non solo fragili

Cambiamento climatico: oltre 500 morti in Italia e 1.500 in Europa a giugno 2025

Il mese più caldo mai registrato nell’Europa occidentale. Milano e Roma le più colpite: 317 e 164 decessi stimati

Cambiamento climatico: oltre 500 morti in Italia e 1.500 in Europa a giugno 2025
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Il caldo record che ha investito l’Europa tra fine giugno e inizio luglio 2025 ha avuto conseguenze drammatiche, specialmente in Italia. Secondo quanto riportato da un nuovo studio dell’Imperial College London, realizzato con la London School of Hygiene & Tropical Medicine, il cambiamento climatico di origine antropica ha triplicato il numero di morti causate dalle alte temperature in dodici grandi città europee.

In totale, si stima che almeno 1.500 decessi siano direttamente imputabili al surriscaldamento del pianeta. Più di un terzo di queste vittime si trovavano in Italia, in particolare a Milano e Roma.

Cambiamento climatico: oltre 500 morti in Italia e 1.500 in Europa

Il mese di giugno 2025 è stato il più caldo mai registrato in Europa occidentale e il terzo a livello globale, secondo il servizio europeo Copernicus. Le temperature eccezionalmente alte hanno fatto registrare due picchi anomali già nelle prime settimane del mese, superando i limiti considerati critici per la salute umana.

Uno studio senza precedenti

Analizzando un periodo di dieci giorni, dal 23 giugno al 2 luglio 2025, i ricercatori hanno utilizzato modelli di stima validati dalla comunità scientifica (peer-reviewed) per calcolare l’impatto effettivo dell’ondata di calore. Il risultato è allarmante: circa 2.300 persone sarebbero morte per cause legate al caldo, di cui almeno 1.500 decessi — il 65% del totale — sono attribuiti direttamente agli effetti del cambiamento climatico.

Cambiamento climatico: oltre 500 morti in Italia e 1.500 in Europa per l’ondata di calore di giugno 2025
Caldo estremo

L’uso massiccio di combustibili fossili ha contribuito a far salire le temperature dell’ondata di calore fino a 4°C in più rispetto a un clima non influenzato dalle attività umane. Tra le città più colpite, Milano conta 317 decessi legati al riscaldamento globale, Roma 164.

Seguono Barcellona (286), Parigi (235), Londra (171), Madrid (108), Atene (96), Budapest (47), Zagabria (31), Francoforte e Lisbona (21 ciascuna), e infine Sassari con 6 morti stimate.

Secondo gli autori dello studio, il numero di vittime in queste città supera quello di recenti catastrofi naturali in Europa, come le inondazioni di Valencia nel 2024 (224 morti) e quelle del 2021 nell’Europa nord-occidentale (243 morti).

L’Italia in prima linea: un clima sempre più ostile

Il nostro Paese, con le sue città densamente abitate e infrastrutture spesso inadeguate ad affrontare il caldo estremo, è tra le nazioni europee più vulnerabili. L’ondata di calore del giugno 2025 ha mostrato in modo brutale come le estati italiane stiano diventando progressivamente più letali. Secondo gli esperti, episodi di caldo simili potrebbero verificarsi ormai ogni due o tre anni, un trend che sarebbe stato raro fino a pochi decenni fa.

Non solo fragili

Il dato forse più inquietante riguarda la distribuzione delle vittime. Se è vero che gli anziani sopra i 65 anni rappresentano l’88% dei decessi, lo studio rileva anche 183 morti tra i 20 e i 64 anni.

Cambiamento climatico: oltre 500 morti in Italia e 1.500 in Europa per l’ondata di calore di giugno 2025
Caldo estremo

Una conferma che il caldo non risparmia nemmeno la popolazione in età lavorativa e in apparente buona salute. Le morti avvengono spesso in silenzio, dentro case o ospedali, senza l’eco dei media o immagini drammatiche: proprio per questo, sono tanto subdole quanto tragiche.

I fattori aggravanti

Piccoli aumenti della temperatura possono avere conseguenze drammatiche, soprattutto tra chi soffre di patologie croniche o problemi respiratori. Gli scienziati sottolineano come il cambiamento climatico abbia alzato le temperature medie dell’ondata di almeno 1 fino a 4 gradi rispetto a un mondo non influenzato dalle emissioni umane. Le principali cause sono l’utilizzo dei combustibili fossili e la deforestazione.

Le aree urbane italiane, in particolare, soffrono di una carenza strutturale di adattamento: mancanza di verde, edifici mal isolati, insufficiente ventilazione e pochi spazi pubblici refrigerati. Secondo gli esperti, senza interventi concreti e strutturali, la situazione continuerà a peggiorare.

Lo studio dell’Imperial College rappresenta un punto di svolta, perché per la prima volta quantifica in tempo reale l’impatto letale di un singolo evento di caldo estremo legato al cambiamento climatico. I suoi autori lanciano un messaggio chiaro: servono azioni immediate e decise.

Per Federico Spadini, della campagna clima di Greenpeace Italia:

“I governi devono smettere di finanziare e sostenere i combustibili fossili, accelerare la transizione verso le fonti rinnovabili e pretendere che le aziende del settore fossile paghino per i danni che stanno causando con le loro emissioni fuori controllo”.

Ogni grado conta

Come ha dichiarato Garyfallos Konstantinoudis, uno degli autori dello studio, “anche una frazione di grado in più può fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone”. L’affermazione è tanto semplice quanto terribile: il clima è già cambiato, e senza un cambio di rotta radicale, continuerà a uccidere.