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La solitudine d'estate, una risorsa

Non possiamo cambiare la vita degli altri, ma possiamo prenderci cura della nostra

La solitudine d'estate, una risorsa
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L’estate ha il profumo del mare, il suono delle cicale e la luce lunga delle sere che sembrano non finire mai. È la stagione dei viaggi, delle amicizie, dei sorrisi sui social, ma esiste anche un’estate che non si fotografa ed è quella di chi resta, guarda da lontano la felicità degli altri e si sente fuori posto.

La solitudine d'estate, una risorsa

Ci sono giovani che, finite le scuole, si ritrovano soli, senza amici o possibilità economiche per una vacanza, famiglie che non possono permettersi nemmeno un giorno fuori casa e anziani lasciati soli nelle città deserte, tra tapparelle abbassate e silenzi che si allungano.

Questa solitudine fa più male d’estate, perché si scontra con l’idea che si debba per forza essere felici e chi non lo è spesso si sente in difetto.

Nel mio lavoro di mental coach incontro persone che, proprio in estate, si scoprono più fragili. Ma la stessa solitudine può diventare una risorsa se accolta senza giudizio e può diventare uno spazio per ascoltarsi, riposare, ritrovarsi.

Non possiamo cambiare la vita degli altri, ma possiamo prenderci cura della nostra.

Anche in un’estate diversa dal previsto possiamo cercare piccoli gesti che fanno bene come una passeggiata, un libro, una telefonata, un messaggio sincero a qualcuno che non sentiamo da tempo.

La solitudine, se attraversata con consapevolezza, può trasformarsi in un’occasione per crescere e anche l’estate più silenziosa può diventare musica, se impariamo ad ascoltarla col cuore.

Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli

Vassiliki Tziveli è giornalista e mental coach: a partire da questa settimana, curerà una rubrica fissa su tutti i 51 settimanali del gruppo editoriale Netweek (oltre 400mila copie settimanali in 4 regioni italiane: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria).

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