Quinta condanna per la Strage di Bologna: il terrorista Bellini tradito dalla moglie
Sollievo e soddisfazione da parte dei familiari delle vittime. Schlein: "La matrice fascista è finalmente scritta nel marmo di una sentenza definitiva”

“Ora spetta alla politica fare propria questa verità. Lo vedremo il 2 agosto, durante le commemorazioni: vedremo chi avrà il coraggio di prenderne atto e chi no”, così il Il sindaco di Bologna Matteo Lepore.
Quinta condanna per la Strage
La Corte di Cassazione ha messo la parola “fine” a uno dei capitoli più oscuri e dolorosi della storia italiana. È diventata definitiva la condanna all’ergastolo per Paolo Bellini, ex esponente del gruppo neofascista Avanguardia Nazionale, ritenuto colpevole di concorso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980, che costò la vita a 85 persone e causò oltre 200 feriti.

La decisione, assunta dalla sesta sezione della Cassazione, conferma le condanne già emesse nei gradi precedenti di giudizio, chiudendo così anche l'ultimo spiraglio legale per l'imputato.
“La sentenza rappresenta un punto di arrivo fondamentale – ha commentato l’avvocato Andrea Speranzoni, legale dell’associazione dei familiari delle vittime –. Oggi possiamo affermare, in modo definitivo, chi ha finanziato e organizzato l’attentato, chi ne sono stati i mandanti, e possiamo anche ricostruire i retroscena dei numerosi tentativi di depistaggio che hanno accompagnato questa vicenda per decenni”.
Secondo Speranzoni, la figura di Bellini aggiunge un tassello cruciale sul fronte degli esecutori materiali, poiché l’ex militante neofascista aveva legami sia con appartenenti ai servizi segreti, sia con un magistrato infedele alle istituzioni.
La strage del 2 agosto 1980
Alle 10:25 del mattino di quel sabato estivo, una valigia piena di esplosivo ad alto potenziale (tritolo e T4) esplose nella sala d’attesa di seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna. L’onda d’urto devastò la zona, colpì in pieno un treno fermo sul primo binario (l’Ancona-Chiasso) e provocò il crollo di circa 30 metri di pensilina, oltre a danneggiare le strutture sovrastanti le sale d’attesa. Fu una scena apocalittica.
La strage rappresenta il più sanguinoso atto terroristico in Italia dal dopoguerra e viene oggi inquadrata, a tutti gli effetti, nel contesto della "strategia della tensione", la stagione di terrorismo e violenze politiche che insanguinò il paese tra gli anni '60 e '80.
Chi è Paolo Bellini
Bellini, neofascista noto per la sua militanza in Avanguardia Nazionale, era già stato condannato in primo grado nel 2022 nel cosiddetto "processo ai mandanti", una nuova fase giudiziaria che ha indagato sulle responsabilità ancora non emerse nella strage. La Corte d’Appello ha confermato la condanna nel 2024. Con la pronuncia della Cassazione, la pena all’ergastolo è ora definitiva.
Un elemento chiave nell’individuazione di Bellini è stata la testimonianza della sua ex moglie, Maurizia Bonini, che ha riconosciuto l’uomo in un filmato amatoriale girato proprio la mattina della strage, all’interno della stazione di Bologna.
Bonini ha ammesso, nel corso delle indagini, di aver mentito nel 1983, quando fornì un falso alibi all’ex marito, sostenendo che quella mattina lui era con lei a Rimini. Solo molti anni dopo, nel 2010, durante un percorso spirituale, la donna avrebbe vissuto una crisi di coscienza che l’ha spinta a dire la verità.
“Quella mattina Paolo arrivò tardi a Rimini, accese la radio e disse: ‘Vediamo cos’è successo’. Poi mi guardò con occhi non sinceri”, ha raccontato Bonini. Secondo la nuova versione, l’ex marito arrivò a Rimini verso le 13, orario compatibile con una sua presenza a Bologna al momento dell’esplosione.
I complici
Bellini è stato giudicato responsabile in concorso con altri soggetti già condannati in passato per la stessa strage. Tra questi, figurano Giuseppe Valerio “Giusva” Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, tutti appartenenti all’area dell’estrema destra e già noti per la loro attività terroristica.
Le reazioni alla sentenza
La decisione della Cassazione è stata accolta con sollievo e soddisfazione da parte dei familiari delle vittime e dalle istituzioni.
“Finalmente non si può più dire che della strage di Bologna non si sa nulla. Ora si sa tutto, la verità è emersa in modo completo”, ha dichiarato Paolo Bolognesi, presidente uscente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage.
Anche il mondo politico ha commentato con forza:
“La matrice fascista è finalmente scritta nel marmo di una sentenza definitiva”, ha dichiarato la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, sottolineando come questa verità giudiziaria sia un punto fermo non solo per le vittime, ma per tutta la democrazia italiana.