record culturale tricolore

Le Domus de Janas entrano nell’Unesco: la Sardegna racconta 4.000 anni di storia

L’Italia raggiunge il primato di 61 siti Patrimonio Mondiale: riconosciuto il valore unico delle sepolture preistoriche sarde

Le Domus de Janas entrano nell’Unesco: la Sardegna racconta 4.000 anni di storia
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Con l’iscrizione ufficiale delle “Domus de Janas” nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, l’Italia si conferma ancora una volta leader nella tutela culturale, raggiungendo il record assoluto di 61 siti riconosciuti dall’Unesco, il più alto al mondo. La decisione è stata presa durante la 47ª sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Parigi.

Le Domus de Janas entrano nell’Unesco

Queste antiche tombe scavate nella roccia, il cui nome significa letteralmente “case delle fate”, sono tra le più significative testimonianze della Preistoria mediterranea. La candidatura – con il titolo “Tradizioni funerarie nella Preistoria della Sardegna: le domus de janas” – è stata premiata per l’Eccezionale Valore Universale delle strutture, che illustrano le pratiche religiose, le credenze sull’aldilà e l’evoluzione sociale delle comunità neolitiche sarde.

Un patrimonio diffuso su tutta l’isola

Il sito seriale comprende numerosi complessi funerari distribuiti sull’intero territorio sardo, in particolare nella zona centro-settentrionale dell’isola. Le domus de janas, spesso organizzate in necropoli associate a villaggi e luoghi di culto, sono databili al Neolitico Medio I (V millennio a.C.) e mostrano un uso continuato nei secoli successivi, fino all’alba della civiltà nuragica.

Caratterizzate da pianta articolata e decorazioni simboliche, queste tombe rappresentano la più vasta manifestazione di architettura funeraria ipogea nel Mediterraneo occidentale. Alcune furono anche ristrutturate o riutilizzate nel tempo, a dimostrazione della loro importanza e continuità culturale.

Un riconoscimento frutto di una lunga collaborazione

La candidatura è stata promossa dall’Associazione CeSIM Sardegna e dalla Rete dei Comuni delle domus de janas, con il Comune di Alghero come ente capofila. È stata sostenuta dalla Regione Sardegna anche dal punto di vista finanziario. Il percorso è stato coordinato dall’Ufficio Unesco del Ministero della Cultura, con la collaborazione delle Soprintendenze di Cagliari e Sassari, della Direzione Regionale Musei e del Segretariato regionale.

Fondamentale anche il supporto del Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione Internazionale e della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unesco.

Il riconoscimento non solo rafforza il primato italiano in campo culturale, ma premia il lavoro congiunto di istituzioni e comunità locali nella valorizzazione del patrimonio storico, riaffermando l’importanza delle culture scomparse e delle loro tracce ancora vive nel paesaggio sardo.