Sicurezza in acqua, i consigli per prevenire gli incidenti
Più di 330 persone muoiono in media ogni anno e il 12% ha meno di 18 anni

Sicurezza in acqua, i consigli per prevenire gli incidenti. Più di metà degli annegamenti in piscina riguarda i bambini fino a 12 anni, e in generale delle circa 330 persone che muoiono in media ogni anno per questo motivo il 12% ha meno di 18 anni. Lo sottolinea il secondo rapporto dell’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione. In previsione delle vacanze estive, periodo durante il quale si registra il picco di incidenti, l’Istituto Superiore di Sanità lancia insieme a nove Regioni i consigli per i genitori, che in molti casi commettono errori nella sorveglianza basandosi su false convinzioni.
Sicurezza in acqua: i consigli
Durante la stagione estiva, è perciò fondamentale, per chi va al mare, al lago o in piscina seguire alcuni consigli per prevenire gli annegamenti. Ecco i consigli principali:
- Immergersi preferibilmente in acque sorvegliate dove è presente personale qualificato in grado di intervenire in caso di emergenza.
- Evitare di immergersi in caso di mare mosso o in prossimità di specchi d'acqua dove sono presenti correnti di ritorno. È essenziale essere consapevoli delle condizioni del mare prima di immergersi.
- Osservare attentamente la segnaletica e seguire le indicazioni dei sorveglianti. Questo può aiutare a identificare zone pericolose e comportamenti da evitare.
- Sorvegliare sempre in maniera continuata i bambini in acqua o in prossimità di un qualsiasi specchio d’acqua soprattutto nelle piscine domestiche o private
Altri suggerimenti utili
- Educare i bambini all'acquaticità fin da piccoli. Insegnare loro a nuotare e a comportarsi in acqua in modo sicuro può ridurre in maniera significativa il rischio di incidenti.
- Evitare di tuffarsi in acqua repentinamente dopo aver mangiato o dopo un'esposizione prolungata al sole.
- Evitare tuffi da scogliere o in zone non protette e prestare attenzione a immergersi solo in acque di profondità adeguata.
Errori e false credenze
Tra i media è frequente la locuzione “il bambino/a è “sfuggito/a” al genitore, che lo ha perso di vista per pochi istanti. Una delle cause più comuni di annegamento infantile è proprio la mancata o inadeguata supervisione da parte degli adulti. In uno studio riportato nel rapporto questi ammettevano, mentre sorvegliavano il loro bambino vicino all’acqua, di aver parlato con altri (38%), di dover sorvegliare un altro bambino, di essere occupati a leggere (18%), di mangiare (17%) e/o di parlare al telefono (11%). Tra i genitori di bambini tra 0 e 12 anni quasi la metà (48%) credeva che avrebbero sentito rumori e schizzi o piangere il loro bambino, se si fosse trovato in difficoltà in acqua. Inoltre il 56% credeva che un bagnino, se presente, fosse la persona principale responsabile della supervisione del proprio bambino.