Dai blocchi stradali alla cannabis light: la Cassazione boccia il Decreto Sicurezza
"Decretazione urgente" senza fondate motivazioni, testo troppo "eterogeneo" e pene sproporzionate

Sarà la fine della scuola. Sarà la concomitanza con gli esami di maturità o con le ultime sessioni degli esami universitari.
Fatto sta che strana ironia del destino per il Decreto Sicurezza con il fine settimana e la fine di giugno è arrivata una sonora bocciatura.
E' arrivata dalla Cassazione che ha manifestato tutti i suoi dubbi sul provvedimento varato dal Governo.
I sette punti principali del Decreto
Prima di entrare nel merito, ricordiamo i sette punti principali del provvedimento varato a inizio giugno dopo l'ultima approvazione in Senato (con rissa):
1. Tutela delle forze dell'ordine (bodycam e spese legali)
2. Repressione delle proteste e dei blocchi stradali (la norma "anti Gandhi")
3. Nuovi reati in ambito penitenziario (es quello di rivolta in carcere)
4. Sgomberi di immobili occupati
5. Contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata
6. Revoca della cittadinanza (in caso di condanna)
7. Cannabis light messa al bando
(qui più nel dettaglio)
Decreto Sicurezza, i dubbi dei giudici
La relazione degli uffici del Massimario è stata abbastanza eloquente e le perplessità dei giudici della Cassazione stanno già alzando un polverone di polemiche.
Dal metodo ai contenuti, sotto la lente ecco tutto quello che sembra non "quadrare".
Tanto che proprio riguardo il primo aspetto la relazione parla di "metodo scricchiolante”.
Dalla Cassazione è stato sottolineato che il provvedimento (come forse si ricorderà in origine era un Disegno di legge già approvato alla Camera nel settembre 2024), è stato trasformato in decreto-legge senza che emergessero fatti nuovi che giustificassero uno stato di urgente necessità.
Cosa vietata in tema di reati, secondo la Costituzione. In buona sostanza una "decretazione urgente" senza fondate motivazioni.
Testo eterogeneo, l'altra stroncatura della Cassazione
Ma non solo. Critiche sono state indirizzate anche al testo del Decreto.
In questo caso i giudici hanno parlato di testo troppo "eterogeneo".
In questo caso i rilievi evidenziati nella relazione evidenziano come il decreto "include discipline molto diverse tra loro".
Nella fattispecie, dai reati penali alla cannabis light, dalla gestione del carcere alla sicurezza.
Una varietà di temi che che secondo la Cassazione lo rendono “disomogeneo”, anche in questo caso lasciando trasparire "un abuso della decretazione d’urgenza".
L'ultima bocciatura, le criticità nel merito
Infine, ma non certo meno importanti, nella relazione della Cassazione ecco sottolineate anche le criticità nel merito.
Un elenco abbastanza corposo con annotazioni negative che non sono passate certo inosservate tanto che l'opposizione ha già chiesto una riscrittura del Decreto, almeno in queste parti "incriminate".
I passaggi contestati in effetti non sono pochi. Eccoli nel dettaglio:
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Pene sproporzionate: alcune norme sono considerate eccessive rispetto alla gravità dei fatti, violando il principio di proporzionalità.
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Aggravanti di “luogo”: gli inasprimenti di pena in aree sensibili (le stazioni, le tangenziali, le autostrade) rischiano secondo la Cassazione di criminalizzare proteste pacifiche e scioperi, come quello dei metalmeccanici a Bologna
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“Scudo” per i servizi segreti: la norma che protegge gli agenti infiltrati anche quando dirigono organizzazioni terroristico-eversive solleva rischi gravi di abuso e “licenza criminale”.
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Detenzione in carcere di madri incinte o con bimbi: nella relazione della Cassazione viene indicata come una violazione dei diritti alla maternità e al bambino, a fronte delle condizioni già critiche delle nostre strutture penitenziarie.
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Divieto cannabis light: la Corte ha segnalato la mancanza di prove scientifiche che motivino adeguatamente il divieto. Uno scenario che potrebbe condizionare la libertà economica e imprenditoriale.
Le reazioni del Ministro Nordio
Come era facile immaginare, la reazione del Ministro della Giustizia Carlo Nordio non si è fatta attendere:

"Sono incredulo, e ho dato mandato all'Ufficio di Gabinetto del Ministero di acquisire la relazione dell'ufficio del Massimario e di conoscerne l'ordinario regime di divulgazione".
Durissima anche la reazione di Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato:

"Le motivazioni della Cassazione sono da respingere. La magistratura ancora una volta semina confusione e si schiera dalla parte sbagliata, quella di chi commette i reati".
Opposizione all'attacco, "la Destra si fermi"
Altrettanto duro il commento di Francesco Boccia, presidente del gruppo del Partito democratico:

"Quelli emersi nella relazione della Cassazione sono rilievi gravi, che confermano quelli da noi avanzati nel corso dell'esame del testo in Parlamento. Di fronte ad essi un governo rispettoso della Costituzione e del principio della separazione dei poteri tornerebbe sui propri passi e ammetterebbe l'errore. Spiace invece constatare come per autorevoli esponenti della maggioranza anche questo pronunciamento a tutela dei cittadini giustifichi invece ulteriori attacchi alla magistratura. Ripetiamo l'invito: la destra si fermi, perché così si mette in discussione il senso della nostra democrazia".