I dati di Legambiente

Rapporto EcoMafie 2025: delitti ambientali fuori controllo in Italia: +14,4% nel 2024 (quasi cinque reati all'ora)

Boom per il fatturato ecocriminale che ha superato la soglia dei 9,3 miliardi di euro

Rapporto EcoMafie 2025: delitti ambientali fuori controllo in Italia: +14,4% nel 2024 (quasi cinque reati all'ora)
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L’Italia continua a fare i conti con una vera e propria emergenza ambientale. I dati del 2024, secondo l'annuale report di Legambiente, parlano chiaro: sono stati accertati ben 40.590 reati contro l’ambiente, con un incremento del 14,4% rispetto al 2023.

Reati ambientali, nel 2024 +14.4%

Una media inquietante di 111 reati al giorno, quasi 5 ogni ora, che conferma un trend in crescita impetuosa e senza segni di rallentamento.

Un vero e proprio boom per il fatturato ecocriminale, che ha superato la soglia dei 9,3 miliardi di euro, alimentato da traffici illeciti, abusi edilizi e gestione illegale dei rifiuti.

Numeri da capogiro che mettono in evidenza quanto l’ambiente sia ormai un terreno fertile per interessi criminali, in particolare nelle aree dove storicamente è più forte la presenza mafiosa.

Abusivismo edilizio e ciclo dei rifiuti

A guidare la classifica dei reati è il ciclo del cemento, con 13.621 illeciti penali (pari al 33,6% del totale), a dimostrazione che l’abusivismo edilizio e la speculazione sul territorio restano una piaga endemica.

Subito dopo, il ciclo dei rifiuti registra una crescita preoccupante del 19,9%. Seguono i crimini contro gli animali, gli incendi boschivi – sempre più frequenti anche per cause dolose – e i reati in danno del patrimonio culturale e archeologico, che colpiscono il cuore stesso dell’identità italiana.

Campania la regione più colpita

Anche nel 2024, la Campania si conferma la regione più colpita, con 6.104 reati ambientali, seguita da Puglia (4.146), Sicilia (3.816) e Calabria (3.215). Quattro regioni del Mezzogiorno che da sole concentrano quasi il 43% del totale nazionale, evidenziando il forte radicamento delle mafie ambientali in queste aree.

Ma l’illegalità ambientale non risparmia il Nord. La Lombardia, con 2.324 reati accertati nel 2024 (contro i 1.974 dell’anno precedente), si conferma all’ottavo posto nella classifica nazionale.

Chiudono la top ten Veneto e Liguria. Le regioni con meno reati restano Molise e Valle d’Aosta, anche in virtù della loro minore densità abitativa.

La classifica regionale per reati ambientali:

 Regione  Reati  Persone  denunciate  Arresti  Sequestri
 Campania  6.104  5.580  50  1 431
 Puglia  4.146  3.478  69  880
 Sicilia  3.816  3.629  12  535
 Calabria  3.215  2.761  41  695
 Lazio  2.654  2.593  30  593
 Toscana  2.587  2.446  6  368
 Sardegna  2.364  2.063  1  274
 Lombardia  2.324  2.273  8  427
 Veneto  1.823  1.721  0  211
 Liguria  1.720  1.698  1  343
 Piemonte  1.659  1.638  0  231
 Emilia  Romagna  1.648  1.511  0  245
 Marche  1.508  1.434  0  128
 Abruzzo  1 359  1 341  0  337
 Friuli  Venezia  Giulia  856  686  1  125
 Umbria  800  612  0  83
 Basilicata  797  642  2  125
 Trentino  Alto Adige  523  343  4  108
 Molise  494  560  0  47
 Valle  D'Aosta  193  177  0  4
 Totale  40.590  37.186  225  7.191

 

I numeri dal 2015 in poi

Dall’entrata in vigore della legge 68 del 2015 sugli ecoreati fino a dicembre 2024, sono stati accertati 6.979 delitti ambientali previsti dal Codice penale, con 12.510 persone denunciate, 556 arresti e 1.996 sequestri, per un valore complessivo di 1.155 miliardi di euro.

Tra questi, spicca il reato di inquinamento ambientale, con 971 contestazioni nel solo 2024, in aumento del 61,3% rispetto all’anno precedente.

Il settore agroalimentare segna un altro triste record: 46.358 illeciti penali e amministrativi, che spaziano dalla contraffazione al caporalato, fino all’uso illegale di pesticidi e al commercio di prodotti non conformi.

L'impegno di Legambiente

A preoccupare è anche l’aumento della corruzione ambientale, con 88 inchieste monitorate nel 2024, un fenomeno che funge da collante tra gli interessi delle mafie e la compiacenza di funzionari e amministratori locali. Gli ecomafiosi attivi in Italia salgono a 389 clan, secondo le ultime stime.

In questo contesto sempre più complesso, resta fondamentale l’impegno delle associazioni ambientaliste, in primis Legambiente, che attraverso i suoi circoli e i Centri di Azione Giuridica, continua a promuovere esposti, denunce e costituzioni di parte civile nei processi contro i reati ambientali.