STRUMENTO DIFFUSO

L'incidente probatorio "va di moda": perché è stato utilizzato anche per il caso Resinovich

Il caso Resinovich dimostra quanto l’incidente probatorio stia diventando uno strumento cruciale per tutelare prove delicate o soggette a rischio

L'incidente probatorio "va di moda": perché è stato utilizzato anche per il caso Resinovich
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Nel dibattito giudiziario italiano, l’incidente probatorio sta diventando uno strumento sempre più centrale, specie nei casi complessi e mediaticamente esposti. Lo dimostra anche la sua recente applicazione nel caso della morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022. Un caso che, dopo una prima ipotesi di suicidio, ha subito un'accelerazione investigativa con la riapertura della pista dell’omicidio e l’individuazione dell’unico indagato: il marito, Sebastiano Visintin.

Cos’è l’incidente probatorio?

L’incidente probatorio è uno strumento del processo penale italiano che permette l’assunzione anticipata di prove durante la fase delle indagini preliminari, quando si teme che tali prove possano essere compromesse, alterate o perse nel tempo. È una sorta di “congelamento” legale della prova, che viene raccolta con tutte le garanzie del dibattimento – in presenza del giudice, del pubblico ministero, degli avvocati e delle parti – e che sarà poi pienamente utilizzabile nel processo.

Lo si utilizza, ad esempio, per:

  • raccogliere la testimonianza di persone anziane o gravemente malate,
  • effettuare esami tecnici irripetibili,
  • acquisire prove che potrebbero deteriorarsi o essere influenzate da pressioni esterne.

Perché è stato usato nel caso Resinovich?

Il 23 giugno 2025 si è svolto a Trieste un incidente probatorio chiave nell’inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich. A richiederlo è stata la pm Ilaria Iozzi e il giudice per le indagini preliminari, Flavia Mangiante, ha ammesso l’udienza.

Protagonista della giornata è stato Claudio Sterpin, l’86enne che si è definito l’"amico speciale" – difatti l’amante – di Liliana. La sua testimonianza è stata considerata a rischio per via dell’età avanzata e delle potenziali pressioni legate alla forte esposizione mediatica del caso. Da qui la scelta di "cristallizzare" la sua versione dei fatti in sede di incidente probatorio.

L'incidente probatorio "va di moda": perché è stato utilizzato anche per il caso Resinovich
Liliana Resinovich

Durante le oltre cinque ore di udienza, Sterpin ha ripetuto, come già in passato, che tra lui e Liliana c’era una relazione amorosa e che la donna stava progettando di lasciare il marito per vivere con lui. Ha inoltre dichiarato più volte che, secondo lui, Visintin "sa tutto quello che è successo", pur augurandosi che non sia stato lui a ucciderla.

Sterpin ha anche insinuato che l’ex marito non si sia attivamente impegnato nelle ricerche della moglie scomparsa, perché – parole sue – "sapeva che non sarebbe tornata". E ha sostenuto che "uno solo non fa quel lavoro", riferendosi alla possibilità che la donna sia stata trasportata e uccisa da più persone.

Uno strumento sempre più diffuso?

Il caso Resinovich dimostra quanto l’incidente probatorio stia diventando uno strumento cruciale per tutelare prove delicate o soggette a rischio. È una scelta che consente alla giustizia di agire con prudenza, ma anche di mettere in sicurezza elementi chiave dell'inchiesta prima dell’avvio del dibattimento vero e proprio.

Con la memoria che può svanire, le persone possono essere condizionate, e le prove digitali possono essere facilmente manipolate o scomparire, l’incidente probatorio rappresenta una garanzia per tutte le parti coinvolte, affinché la verità, seppur difficile da raggiungere, possa almeno essere cercata con tutti gli strumenti a disposizione.

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