Il Mediterraneo ribolle: la crisi climatica piega il Mare Nostrum
La Giornata internazionale del Mar Mediterraneo punta i fari su temperature senza precedenti

L’8 luglio, in occasione della Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, si accendono i riflettori su una delle aree marine più ricche di biodiversità al mondo, ma anche tra le più fragili. Il bilancio ambientale del 2025, tuttavia, è allarmante: il cambiamento climatico sta trasformando il Mediterraneo in un hotspot di crisi ecologica, con temperature record, eventi estremi sempre più frequenti (come confermano i violenti nubifragi delle ultime ore) e una biodiversità minacciata.
“Il cambiamento climatico è oggi la minaccia più urgente per il Mediterraneo. Le mappe di Copernicus mostrano ondate di calore fino a +5°C rispetto alla norma: un segnale d’allarme che non possiamo ignorare”, ha dichiarato Chiara Campione, direttrice di Greenpeace Italia.
E mentre il mare si riscalda, meno dell’1% delle sue acque è realmente protetto, lasciando il bacino più affollato e sfruttato del pianeta in balia di inquinamento intensivo, soprattutto da plastica, e di un clima sempre più tropicale che snatura la leggendaria mitezza mediterranea.
Sardegna: il cuore bollente del Mediterraneo
L’epicentro del surriscaldamento è proprio intorno alla Sardegna - in questi giorni nella morsa degli incendi - come documenta il report Mare Caldo 2024 di Greenpeace, frutto di cinque anni di monitoraggio sul campo. L’isola, da sempre culla di biodiversità, oggi affronta un vero e proprio shock termico.
L’Isola dell’Asinara ha subito ben 14 ondate di calore marine solo nell’ultimo anno: un record nazionale. A Capo Carbonara, la temperatura superficiale ha toccato i +1,49°C oltre la media. Nell’area di Tavolara-Punta Coda Cavallo, 48 specie bentoniche mostrano uno stato ecologico moderato. Il corallo mediterraneo Cladocora caespitosa, simbolo del mare nostrum, è in stato di sbiancamento avanzato.
Fre le stazioni di monitoraggio attive sull’isola, che fanno parte di una rete nazionale di dodici punti di rilevamento lungo le coste italiane. Tutte e tre si trovano in aree marine protette – ma neppure la tutela formale è riuscita a salvarle dagli effetti del riscaldamento globale.

Un mare tropicale: temperature senza precedenti
Nel solo mese di giugno 2025, il Mediterraneo ha toccato una temperatura media superficiale di 24,3°C, la più alta degli ultimi dieci anni per questo periodo, con +1°C rispetto alla media 2015-2024. Alcuni mari hanno superato ampiamente questa soglia. Il Mar Tirreno ha registrato una media di 25,1°C, mentre il Mar Adriatico ha segnato 24,1°C, con eccezione della zona più orientale (tra Montenegro e Albania), dove l’acqua è stata leggermente più fresca.
A sottolineare l’allerta climatica ci ha pensato anche Goletta Verde di Legambiente, che nei giorni scorsi ha organizzato un’azione dimostrativa lungo la costa adriatica, srotolando in mare uno striscione che non lascia spazio a dubbi:
“Non è caldo. È crisi climatica.”
Tempeste e alluvioni: l’altra faccia del cambiamento climatico
Il Mediterraneo non è solo un mare che si scalda. L’altra faccia della crisi sono i nubifragi violenti e improvvisi, che stanno colpendo diverse aree del Paese. Le acque più calde alimentano un’atmosfera instabile, generando eventi estremi che mettono a rischio vite umane, infrastrutture e agricoltura. La Sardegna, già messa a dura prova dal mare, ha dovuto fare i conti anche con forti perturbazioni, frutto del contrasto tra masse d’aria bollenti e fronti più freddi.
Il Mediterraneo: uno scrigno di biodiversità da salvare
l Mar Mediterraneo è considerato un tesoro ecologico globale: ospita l’8% delle specie marine mondiali, una biodiversità circa dieci volte superiore alla media planetaria. Fra gli abitanti più iconici ci sono: la foca monaca, squali e delfini, capodogli - fra i più vulnerabili alle alterazioni ambientali.
Molte di queste specie trovano rifugio proprio nelle aree marine protette della Sardegna, oggi però messe a dura prova da un clima che cambia troppo in fretta.
Una guida per agire: “Il Mare in Tasca”
Per celebrare la giornata dell’8 luglio, Greenpeace ha lanciato “Il Mare in Tasca”, una guida tascabile per conoscere meglio il Mediterraneo e imparare a proteggerlo ogni giorno con gesti concreti. Un piccolo vademecum che raccoglie curiosità, consigli pratici e dati scientifici, con l’obiettivo di trasformare la consapevolezza in azione.
Secondo la Fondazione Marevivo, se la tendenza attuale non cambia, entro il 2100 la temperatura superficiale del Mediterraneo salirà di altri 3,5-4,5°C rispetto ai livelli attuali. Un cambiamento che modificherà profondamente gli ecosistemi marini, con ricadute anche su pesca, turismo e sicurezza alimentare.