GIUDIZIO

Monito del Papa: "Intelligenza artificiale incapace di discernimento morale e relazioni autentiche"

Il Santo Padre ha richiamato a una sorta di "patente", un codice etico, per gli sviluppatori, i gestori e i supervisori dei sistemi tecnologici

Monito del Papa: "Intelligenza artificiale incapace di discernimento morale e relazioni autentiche"
Pubblicato:
Aggiornato:

Al passo coi tempi sì, ma senza dimenticare o sminuire l'apporto umano e il valore delle "fatiche" manuali o mentali.

Largo alla tecnologia, ma con equilibrio e senza eccessi.

E' in soldoni il messaggio arrivato nelle scorse ore da Papa Leone 14° in occasione dell’AI for Good Summit 2025 che si è svolto a Ginevra, organizzato dall’International Telecommunication Union, in collaborazione con alcune agenzie delle Nazioni Unite e con il patrocinio del Governo svizzero.

Le connessioni nel mondo, "nessuno resti indietro"

La riscoperta o forse meglio dire la tutela, anche per bocca del Pontefice, del "capitale umano" contro il dilagare della tecnologia.

Papa Prevost ha voluto lanciare un messaggio di sensibilizzazione in questa direzione, affidandolo al Cardinale Parolin.

Nella sua riflessione, il Pontefice ha messo sul tavolo una riflessione di partenza non di poco conto: ovvero la possibilità di mettere le opportunità del digitale e della tecnologia a disposizione di tutti, anche a chi abita in zone rurali e a basso reddito.

Del resto, basti pensare che in tutta la popolazione mondiale ancora circa 2,6 miliardi di persone non hanno accesso a questi sistemi.

Il Papa, l'Intelligenza Artificiale e il valore umano

Ma evidentemente, grande curiosità e attenzione, a pochi mesi dal suo insediamento a capo della chiesa cattolica, si è concentrata sul giudizio e sulle valutazioni che il Papa ha riservato allo "straordinario potenziale generato dalla rivoluzione digitale guidata dall’Intelligenza Artificiale".

E in questo caso quello del Pontefice è stato un vero e proprio monito come da un padre di famiglia:

"L'impatto dell'Intelligenza Artificiale è profondo, di vasta portata e influenza ambiti come l’istruzione, il lavoro, la sanità, la governance, l’ambito militare e la comunicazione. Questo cambiamento epocale richiede però responsabilità e discernimento per costruire ponti di dialogo, promuovere la fraternità e assicurare che l’IA rimanga al servizio dell’intera umanità".

Intelligenza Artificiale sì, ma con giudizio (e rispetto per l'uomo)

Ed ecco allora che scorrendo su questi ragionamenti sì è sviluppato il monito di Prevost.

I "distinguo" del Santo Padre sono arrivati riguardo la non capacità dell'intelligenza artificiale di "replicare un autentico discernimento morale o di instaurare relazioni autentiche".

Da qui la raccomandazione di Papa Leone 14°:

"Questi progressi tecnologici devono andare di pari passo con il rispetto dei valori umani e sociali, la capacità di giudicare con coscienza tranquilla e la crescita nella responsabilità umana".

Il codice etico: la "patente" per i promotori della tecnologia

Ma non solo. In buona sostanza il Papa ha richiamato a una sorta di "patente", un codice etico, per gli sviluppatori, i gestori e i supervisori dei sistemi tecnologici:

"Va ricercata l’etica e a promossa una governance fondata sul riconoscimento condiviso della dignità e delle "libertà fondamentali" della persona umana".

Una riflessione che ha testimoniato la preparazione filosofica e religiosa del neo Pontefice evidenziando anche la sua grandissima capacità di richiamare a situazioni ed esigenze dei nostri giorni, spunti proposti nei secoli scorsi da Sant'Agostino.

Nella fattispecie, Prevost si è richiamato al concetto di tranquillitas ordinis, la “tranquillità dell’ordine” – proposto da sant’Agostino nella De Civitate Dei. Un orizzonte da non perdere "mai" di vista, per promuovere un ordine sociale più umano.

CONTINUA: L'inganno dell'intelligenza artificiale che vuol essere il tuo confidente. Ma poi, se dice bugie, che senso ha pagarla?