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La Spagna chiede l'interruzione dell'accordo di associazione con Israele: "Genocidio"

I 27 divisi su Gaza ma compatti sulle sanzioni alla Russia. Meloni e Merz frenano Sanchez

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La Spagna chiede l'interruzione dell'accordo di associazione con Israele: "Genocidio"

Il leader spagnolo Pedro Sanchez è stato "l'altro" grande protagonista. Al vertice Nato degli scorsi giorni, in ferma opposizione a Donald Trump, ha rifiutato di coprire, al 5% , le spese militari, al contrario degli altri Paesi membri, attirandosi le ire del tycoon.

Poche ore dopo, nell'ambito del Consiglio europeo, nella giornata del 26 giugno 2025, il liberale fa sentire ancora la propria voce con una proposta di "rottura":

"Israele sta violando l'articolo due, quello sui diritti mani, dell'accordo tra Ue e Israele: oggi chiederò la sospensione immediata di questo accordo".

La Spagna chiede l'interruzione dell'accordo di associazione con Israele

Si accendono i toni al Consiglio Europeo, dove il premier spagnolo Pedro Sanchez ha sollevato un duro atto d’accusa contro Israele, parlando apertamente di “genocidio” in corso nella Striscia di Gaza. Una presa di posizione netta, accompagnata dalla richiesta formale di sospensione immediata dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Israele, in virtù – secondo Sanchez – della violazione dell’articolo 2 dell’intesa, quello relativo al rispetto dei diritti umani.

“Israele sta violando i diritti umani, così come sancito nell’articolo due dell’accordo con l’UE. È il momento di sospenderlo”, ha dichiarato il premier spagnolo all’arrivo a Bruxelles. “Non è coerente aver approvato 18 pacchetti di sanzioni contro la Russia per la sua aggressione all’Ucraina, e poi non essere in grado di adottare misure analoghe nei confronti di Israele nonostante le sue continue violazioni”.

Sanchez ha invocato l’adesione dell’Unione Europea alla linea già promossa dalle Nazioni Unite: accesso immediato degli aiuti umanitari, cessate il fuoco e rilancio della soluzione dei due Stati come unica via per porre fine al conflitto israelo-palestinese.

L’asse europeo si divide su Gaza

La proposta spagnola ha ricevuto il sostegno di diversi Paesi membri, tra cui Belgio, Irlanda, Norvegia, Olanda, Portogallo e Slovenia, che condividono l’urgenza di una risposta più incisiva di fronte alla drammatica situazione a Gaza. Tuttavia, la spinta verso una sospensione dell’accordo con Israele si è scontrata con la netta opposizione di altre capitali europee.

Germania, con in testa il cancelliere Friedrich Merz, guida il fronte del “no”, sostenuta da Italia, Ungheria, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Lituania, Croazia e Bulgaria.

Fra questi, solo l’Ungheria mantiene una posizione rigidamente contraria anche all’adozione di sanzioni contro i coloni israeliani violenti, mentre gli altri mostrano sfumature diverse, creando una situazione di stallo che rischia di paralizzare l’azione comune europea.

Meloni: “Sospendere l’accordo sarebbe un errore”

Tra le voci più critiche verso la linea spagnola si è distinta quella della presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, che ha rifiutato apertamente la definizione di genocidio e ha invitato alla cautela.

“Sarò molto franca: sospendere l’accordo di associazione tra UE e Israele sarebbe un errore,” ha dichiarato la premier italiana. “Questo non significa giustificare le azioni israeliane. L’Italia ha già condannato con forza la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, che riteniamo ingiustificabile. Lo abbiamo detto chiaramente anche in Parlamento.”

Meloni ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco, del rilascio degli ostaggi e dell’accesso umanitario pieno e sicuro per la popolazione palestinese, ma ha insistito sull’importanza di mantenere aperti i canali di dialogo con Israele. “Chiudere il dialogo diplomatico significherebbe condannarsi all’irrilevanza,” ha affermato.

La Spagna chiede l'interruzione dell'accordo di associazione con Israele: "Genocidio"
Devastazione a Gaza

La premier ha anche ricordato il contributo dell’Italia all’iniziativa umanitaria Food for Gaza, resa possibile proprio grazie al dialogo diretto con Tel Aviv.

“Nelle mie conversazioni con Netanyahu, anche durante le ostilità con l’Iran, ho sempre insistito sulla necessità di un cambiamento di approccio a Gaza”, ha aggiunto.

Alla luce delle profonde divisioni interne, le conclusioni ufficiali del Consiglio Europeo si sono limitate a un generico invito a “continuare la discussione” sul tema delle violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi. L’iniziativa di Sanchez, per quanto forte nei toni, si è dunque scontrata con la mancanza del consenso necessario per procedere a una sospensione effettiva dell’accordo con Israele.

Tuttavia, il clima di crescente esasperazione tra molti Stati membri – in particolare Belgio, Irlanda e Svezia – lascia intendere che la questione non è affatto chiusa e potrebbe riemergere nei prossimi incontri.

Compattezza invece sul fronte ucraino

Ben diversa la situazione sul dossier ucraino, dove i 27 leader hanno mostrato una linea unitaria. Durante il vertice, collegato in videoconferenza da Strasburgo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la necessità di mantenere alta la pressione su Mosca.

I leader europei hanno confermato la proroga di sei mesi delle sanzioni contro la Russia, superando i dubbi legati a un possibile veto dell’Ungheria. Le misure, che includono il congelamento di oltre 200 miliardi di euro di asset della banca centrale russa, resteranno in vigore almeno fino all’inizio del 2026.

Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha sottolineato nella conferenza stampa finale la volontà di rafforzare il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’UE:

“È il momento di intensificare gli sforzi. Abbiamo già adottato 17 pacchetti di sanzioni contro la Russia, e il lavoro per un nuovo pacchetto – ancora più incisivo – è in fase avanzata”.

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