Quando il disagio indossa il costume
Non si tratta di cambiare il corpo, ma di cambiare lo sguardo su di sé

C’è chi sogna l’estate tutto l’anno e chi, al solo pensiero della spiaggia, del sole, del mare e degli sguardi degli altri sente salire l’ansia.
Quando il disagio indossa il costume
Per molte persone la prova costume non è fisica ma emotiva. Il disagio non sempre si vede, ma pesa, e alle volte ha a che fare con un corpo che si sente “sbagliato”, altre volte con un giudizio interiore che ripete: “Non sei all’altezza”.
Dietro questo disagio non c’è superficialità, ma una storia personale fatta di emozioni, aspettative, esperienze, confronti e ferite invisibili. Il coaching può offrire uno spazio di ascolto autentico in cui accogliere ciò che si prova e iniziare a trasformarlo.
Non si tratta di cambiare il corpo, ma di cambiare lo sguardo su di sé, imparare a parlarsi con più gentilezza e a considerare il corpo non come un nemico, ma come una casa da abitare con rispetto. Il percorso parte da piccoli gesti come restare qualche minuto in costume, fare una passeggiata, partecipare a un gioco di gruppo.
Ogni azione può diventare un piccolo traguardo e ogni traguardo un passo verso la libertà. Il corpo non è solo una taglia, ma un insieme vivo di emozioni, sogni, relazioni. L’estate non deve essere una passerella da temere, ma può diventare un’occasione per respirare, ritrovarsi e, forse, proprio lì dove nasce il disagio, iniziare anche il cambiamento.
Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli è giornalista e mental coach e cura una rubrica fissa su tutti i 51 settimanali del gruppo editoriale Netweek (più di 400mila copie settimanali in 4 regioni italiane: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria) oltre al nostro quotidiano online nazionale.