Liste d'attesa, Schillaci: "Sarà l'intelligenza artificiale a dire quali esami sono utili o inutili"
Dalla diagnostica ai modelli predittivi, il ministro: "Purché sia utilizzata correttamente e messa a disposizione di tutti"

"C'è un miglioramento, ma non basta", così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, aveva annunciato la messa a terra della Piattaforma Nazionale delle Liste di Attesa (PNLA) - nella giornata del 25 giugno 2025 - mettendo subito le mani avanti. Consapevole dei ritardi accumulati (in tutti i sensi).

Sulla scia della promessa di un miglioramento, il ministro, nelle scorse ore - a margine del Forum 'Logos & Téchne', organizzato dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) a Siracusa - apre all'intelligenza artificiale nell'ottimizzazione dei processi. Gli obiettivi? Molteplici: procedure più snelle, mirate e funzionali, anche grazie a modelli predittivi.
Schillaci scommette sull’AI
"L'AI può diventare la leva strategica per un sistema sanitario più efficiente e accessibile – ha dichiarato Schillaci – purché sia utilizzata correttamente e messa a disposizione di tutti".
Secondo il ministro, le applicazioni dell’intelligenza artificiale spaziano dalla diagnostica per immagini alla gestione delle cronicità, dallo sviluppo di farmaci innovativi alla riorganizzazione dei processi amministrativi.
“Stiamo lavorando per rafforzare le infrastrutture digitali, con l’obiettivo di costruire una sanità moderna, giusta e vicina ai cittadini”, ha affermato.
L’intelligenza artificiale non è più un’ipotesi lontana o un concetto futuristico: è oggi una presenza concreta, destinata a ridefinire il volto del nostro sistema sanitario. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci al Forum Fiaso.
Fra le esperienze già operative, il ministro ha citato il caso della Regione Piemonte, che ha previsto l’avvio di un nuovo sistema di prenotazione integrato con l’AI a partire dal 2026. Un esempio di come la tecnologia possa supportare la gestione delle agende sanitarie e ridurre gli sprechi legati a disdette e mancati accessi.
Altre evidenze arrivano da uno studio pilota condotto in Puglia e presentato da Fiaso, che ha dimostrato come gli algoritmi possano affiancare i medici nella prescrizione di esami diagnostici.
“L’AI può aiutarci a capire quali esami fare, quando farli e a chi realmente servono”, ha spiegato Schillaci.
In questo modo si evitano esami inutili e si ottimizzano le risorse disponibili, con benefici evidenti soprattutto nei territori dove la carenza di personale o la minore esperienza clinica potrebbero incidere sulla qualità delle cure.
Dall'efficienza alla prevenzione: tutte le potenzialità dell'AI
L’intelligenza artificiale può intervenire in molte fasi della catena organizzativa sanitaria. I modelli predittivi, ad esempio, sono in grado di anticipare picchi di domanda in specifiche aree geografiche o periodi dell’anno, consentendo di adeguare l’offerta in modo tempestivo. Questo significa poter organizzare meglio turni del personale, visite specialistiche e prenotazioni.

Un'altra applicazione concreta è il riassegnamento automatico degli appuntamenti liberati, per evitare slot vuoti. I sistemi di triage digitale, inoltre, sono già capaci di valutare l’urgenza clinica dei pazienti, riducendo l’impatto delle prenotazioni improprie e migliorando la gestione delle priorità.
Sul fronte della diagnostica, l’AI si rivela un alleato prezioso per i medici, supportandoli nella scelta degli esami più appropriati e contribuendo a una maggiore appropriatezza prescrittiva. Questa funzione diventa cruciale in contesti dove i medici di base sono sovraccarichi o meno aggiornati.
Guardando al futuro, l’intelligenza artificiale potrebbe anche favorire una vera Sanità di Precisione, capace di prevedere l’evoluzione dei bisogni clinici della popolazione, accompagnare i pazienti cronici nel loro percorso di cura e attivare interventi mirati prima che si aggravino le condizioni.
AI contro le disuguaglianze
Oltre all’efficienza, l’AI ha il potenziale di contribuire a una sanità più equa.
“Nei territori più svantaggiati, dove i medici potrebbero avere meno strumenti o esperienza, la tecnologia può fare davvero la differenza”, ha sottolineato il ministro. Sistemi di supporto decisionale basati sull’AI possono garantire a tutti i pazienti – anche quelli delle aree interne o montane – diagnosi e trattamenti più puntuali e adeguati.
Naturalmente, il percorso non è privo di ostacoli. Affinché l’AI non si trasformi in uno strumento opaco o discriminatorio, sarà essenziale investire nella qualità dei dati, garantire l’interoperabilità dei sistemi, formare adeguatamente il personale sanitario e definire chiare regole etiche. Serviranno anche solidi strumenti di monitoraggio e controllo, per verificare che i benefici promessi si traducano in vantaggi reali per i cittadini.
Liste d’attesa: la sfida dell’efficienza
Un nodo centrale per la sanità italiana resta quello delle liste d’attesa. In questo ambito, l’intelligenza artificiale potrebbe diventare un prezioso alleato, anche se non potrà rappresentare una soluzione miracolosa.
Lo dimostra il recente lancio della Piattaforma Nazionale delle Liste di Attesa (PNLA), disponibile dal 25 giugno 2025 sul Portale della Trasparenza di AGENAS.
La piattaforma, introdotta dalla Legge n. 107/2024, consente di monitorare in tempo reale i tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al rispetto delle classi di priorità. I primi dati (relativi al periodo gennaio-maggio 2025) offrono una fotografia preziosa: numero di prenotazioni, percentuali di accesso nei giorni festivi, tempi medi di attesa per tipologia di prestazione e classe di urgenza.
“Grazie a questa piattaforma, i cittadini possono finalmente accedere alle informazioni sui tempi d’attesa in modo trasparente”, ha dichiarato Schillaci durante un’intervista televisiva. “Il confronto con le Regioni è continuo – ha aggiunto – non vogliamo punire, ma collaborare. Serve uno sforzo condiviso per offrire prestazioni adeguate e puntuali ai cittadini”.
L’intelligenza artificiale non sarà la panacea di tutti i problemi del Servizio Sanitario Nazionale, ma può rappresentare una delle chiavi di volta per costruire un sistema più efficiente, accessibile ed equo. A patto di saperla utilizzare.
E' una idiozia completa. Ma di quale AI parla costui? Quella che genera persone con 4 braccia, 3 teste e 4 gambe? Quella che non riconosce un candidato all'esame per via della luce diversa sul suo viso? Quella che si basa sul machine learning? (se un africano immagina l'umanità fatta solo da africani mentre addestra il machine learning di un sistema AI di fatto istruisce il sistema esperto della AI a "ragionare così".... immaginate nel settore medico: questo è giusto un esempio di quali storture possono essere generate). Prima di fare affermazioni sarebbe opportuno ipotizzare le gravi conseguenze che tali scelte potrebbero generare. Il giudizio umano è fondamentale e nulla può sostituirlo.