Scadenza vicina

Dazi, Trump si rimangia la proroga della proroga (della sospensione): "Forse non servirà"

"Abbiamo già raggiunto accordi con la Cina e il Regno Unito, e stiamo lavorando con gli altri partner”

Dazi, Trump si rimangia la proroga della proroga (della sospensione): "Forse non servirà"
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La scadenza del 9 luglio sui super dazi americani verso l’Europa (e non solo) sembra destinata a rimanere confermata. Il presidente USA cambia linea e archivia l’ipotesi di una terza sospensione.

Dazi, Trump si rimangia la proroga

Negli ultimi giorni si era tornati a parlare della possibilità di una nuova sospensione dei dazi statunitensi sull’Unione europea. Si trattava, a conti fatti, della proroga della proroga della sospensione.

Alcuni collaboratori del presidente avevano fatto sapere che un rinvio era possibile e che la decisione finale spettava comunque a Donald Trump. Ma nel fine settimana, intervistato da Fox News, il presidente ha cambiato nuovamente le carte in tavola.

“Forse non servirà prorogare la scadenza”, ha dichiarato.

"Stiamo lavorando con i partner"

Il riferimento è alla data del 9 luglio, termine oltre il quale gli Stati Uniti potrebbero attivare nuovi dazi contro circa 200 Paesi, Europa compresa.

“Stiamo inviando lettere ai Paesi colpiti – ha aggiunto Trump – abbiamo già raggiunto accordi con la Cina e il Regno Unito, e stiamo lavorando con gli altri partner”.

Continua quindi una politica commerciale improntata al protezionismo che, già ora, sta mostrando effetti concreti. Ancora prima dell’eventuale applicazione delle tariffe, l’incertezza ha iniziato a pesare sugli scambi globali.

Che rischi comportano i dazi

A sottolineare i rischi è la Banca dei regolamenti internazionali (BRI), con il suo rapporto annuale pubblicato in questi giorni. L’istituto di Basilea – che funge da coordinamento tra le banche centrali mondiali – avverte che il ritorno dei dazi si innesta su un contesto economico già fragile, aggravando vulnerabilità preesistenti.

Tra queste, la BRI segnala il livello record del debito pubblico in diversi Paesi, la frammentazione dei mercati e la presenza crescente di operatori finanziari poco regolamentati. Tutti elementi che, combinati, rischiano di indebolire la resilienza dell’economia globale.

Accordi in vista con Cina e Canada

Sul fronte diplomatico, nonostante l’irrigidimento verso l’Europa, si registrano alcuni segnali di dialogo in altre direzioni. Gli Stati Uniti hanno raggiunto un’intesa preliminare con la Cina, mentre con il Canada potrebbero ripartire i colloqui, interrotti dopo la decisione canadese di tassare le grandi piattaforme digitali americane.

L’impressione è che Washington stia cercando di sfruttare il peso economico delle tariffe per spingere i partner internazionali a concessioni rapide. L’Europa, in questo schema, appare tra i bersagli principali.

Quadro aperto ma teso

Al momento, dunque, il quadro rimane aperto ma teso. Trump ha apparentemente ammesso la sua intenzione di non concedere nuove proroghe, mentre i principali partner internazionali si preparano a valutare tentativi diplomatici dell’ultima ora.

Il rischio, per l’economia globale, è che l’impatto vada oltre il commercio: l’instabilità generata dalle incertezze politiche e dalle barriere tariffarie potrebbe riflettersi in modo più ampio su investimenti, mercati e debito.

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