NESSUNA ROTTURA

Trump: "Deluso da Putin, ma non ho ancora chiuso con lui"

Trump ha anche ricalibrato la sua posizione sulla Nato, definendola “non più obsoleta” grazie alla sua stessa pressione sugli alleati

Trump: "Deluso da Putin, ma non ho ancora chiuso con lui"
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Donald Trump è tornato della guerra in Ucraina e del suo rapporto con Vladimir Putin. In una lunga intervista telefonica concessa alla BBC, il presidente americano ha dichiarato apertamente la propria frustrazione nei confronti del leader del Cremlino per la prosecuzione del conflitto, definito da Trump stesso “un bagno di sangue”. Ma, allo stesso tempo, ha escluso una rottura definitiva:

“Abbiamo fatto un accordo quattro volte, poi torni a casa e vedi che hanno appena attaccato una casa di cura a Kiev. E allora, che diavolo a cosa diavolo è servito tutto questo?”, ha sbottato.

Il leader statunitense ha anche rivelato di aver avuto “una grande conversazione” con Putin, in cui avrebbe intravisto uno spiraglio per la fine del conflitto.

“Gli ho detto: ‘Penso che siamo pronti a chiuderla’. E poi lui ha tirato giù un palazzo a Kiev”. Una dinamica che sembra ripetersi: “Faremo una bella conversazione, poi lui bombarda una città”.

Il balletto delle relazioni con Mosca

Eppure, nonostante le nuove minacce, le sanzioni in arrivo e i colloqui con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con cui ha avuto una telefonata definita “molto produttiva”, Trump continua a mantenere aperto uno spiraglio con il Cremlino. “Per essere sincero, non mi fido quasi di nessuno”, ha detto, lasciando intendere che, pur con delusione, mantiene una porta aperta.

Una posizione che ha suscitato l'ilarità e il sarcasmo della propaganda russa: i media governativi lo hanno ritratto mentre spara bolle di sapone. A rincarare la dose è stato l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, oggi vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, che su X ha bollato l’ultimatum di Trump come “teatrale” e privo di rilevanza per Mosca.

Trump e Putin nel 2018

Sul fronte della guerra, secondo quanto riportato dal Washington Post, Trump starebbe valutando la possibilità di inviare missili Tomahawk all’Ucraina, capaci di colpire Mosca e San Pietroburgo. Una mossa che aumenterebbe la pressione militare su Putin, in parallelo a quella economica: il presidente USA avrebbe lanciato un ultimatum di 50 giorni a Mosca per porre fine agli attacchi, pena dazi del 100% sulle esportazioni russe.

Nell’attesa, Washington potrebbe autorizzare l’utilizzo degli ATACMS a lungo raggio già presenti in Ucraina alla loro massima gittata di 300 km, consentendo a Kiev di colpire in profondità basi e infrastrutture militari russe.

La Nato “non è più obsoleta”

Trump ha anche ricalibrato la sua posizione sulla Nato, definendola “non più obsoleta” grazie alla sua stessa pressione sugli alleati. “Ora ciascuno paga i suoi conti”, ha detto, rivendicando un ruolo centrale nel rafforzamento dell’Alleanza. Sul contestato Articolo 5, relativo alla difesa collettiva, ha dichiarato: “Sì, penso che vada bene”.

Durante l’ultimo vertice Nato, ha raccontato, ha percepito un “rispetto” sincero da parte dei leader europei, incluso il nuovo premier britannico Keir Starmer, con cui Trump si dice entusiasta di collaborare: “Mi piace davvero, anche se è un liberal”.