In 200mila contro i divieti per il Pride di Budapest, Orbán: "Ripugnante"
Il presidente sovranista non ha dubbi, la marcia più imponente in Ungheria degli ultimi quarant'anni è stata orchestrata da Bruxelles
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Una folla travolgente e colorata ha invaso sabato 28 giugno il centro di Budapest, trasformando la marcia del Pride 2025 in un evento che va ben oltre la rivendicazione dei diritti LGBTQIA+.
Impotente il presidente Orbán che parla di uno spettacolo vergognoso e punta il dito contro l'Unione europea.
Il Pride di Budapest contro l'autoritarismo
È stata una sfida aperta all'autoritarismo, una dichiarazione collettiva di libertà e democrazia.
Circa 200mila persone, secondo le stime del municipio, hanno sfilato pacificamente per le strade della capitale ungherese, in aperta disobbedienza al divieto imposto dal governo di Viktor Orbán.
Una delle immagini della folla al Pride
Una delle più imponenti manifestazioni mai viste nel Paese dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989.
Orbán: "Spettacolo ripugnante"
Una marea di corpi e bandiere, parole e musica, ha invaso Budapest per chiedere un’Europa che non si pieghi all’intolleranza. Una risposta coraggiosa e vibrante a un governo che ha fatto della repressione dei diritti civili un pilastro.
Il premier ungherese ha reagito con durezza, affidando ai social e ai microfoni della tv di Stato una dichiarazione infuocata.
"Il Pride a Budapest è stato uno spettacolo ripugnante, orchestrato da Bruxelles e dai suoi alleati. Politici dell’opposizione, istruiti dall’Unione Europea, hanno mobilitato le masse. Drag queen sul palco, uomini con i tacchi, volantini che promuovono la terapia ormonale… questo non è orgoglio. È vergogna".
Viktor Orban
La condanna del presidente
"Quello che abbiamo visto sabato è ciò che accadrebbe in Ungheria se non ci fosse un governo nazionale forte a difendere la nostra sovranità", ha aggiunto Orbán.
Ma per quanto il leader ungherese tenti di screditare la manifestazione, i numeri parlano chiaro. La partecipazione è stata imponente e significativa.
Presenti delegazioni da tutta Europa
Oltre ai numerosi cittadini ungheresi, sono giunte delegazioni da tutta Europa, inclusi eurodeputati e rappresentanti delle istituzioni Ue.
"Non si tratta solo di Budapest. Si tratta del tipo di Europa che vogliamo costruire. Una società fondata sulla libertà, sulla dignità e sull’uguaglianza dei diritti, indipendentemente da chi siate o da chi amiate", ha affermato il vicepresidente del Parlamento europeo Stefanuta.
Il capogruppo dei Socialisti europei al Parlamento Ue Iratxe García Pérez ha aggiunto infine che l’Ungheria non è più una democrazia, ma un’autocrazia e Ursula von der Leyen deve decidere da che parte stare.
Non solo una marcia, ma un bivio
Il Pride 2025 non è stato solo una marcia. È stato un bivio tra chi vuole un’Europa inclusiva e chi la vuole chiusa, tra chi crede nella dignità umana e chi nega la diversità.
Il contrasto tra la folla festante e le parole dure del premier Orbán mostra con chiarezza la frattura sempre più profonda tra i cittadini europei e i governi che si oppongono all’evoluzione sociale.