contro le sanzioni usa

Artisti, musicisti, attori, filosofi: la cultura italiana fa quadrato intorno a Francesca Albanese

La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, è finita nel mirino degli Stati Uniti

Artisti, musicisti, attori, filosofi: la cultura italiana fa quadrato intorno a Francesca Albanese
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Il mondo della cultura italiana si è mobilitato in difesa di Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, recentemente colpita da sanzioni da parte degli Stati Uniti.

L’iniziativa nasce da Tlon, il progetto culturale fondato da Andrea Colamedici e Maura Gancitano, che ha promosso una lettera aperta in solidarietà con Albanese e con la popolazione di Gaza, duramente colpita da mesi di conflitto.

Le ragioni della protesta

Il 9 luglio 2025, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato sanzioni contro Francesca Albanese, accusandola di ostilità nei confronti di Israele per aver documentato, attraverso il suo ruolo istituzionale, la drammatica situazione nei territori palestinesi. Le misure restrittive sono state interpretate come un atto politico teso a delegittimare il lavoro delle Nazioni Unite e a oscurare la portata delle violazioni umanitarie in corso nella Striscia di Gaza.

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Il segretario di Stato Marco Rubio

Nel suo report ufficiale, dal titolo "From Economy of Occupation to Economy of Genocide", Albanese ha denunciato un sistema economico che trae profitto dall’occupazione militare, individuando 48 multinazionali coinvolte nel mantenimento e nello sfruttamento del conflitto, tra interessi militari, infrastrutturali e tecnologici.

Le firme del mondo culturale

Alla lettera aperta hanno aderito alcune delle più autorevoli voci della cultura italiana, dimostrando un fronte comune e trasversale a favore dei diritti umani. Fra i primi firmatari figurano attori e attrici di primo piano come Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Valeria Golino, Luca Zingaretti, Valerio Mastandrea e Claudio Santamaria.

A sostegno dell’appello anche figure di spicco della cultura e del giornalismo come Serena Dandini, Lella Costa, Alessandro Bergonzoni, lo storico dell’arte Tomaso Montanari, la scrittrice Lidia Ravera, e numerosi rappresentanti della scena musicale contemporanea tra cui Marracash, Francesca Michielin, Cosmo e La Rappresentante di Lista.

Un appello alle istituzioni italiane

Nel documento, si accusa apertamente il governo statunitense di voler distrarre l’opinione pubblica internazionale dalla crisi umanitaria in atto, dove, secondo dati riportati, oltre 60.000 palestinesi hanno perso la vita, più della metà donne e bambini.

Artisti, musicisti, attori, filosofi: la cultura italiana fa quadrato intorno a Francesca Albanese
Gaza, richieste di aiuto

"La scelta di sanzionare chi documenta le violazioni dei diritti umani – si legge nella lettera – rappresenta un pericoloso precedente. Il silenzio su Gaza è complicità".

Gli autori dell'appello si rivolgono direttamente alle più alte cariche dello Stato italiano: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. La richiesta è chiara: difendere pubblicamente e politicamente Francesca Albanese, cittadina italiana che ha operato nel rispetto del suo mandato internazionale.

Artisti, musicisti, attori, filosofi: la cultura italiana fa quadrato intorno a Francesca Albanese
Francesca Albanese

Inoltre, si chiede al Parlamento italiano di approvare una mozione unitaria per garantire protezione diplomatica alla Relatrice ONU, riaffermando così l’autonomia e la dignità delle istituzioni internazionali.

Un appello alla coscienza collettiva

Il testo integrale della lettera:

"Noi sottoscritti,

intellettuali, artisti e artiste, scrittori e scrittrici, cittadini e cittadine impegnati nella difesa dei diritti umani e della giustizia internazionale, esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per le sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro la Dottoressa Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967.

Le sanzioni annunciate il 9 luglio 2025 dal Segretario di Stato americano Marco Rubio rappresentano un tentativo esplicito di distogliere l’attenzione mondiale dalla catastrofe umanitaria in corso a Gaza. Mentre si cerca di silenziare chi documenta questa tragedia, oltre 60.000 palestinesi hanno perso la vita, di cui più della metà donne e bambini. Intere famiglie sono state cancellate dai registri civili. Il 90% della popolazione di Gaza è stata sfollata, spesso più volte. Ospedali, scuole, università, luoghi di culto, infrastrutture civili essenziali sono stati sistematicamente distrutti.

Il lavoro di Francesca Albanese ha il merito di aver portato alla luce non solo la dimensione umana di questa tragedia, ma anche i meccanismi economici che la perpetuano. Il suo report From Economy of Occupation to Economy of Genocide documenta come la sofferenza del popolo palestinese sia diventata fonte di profitto per un complesso sistema di interessi corporativi e finanziari. Tentare di silenziare questa voce significa tentare di nascondere la verità su Gaza al mondo.

Non possiamo permettere che le sanzioni contro chi documenta le violazioni dei diritti umani diventino uno strumento per perpetuare l’impunità. La strategia di colpire i messaggeri per nascondere il messaggio è antica quanto la tirannia stessa. Ma la verità su Gaza non può essere cancellata con decreti o sanzioni economiche. Le immagini dei bambini sotto le macerie, dei genitori che piangono i figli, delle famiglie che cercano acqua potabile e cibo continueranno a interpellare le nostre coscienze.

Pertanto:

1. Chiediamo l’immediata revoca delle sanzioni contro Francesca Albanese e il pieno riconoscimento del suo diritto-dovere di documentare la situazione a Gaza e in tutti i territori palestinesi occupati.

2. Esigiamo che la comunità internazionale agisca con urgenza per fermare la catastrofe umanitaria a Gaza, garantendo l’accesso immediato agli aiuti umanitari, la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale umanitario.

3. Riaffermiamo che documentare e denunciare le violazioni dei diritti umani, ovunque esse avvengano, non è un crimine ma un imperativo morale e giuridico.

4. Denunciamo ogni tentativo di utilizzare accuse strumentali di antisemitismo per silenziare legittime critiche a politiche governative che violano il diritto internazionale. Criticare le azioni di uno Stato non significa discriminare un popolo o una religione.

5. Chiediamo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro degli Esteri Antonio Tajani di difendere una cittadina italiana sanzionata per aver svolto il proprio mandato ONU. Il silenzio delle nostre istituzioni di fronte a questo attacco senza precedenti sarebbe inaccettabile.

6. Invitiamo il Parlamento italiano a esprimersi con una mozione unitaria per la protezione diplomatica di Francesca Albanese.

7. Esprimiamo la nostra piena solidarietà a Francesca Albanese e a tutti coloro che, rischiando ritorsioni personali, continuano a portare testimonianza della verità su Gaza.

8. Ci impegniamo a mantenere viva l’attenzione sulla situazione a Gaza, a sostenere le iniziative umanitarie, culturali e legali volte a proteggere i diritti del popolo palestinese e a promuovere una pace giusta basata sul diritto internazionale.

Il silenzio su Gaza è complicità. L’indifferenza di fronte alla sofferenza di un intero popolo è una macchia sulla coscienza dell’umanità.

Sostenere Francesca Albanese significa non solo difendere la libertà di espressione e il sistema internazionale di protezione dei diritti umani, ma anche affermare che la vita di ogni essere umano ha uguale valore e dignità, che si tratti di palestinesi o israeliani, di bambini di Gaza o di qualsiasi altra parte del mondo.

La storia ci giudicherà per quello che avremo fatto o non fatto di fronte a questa tragedia. Scegliamo di stare dalla parte di chi ha il coraggio di documentare la verità, di chi non distoglie lo sguardo, di chi continua a credere che un altro mondo sia possibile.

Per Gaza. Per la verità. Per la giustizia."