BALZELLO

Dazi, nuova proroga fino al 1° agosto: partite le lettere, chi sono i 14 Paesi destinatari

L'Europa, che al momento non ha ricevuto lettere, punta all'accordo, ma non è disposta a deporre le armi

Dazi, nuova proroga fino al 1° agosto: partite le lettere, chi sono i 14 Paesi destinatari
Pubblicato:

Alle 18 del 7 luglio 2025, ora italiana, (mezzogiorno sulla costa Est degli Stati Uniti), Donald Trump ha dato ufficialmente il via all’invio delle prime lettere commerciali sui dazi. Lo ha annunciato lo stesso presidente americano tramite un post sul suo social Truth. La misura si inserisce nel quadro delle trattative globali per rinegoziare gli scambi internazionali, dopo la sospensione delle imposte doganali annunciate lo scorso aprile, che – in mancanza di accordi – entreranno in vigore il 1° agosto.

Trump ha poi aggiunto che "non ci saranno eccezioni" per i Paesi che si allineano politicamente o economicamente con il gruppo dei Brics, minacciando un dazio aggiuntivo del 10% per ogni Stato che sostenga le politiche del blocco emergente.

Il riferimento è diretto al vertice in corso a Rio de Janeiro, dove le 11 economie emergenti (tra cui Cina, India, Russia, Brasile e Sudafrica) hanno espresso "serie preoccupazioni" per quella che definiscono una "escalation di misure tariffarie unilaterali e protezionismo indiscriminato" da parte degli Stati Uniti.

I destinatari sono alcuni Paesi con cui gli Stati Uniti non hanno trovato un accordo. Ma a segnare la novità di questo nuovo scontro commerciale è anche il metodo usato dal presidente Donald Trump: dopo l’annuncio fatto in giornata a Washington, il Presidente ha pubblicato sulla sua piattaforma social Truth i testi delle lettere, tutti in fotocopia e con toni beffardi.

Nelle medesime ore, il repubblicano, ha firmato un ordine esecutivo per posticipare la scadenza dei dazi dal 9 luglio al 1 agosto.

Ma chi sono stati, nel concreto, i 14 Paesi destinatari delle missive e quanto peseranno sulle loro economie di dazi del tycoon?

Giappone e Corea del Nord al 25%

Trump ha dichiarato che a partire dal 1° agosto aumenterà i dazi sulle importazioni dal Giappone e dalla Corea del Sud al 25%, esercitando pressione su alleati chiave mentre si avvicina la scadenza per la conclusione degli accordi commerciali prevista per questa settimana.

Il Giappone definisce "estremamente deplorevole" l'annuncio fatto dal presidente americano Donald Trump sui dazi Usa al 25% per l'import di beni made in Japan. Il premier Shigeru Ishiba, sulla vicenda, ha assicurato che Tokyo "continuerà a dialogare con gli Stati Uniti alla ricerca di un accordo che sia reciprocamente vantaggioso", ricordando che Washington ha "proposto di continuare il confronto fino alla scadenza del primo agosto", quando i dazi entreranno in vigore.

Il Presidente ha anche condiviso le aliquote applicate ai beni provenienti da altri Paesi: 40% per Myanmar e Laos30% per il Sudafrica e 25% per la Malesia.

Bangladesh e Serbia 35%, Cambogia e Thailandia 36%

Trump ha pubblicato, inoltre, le lettere inviate a Bangladesh e Serbia, con dazi del 35% dal 1° agosto. Cambogia e Thailandia avranno tariffe del 36% sui loro prodotti destinati agli Stati Uniti.

Dazi al 25% a Tunisia e Kazakistan, 32% a Indonesia, 30% alla Bosnia

Figurano anche Tunisia e Kazakistan, Indonesia, Bosnia che, dal 1° agosto, avranno tariffe, rispettivamente, del 25%, 32% e 30%, rispettivamente, sui loro prodotti destinati agli Stati Uniti.

Dazi, nuova proroga fino al 1° agosto: partite le lettere, chi sono i 14 Paesi destinatari
Trump, dazi

Effetto sulle Borse Usa

Poco prima della chiusura, peggiora la Borsa di Wall Street, a ridosso dell’invio delle prime lettere sui dazi. Il Dow Jones cede l’1,20%, mentre S&P 500 arretra dell’1,00%. Il Nasdaq arretra invece dell’1,05%.

Le tariffe sono "definitive, ma se dovessero proporre un'offerta diversa...." Lo ha detto Donald Trump rispondendo ai reporter sui dazi annunciati oggi a diversi Paesi. "Direi ferme, ma non ferme al 100%", ha aggiunto.

La posizione dell'Europa

L'Europa, che al momento non ha ricevuto lettere, punta all'accordo, ma non è disposta a deporre le armi. Davanti al Parlamento europeo von der Leyen ha ribadito la linea: negoziare "con forza e unità". Come riferito da un portavoce della Commissione europea, domenica, l'inquilino della Casa Bianca aveva sentito al telefono Ursula von der Leyen: tra i due ci sarebbe stato "un buono scambio".

Dazi, nuova proroga fino al 1° agosto: partite le lettere, chi sono i 14 Paesi destinatari
Ursula von der Leyen e Donald Trump

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz si è consultato sulla strategia da tenere sui dazi Usa con von der Leyen, il presidente francese Macron e la premier italiana Meloni nel fine settimana.

La linea tedesca e italiana è che si possa accettare un compromesso sui dazi con Trump, accettando un rialzo delle tariffe doganali in determinati settori.

La partita è ancora aperta.

Bruxelles: riunione cruciale dei 27

In Europa l’allerta è massima. Ieri, 7 luglio 2025, a Bruxelles si è riunito il Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri dell’UE, per definire una risposta comune alla mossa americana. Fonti europee parlano di "cauto ottimismo", specie dopo che il Segretario al Tesoro Bessent ha riconosciuto "progressi nelle trattative con l’Unione Europea", che pure avevano avuto un "inizio lento".

Fra i Paesi che hanno già firmato un accordo con gli Stati Uniti figurano il Regno Unito, che ha negoziato una tariffa ridotta al 10% (considerata da molti un primo effetto concreto della Brexit), e il Vietnam, che ha ottenuto una soglia del 20%, molto al di sotto del 46% minacciato ad aprile.

Borse, profondo rosso per Asia ed Europa. Trump minimizza, Tajani: "Negoziare insieme all'Europa"
Antonio Tajani

Il vicepresidente e ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando al Forum in Masseria, ha dichiarato:

"Il 10% non sarebbe insopportabile per la nostra economia".

Il vicepremier ha poi aggiunto che però ci sono ancora tre o quattro scenari aperti, con la necessità di evitare contromisure simboliche (come sui whisky americani) e concentrarsi su settori strategici come il vino.

Il fronte Brics: "Nessun confronto ma condanniamo"

Il blocco dei Brics, pur frammentato internamente, ha trovato un punto d’unione nella condanna delle politiche tariffarie USA. In una dichiarazione congiunta, i leader emergenti hanno criticato l’atteggiamento americano e condannato anche i recenti attacchi israelo-statunitensi contro l’Iran. La portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha dichiarato che "i Brics non vogliono alcun confronto", ma ha ribadito che "il protezionismo non è la soluzione" e che "le guerre commerciali non hanno vincitori".