DATI ISTAT

Lavoro: maggio da record per l'occupazione, soprattutto per gli over 50

Dal 2004 i dati migliori: si riducono gli inattivi e quindi aumentano i disoccupati

Lavoro: maggio da record per l'occupazione, soprattutto per gli over 50
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Un risultato che segna un netto distacco dal periodo pre-pandemia: quasi 1.3 milioni di lavoratori in più rispetto a gennaio 2020. La dimostrazione che l’Italia sta superando le ferite del Covid.

Maggio da record per l'occupazione

Secondo i dati diffusi dall’Istat, maggio 2025 è stato un mese da record per il lavoro: gli occupati sono saliti a 24.3 milioni, il numero più alto registrato dal 2004, anno in cui hanno avuto inizio le indagini.

Eppure, come spesso accade, le buone notizie si accompagnano a elementi più complessi da interpretare. Se è vero che l’occupazione cresce, +80 mila unità rispetto ad aprile e +408 mila su base annua, è altrettanto vero che aumentano anche i disoccupati: +113 mila in un mese, +15 mila su maggio 2024.

Più persone cercano lavoro

Una contraddizione solo apparente, spiegano gli esperti. Il vero movimento è avvenuto tra gli inattivi, ovvero coloro che non studiano, non lavorano e nemmeno cercano un impiego: a maggio sono diminuiti di ben 172 mila unità su base mensile e di 320 mila su base annua.

In parole semplici, più persone sono tornate a cercare lavoro. E questo ha gonfiato temporaneamente la platea dei disoccupati.

Il risultato complessivo è che il tasso di occupazione sale al 62.9%, mentre il tasso di disoccupazione cresce al 6.5%. Tra i giovani, la situazione è più delicata.

Il tasso di disoccupazione nella fascia 15–24 anni è del 21.6%, si tratta sempre di +1.7 punti percentuali ma è un incremento più ridotto.

L'aumento trainato dagli over 50

Guardando più da vicino i dati, emerge che la crescita degli occupati riguarda un po’ tutte le categorie: uomini e donne, lavoratori autonomi e dipendenti permanenti.

A trainare l’aumento sono soprattutto gli over 50, che continuano a rappresentare una fetta sempre più ampia della forza lavoro. Un’altra nota interessante arriva dai contratti: mentre crescono i posti fissi, si riducono quelli a termine. Una tendenza forse legata alle nuove politiche di incentivazione per il lavoro stabile.

Inversione di tendenza

In questo quadro, il calo del tasso di inattività al 32.6% rappresenta forse la notizia più sottovalutata, ma potenzialmente la più importante. Sempre più persone scelgono di rimettersi in gioco, cercando un’occupazione o tornando disponibili per il mercato.

Un’inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi, segnati da scoraggiamento e fuoriuscita silenziosa dalla vita lavorativa. Insomma, anche se il mercato resta fragile in alcune aree, l’Italia del lavoro sembra vivere una fase dinamica.