Scoppia la protesta

Caos a Belgrado, migliaia di serbi in piazza contro il presidente Vučić: "Vogliamo le elezioni anticipate"

I manifestanti lo accusano di corruzione e negligenza, a far esplodere la rabbia è stato il crollo di una pensilina che ha provocato 16 morti

Caos a Belgrado, migliaia di serbi in piazza contro il presidente Vučić: "Vogliamo le elezioni anticipate"
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Vučić, dal canto suo, ha accusato i manifestanti di voler fomentare disordini sotto influenza straniera, senza però fornire prove a sostegno delle accuse.

Serbi in piazza contro Vučić

Non si arresta l’ondata di proteste popolari in Serbia. Tra domenica 29 e lunedì 30 giugno 2025, per la seconda notte consecutiva, migliaia di manifestanti hanno invaso le strade di Belgrado, chiedendo a gran voce elezioni anticipate e la fine del governo di Aleksandar Vučić, presidente della Repubblica e leader del Partito Progressista Serbo.

A far esplodere la rabbia popolare è stato il crollo, nel novembre 2024, della pensilina di una stazione ferroviaria appena ristrutturata a Novi Sad, un disastro che ha causato la morte di 16 persone.

Le accuse di corruzione e negligenza

L’incidente ha scatenato un’ondata di indignazione in tutto il Paese, alimentando accuse di corruzione e negligenza nei progetti infrastrutturali statali. Da allora, le proteste si sono intensificate fino a raggiungere il culmine in questi ultimi giorni.

Un'immagine della protesta

Sabato 28 giugno decine di migliaia di persone si sono radunate nel cuore della capitale, riempiendo piazza Slavija e le vie circostanti. Secondo la polizia, i partecipanti erano circa 36mila, mentre un gruppo di monitoraggio indipendente ha stimato la presenza di circa 140mila manifestanti.

Molti non sono nemmeno riusciti a raggiungere la piazza a causa dell’enorme afflusso.

"Vogliamo le elezioni anticipate"

Al grido di “Vogliamo le elezioni!”, la folla ha espresso la propria frustrazione nei confronti del governo, ritenuto responsabile del disastro di Novi Sad e del clima generale di impunità e corruzione.

La manifestazione è degenerata in scontri: diversi manifestanti sono stati ammanettati, mentre un agente è stato visto ferito a terra. Alla fine della protesta, alcuni partecipanti hanno lanciato uova, bottiglie di plastica e altri oggetti contro la polizia antisommossa che impediva l’accesso a un parco nel centro cittadino.

Il ruolo degli studenti

Gli studenti hanno avuto un ruolo centrale nell’organizzazione delle proteste. Fin dalle prime settimane dopo il crollo a Novi Sad, sono stati tra i protagonisti delle mobilitazioni contro la corruzione e l’inefficienza del governo.

La manifestazione di sabato è stata guidata proprio da gruppi studenteschi che ora invitano alla disobbedienza civile in tutto il Paese. Domenica notte, nuove azioni di protesta hanno bloccato le principali strade di Belgrado.

Migliaia di manifestanti hanno eretto barricate, paralizzando il traffico e proseguendo con la richiesta di elezioni anticipate. Gli attivisti anti-corruzione hanno promosso nuovi blocchi e presidi in vari punti della capitale.

Il presidente: "Non hanno prove"

Aleksandar Vučić, al potere come presidente della Serbia dal 2017 (dopo essere stato primo ministro dal 2014 al 2017), ha finora respinto ogni richiesta di elezioni anticipate.

Il presidente Vucic

Il Partito Progressista Serbo ha accusato i manifestanti di voler fomentare disordini sotto influenza straniera, senza però fornire prove a sostegno delle accuse. Nonostante gli appelli del governo a porre fine alle manifestazioni, la partecipazione popolare sembra destinata a continuare.

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