Scena muta alla Maturità per protesta: terzo caso. Il Ministro: "D'ora in avanti verranno bocciati"
"Se uno studente non si presenta all'orale, oppure volontariamente decide di non rispondere alle domande non perché è impreparato, ma perché vuole non 'collaborare' e quindi 'boicottare' l'esame, dovrà ripetere l'anno"

Una nuova forma di protesta per far sentire la propria voce? Per "smuovere il sistema"?
O forse più banalmente tentativi di emulazione che trovano nei social e nella grancassa mediatica terreno fertile per avere visibilità e attirare altri "testimonial"?
Fatto sta che quella dei maturandi "a bocca chiusa" durante gli orali degli esami di Stato delle superiori è ormai un'epidemia (immagine di copertina realizzata con l'aiuto dell'intelligenza artificiale).
Curiosamente, in salsa soprattutto veneta.
Tanto che nelle scorse è intervenuto anche il Ministro all'Istruzione Giuseppe Valditara a stoppare sul nascere la forma di protesta messa in atto in questi ultimi giorni da alcuni studenti:
"All'esame orale ci si presenta e si risponde alle domande dei professori, altrimenti si verrà bocciati".
Il boicottaggio alla Maturità, la vicenda: il terzo caso oggi
Una studentessa liceale di Belluno aveva seguito l'esempio - per primo - dell'ormai "famoso" studente del liceo scientifico Fermi di Padova Gianmaria Favaretto.
Anche lei ha motivato la sua scelta come una protesta contro "i meccanismi di valutazione della scuola italiana, l'eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente".
Una sorta di "rischio calcolato" perché i due studenti, come già noto, saranno comunque promossi perché, essendosi presentati all'esame orale e avendo superato i 60/100 grazie ai voti dei crediti scolastici più quelli dei due scritti, il loro esame risulta a tutti gli effetti valido.
E oggi, venerdì 11 luglio 2025, è arrivato anche il terzo caso, strana coincidenza ancora dal Veneto.
Anche a Treviso infatti uno studente si è rifiutato di sostenere l'orale alla Maturità.
Un maturando di 18 anni del liceo classico Canova di Treviso, conscio di aver superato il limite per la sufficienza (60/100) per ottenere il diploma, tra crediti accumulati negli anni e voti agli scritti (italiano e latino), ha deciso (come i suoi "colleghi" conterranei) di non presentarsi davanti alla commissione per sostenere l'esame orale di maturità.
Ma ora dal Ministero all'Istruzione e Merito sono pronti a correre ai ripari per evitare altre emulazioni soprattutto nella Maturità 2026 e dunque verranno redatte alcune disposizioni ministeriali "ad hoc".
Il rischio emulazione e l'appello di presidi e docenti
Del resto, subito presidi e docenti avevano lanciato un appello per studiare "contromosse" ed evitare il rischio emulazione.
Lo avevano fatto proprio con una richiesta scritta indirizzata al Ministro dell'Istruzione e Merito:
"Chiediamo un intervento per rivedere le regole dell’esame di Stato. È essenziale che la prova orale torni ad essere una componente imprescindibile per il superamento della Maturità, indipendentemente dal punteggio già acquisito con crediti e scritti. Ciò ristabilirebbe l’integrità del processo valutativo e rafforzerebbe il messaggio che la Maturità non è solo una questione di punteggi numerici ma anche di capacità di affrontare sfide, di esprimersi e di confrontarsi in modo compiuto".
E anche dal coordinatore dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli è arrivata una sollecitazione che va in questa direzione:

"E' necessaria una modifica alle norme esistenti, non è accettabile che uno studente si rifiuti di sostenere il colloquio alla Maturità. Dev’essere ritenuto insostituibile, chi rifiuta l’orale non va promosso, è una questione di rispetto per le regole, la commissione e gli altri candidati. Il rifiuto del rispetto delle regole è uno dei nostri problemi: la scuola deve educare. Altrimenti c'è il rischio che questi episodi aumenteranno con il rischio emulazione".
La presa di posizione del Ministro
E come detto, in queste ultime ore c'è stato un intervento del Ministro all'Istruzione Giuseppe Valditara che appunto dopo il secondo caso in Veneto di scena muta all'orale della maturità per contestare il sistema dei voti ha annunciato che sarà bocciato chi "boicotta" l'esame di Maturità:

"Comportamenti di questo tipo non saranno più possibili. Se uno studente o una studentessa non si presenta all'orale, oppure volontariamente decide di non rispondere alle domande dei suoi docenti non perché è impreparato, cosa che può capitare, ma perché vuole non 'collaborare' e quindi 'boicottare' l'esame, dovrà ripetere l'anno".
Rete studenti: "Giusta protesta, Valditara ci ascolti"
"L'esame di Stato va ripensato. A oggi è un esame che non tiene conto né delle esigenze della comunità studentesca e del proprio futuro, né valuta il percorso formativo fatto nei cinque anni di scuola superiore. Sempre più ragazzi e ragazze scelgono, giustamente, di protestare contro questo tipo di maturità e come sindacato studentesco non possiamo che essere d'accordo: c'è un problema e allora forse il ministro dell'Istruzione Valditara dovrebbe ascoltarci".
Così, Bianca Piergentili, coordinatrice della Rete degli studenti.