futura Giunta, con un occhio alle istanze riformiste e la probabile presenza di una lista civica vicina a Giani.

L’obiettivo è chiaro e molto pragmatico: comporre un mosaico che tenga insieme tutte le anime della coalizione.

Secondo radio Tam Tam si va dunque verso una soluzione di compromesso, al momento utile a tutti, di sicuro utile a salvare faccia e strategia.

Ma, sempre dai corridoi del Nazareno, il messaggio lanciato sembra essere stato chiaro e probabilmente non verrà ripetuto due volte: servirà "disciplina di partito" da qui in avanti, il prossimo scivolone potrebbe costare caro e i protagonisti ne pagheranno le conseguenze.