Stop degli Usa alle armi a Kiev mentre la Russia è arrivata a controllare il 20% del territorio ucraino
Un preoccupato Zelensky nel suo messaggio serale su Telegram: "Dobbiamo difendere il nostro popolo". E pensa anche di "affittare" i missili americani

Gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere temporaneamente alcune consegne di armamenti all’Ucraina, tra cui anche missili antiaerei. La conferma è arrivata dalla Casa Bianca, che ha motivato la scelta con la necessità di tutelare le scorte strategiche americane e di rivedere le priorità militari globali.
Today, Ukraine’s Ministers of Defense and Foreign Affairs gave reports, in particular on relations with the United States. At the working level, Ukraine and the U.S. are clarifying all the details of defense support, including air defense. One way or another, we must ensure… pic.twitter.com/qoRkojcNZJ
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) July 2, 2025
Una decisione che solleva interrogativi sul futuro del supporto occidentale a Kiev - mentre la Russia avanza - e genera reazioni contrastanti a livello internazionale.
La posizione americana: “Prima gli interessi nazionali”
A confermare lo stop è stata la vice portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, la quale ha spiegato che la sospensione è il risultato di una revisione condotta dal Dipartimento della Difesa sugli aiuti militari forniti dagli Stati Uniti a livello globale.
"Questa decisione – ha dichiarato – è stata presa per mettere al primo posto gli interessi americani".
Anche il Pentagono ha ribadito la necessità di una valutazione più attenta delle risorse disponibili. Sean Parnell, portavoce del Dipartimento della Difesa, ha spiegato che l’assistenza militare deve essere allineata con le esigenze difensive statunitensi:
“Valutiamo costantemente le nostre scorte di munizioni e dove stiamo inviando le armi. Non possiamo rifornire tutto il mondo indiscriminatamente”. Parnell, tuttavia, non ha fornito dettagli specifici né sui tipi di armamenti sospesi né sulle quantità coinvolte.
Secondo doversi analisti internazionali, potrebbe trattarsi anche di una mossa del tycoon per velocizzare un tavolo di confronto.
Mosca esulta: “La fine del conflitto è più vicina”
La risposta del Cremlino non si è fatta attendere. Secondo il portavoce Dmitri Peskov, il rallentamento nel flusso di armi verso l’Ucraina rappresenterebbe un passo verso la conclusione del conflitto.
“Meno armi vengono fornite a Kiev, più si avvicina la fine dell’operazione militare speciale”, ha dichiarato alla stampa, usando la definizione con cui Mosca descrive l’invasione dell’Ucraina.
La replica ucraina: “Nessuna comunicazione ufficiale”
Dall’Ucraina, la reazione è stata duplice: da un lato, c’è stata la volontà di rassicurare la popolazione e i partner internazionali sulla tenuta della difesa nazionale, dall’altro una certa sorpresa per la decisione americana.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato un video sui social in cui ha affermato che Kiev e Washington stanno chiarendo i dettagli relativi al supporto militare, con particolare attenzione alla difesa aerea.
"In un modo o nell'altro, dobbiamo garantire la protezione del nostro popolo", ha detto.
Zelensky ha anche ricordato l’importanza del coordinamento internazionale, citando le recenti discussioni con la Danimarca sul rafforzamento dei legami con l’Unione Europea e sulla cooperazione industriale per la produzione di armi, inclusi droni e sistemi d’intercettazione.
Nel frattempo, il Ministero della Difesa ucraino ha fatto sapere di non aver ricevuto alcun preavviso da parte degli Stati Uniti in merito alla sospensione degli aiuti.
“L’Ucraina non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale riguardo a revisioni o interruzioni dei programmi di fornitura militare”, si legge in una nota. Kiev ha inoltre ribadito che “la fine dell’invasione russa richiede un supporto costante e continuo” e che la pressione sull’aggressore deve essere mantenuta alta.
Zelensky agli investitori americani: “Usate la vostra influenza”
Nel tentativo di garantire la continuità degli aiuti, il presidente Zelensky ha incontrato anche un gruppo di investitori statunitensi presenti in Ucraina, sollecitandoli a usare la loro influenza presso Washington per sostenere il flusso di assistenza militare.
I met with representatives of American companies and entrepreneurs — members of the @ChamberUkraine.
We discussed how important it is to work in Ukraine and with Ukraine — to pay taxes, preserve job opportunities, and create new ones. We also count on the voice of American… pic.twitter.com/kkx2AtdjAP
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) July 2, 2025
“È importante che ciascuno faccia la propria parte per raggiungere un risultato collettivo. Il sostegno continuo degli Stati Uniti alla difesa dell’Ucraina è un interesse comune”, ha affermato durante un discorso alla nazione.
I collaboratori del presidente hanno inoltre espresso forte preoccupazione per l’eventualità che venga interrotta la fornitura dei sistemi di difesa aerea Patriot, definendo tale scenario “disumano” vista la crescente minaccia sul fronte orientale.
Il timore concreto, infatti, è che la Russia possa ricevere supporto anche da altri Paesi, come la Corea del Nord, da cui potrebbero arrivare fino a 30.000 soldati.
Per far fronte alla carenza di sistemi antiaerei, il ministro Andrii Sybiga ha rivolto un appello per "acquistare o prendere in affitto" nuovi dispositivi di difesa dagli Usa.
L’avanzata russa e i territori occupati
La guerra continua ad avanzare sul campo. Le forze russe hanno consolidato la loro presenza in diverse regioni ucraine, in particolare Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson – aree che la Russia rivendica dal settembre 2022. Tuttavia, a quasi tre anni dall’inizio del conflitto, Mosca non detiene ancora il controllo completo di nessuna di queste regioni. Le stime attuali indicano che le truppe russe occupano circa il 20% del territorio ucraino. Questi territori, secondo il Cremlino, faranno parte delle rivendicazioni in eventuali negoziati futuri.

La posizione italiana e della NATO: “Sostenere Kiev, aumentare la pressione su Mosca”
Anche l’Italia ha espresso la propria posizione nel quadro dell’Alleanza Atlantica. Durante una recente audizione parlamentare sui risultati del vertice NATO all’Aja, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato l’importanza di mantenere alta la pressione sulla Russia.
“Putin deve dimostrare di voler dialogare, ma finora non lo ha fatto”, ha dichiarato. Tajani ha anche evidenziato che, per aumentare i costi della guerra per Mosca, non si può escludere l’introduzione di nuove sanzioni economiche.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, presente all’audizione, ha ribadito l’impegno dell’Italia al fianco dell’Ucraina, nel quadro degli sforzi comuni dell’Alleanza per garantire la sicurezza in Europa.