Salvini: "Ho stretto la mano a Saviano in aula e lui mi ha detto vergognati"
nuova udienza del processo intentato contro dal leader della Lega contro l'autore di Gomorra per alcuni post del 2018 in cui lo definiva "il ministro della mala vita".

"Qua la mano, amico". "Manco, per sogno, vergognati".
Beh no, non è andata proprio così. Però in qualche modo, la scena c'è stata davvero.
Perché a un certo punto, quando se l'è trovato davanti nell'aula di tribunale, Matteo Salvini ha davvero allungato la mano per salutare Roberto Saviano.
Ma il giornalista d'inchiesta che da anni vive sotto scorta ha neanche troppo gentilmente rifiutato lo scambio di convenevoli.
E anzi sarebbe andato all'attacco.
Salvini-Saviano e quella stretta di mano al vetriolo
A raccontare l'accaduto, comunque sotto gli occhi di numerosi giornalisti e personale della macchina giudiziaria sono stati direttamente i due protagonisti.
Il vicepremier, Ministro di Trasporti e Infrastrutture e leader della Lega per quanto concerne il faccia a faccia e il "quasi saluto" con il giornalista, Saviano in un video per commentare la deposizione in Aula dello stesso Salvini.
Il processo per diffamazione, l'attesa creata sui social
La vicenda risale ormai a 7 anni fa quando Salvini querelo per diffamazione Saviano.
Salvini querelò l'autore di Gomorra per alcuni post, pubblicati nel 2018, in uno dei quali lo definiva "il ministro della mala vita".
Del resto era stato proprio lo scrittore a creare sui social un clima di attesa sull'appuntamento di ieri, mercoledì 25 giugno, nel Tribunale di Piazzale Clodio a Roma:
"Dopo 7 anni Salvini si presenterà a testimoniare? Mercoledì 25 giugno, presso il Tribunale di Piazzale Clodio, si terrà una nuova udienza del processo intentato contro di me da Matteo Salvini. Salvini, chiamato dalla Corte a testimoniare, spero si presenti e non faccia come è già accaduto nelle ultime udienze, in cui non si è mai presentato. Le indagini si sono chiuse nel 2018, eppure siamo nel 2025 e il processo è ancora in corso, senza che Salvini sia mai stato ascoltato. Io ci sarò, per difendere la mia libertà di espressione, convinto che sia fondamentale per tutelare il diritto di criticare duramente il potere politico".
Salvini c'è, che scintille con lo scrittore antimafia
Alla fine, tanto per usare anche uno slogan elettorale, Salvini c'è.
Il vicepremier era infatti presente al tribunale di Roma, dove è andato in scena l'incontro con Saviano, come raccontato dal ministro, che gli ha dato la mano scatenando la reazione dello scrittore.
Perché l'incontro tra i due invece che portare a un po' di distensione ha innescato altre scintille, come spiegato dallo stesso rappresentante del Governo:
"Ho stretto la mano a Saviano in aula e lui mi ha detto vergognati. E' un maleducato, ma non è certo un reato. Io non ce l'ho con lui. Se qualcuno mi dà del mafioso o amico della 'ndrangheta non è normale: non è normale per un ministro, per un padre, per un cittadino. Noi i clan li abbiamo combattuti".
E poi ancora ha aggiunto:
"Saviano mi ha accusato di essere vicino alla criminalità organizzata, ma oggi non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo. In tribunale si è nascosto dietro una citazione di Gaetano Salvemini e ha provato a buttarla in caciara parlando della sua scorta, che non gli è mai stata revocata. Roberto Saviano si è confermato un insultatore livoroso, alla disperata ricerca di visibilità".
La replica di Saviano in un video
La replica e il commento di Saviano alla giornata di ieri sono arrivati in un video pubblicato sui social:
"Oggi Salvini si è finalmente presentato in aula. Tutto molto fragile, tutto molto disordinato.
È emerso, ancora una volta, che quando Salvini parla non pensa: è tutto frutto di emotività del momento, di calcolo sui follower.L’orrore della superficialità populista e dell’estremismo, in genere. Come al solito, ha rispolverato la strategia antica di tutti i governi: “Sotto il mio governo si arresta, sotto il mio governo si condanna”.Ma sotto qualsiasi governo ci sono arresti di Mafia, perché le polizie agiscono e, soprattutto, le mafie sanno bene che verranno scoperte, arrestate, contrastate. Ed è proprio questo che lui non arriva nemmeno a comprendere".
Il processo andrà avanti
"È mia intenzione andare avanti con la querela. Quanto ha detto Saviano è gravemente lesivo della mia onorabilità".