La Francia frena il "MIGA" di Trump, il capo dell'esercito iraniano risponde con minacce: incubo cellule dormienti negli Usa
Consiglio europeo a Bruxelles: "La forza non è la soluzione da seguire". Ripercussioni contenute sui Mercati finanziari

Tensioni internazionali in aumento dopo l’esternazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha lanciato un nuovo slogan geopolitico destinato a far discutere: “MIGA” – Make Iran Great Again. Una provocazione che, dietro una formula accattivante, cela un messaggio ambiguo e fortemente divisivo.
L’iniziativa ha suscitato reazioni immediate e contrastanti: la Francia si è opposta con fermezza, il Consiglio europeo ha lanciato un monito contro l’uso della forza, mentre Teheran ha risposto con minacce dirette agli Stati Uniti, evocando persino l’attivazione di cellule dormienti presenti sul suolo americano.
Quello compiuto la notte del 21 giugno 2025, sulle centrali nucleari iraniane, è stato il più massiccio attacco con bombardieri B-2 nella storia degli Stati Uniti. A riferirlo è stato il generale Dan Caine, capo di Stato maggiore interforze, in un briefing al Pentagono. Ora il tycoon alza ancora il tiro.
Nel frattempo, i mercati finanziari hanno reagito in modo contenuto, ma la situazione è seguita con estrema attenzione dagli investitori internazionali.
Il “MIGA” di Trump: provocazione o nuova strategia geopolitica?
Donald Trump ha sorpreso tutti rilanciando lo slogan “MIGA” – Make Iran Great Again –, ricalcando il suo celebre “MAGA” (Make America Great Again). Ma mentre il primo slogan esaltava il patriottismo statunitense, il nuovo messaggio rivolto all’Iran ha destato preoccupazioni in tutto il mondo.

Dietro quello che appare come uno slogan ironico e provocatorio, si nasconde una visione strategica più ampia, secondo alcuni analisti: un invito implicito a un cambiamento radicale del regime iraniano, forse perfino a una sua “rinascita” sotto influenze esterne, presumibilmente statunitensi. Le parole di Trump sono state interpretate da Teheran come una chiara ingerenza nella sovranità nazionale.
La Francia si oppone: stop alla linea muscolare
La Francia è stata il primo Paese europeo a prendere posizione pubblicamente contro la deriva muscolare che le parole di Trump sembrano voler promuovere. Fonti dell’Eliseo hanno parlato di “retorica inaccettabile”, sottolineando che non è compito degli Stati Uniti decidere il futuro di un altro Paese sovrano, tanto meno attraverso pressioni indirette o slogan che riecheggiano pratiche di destabilizzazione politica.
The Iranian President @drpezeshkian called me.
I reiterated my firm demand: Cécile Kohler and Jacques Paris must be released. Their inhumane detention is unjust. I expect them to return to France.
I also expressed my deep concern about Iran’s nuclear program.…
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) June 21, 2025
Secondo Parigi, l’Unione Europea non può in alcun modo legittimare un ritorno a dinamiche di interventismo forzato in Medio Oriente. Lo stesso presidente Emmanuel Macron ha sottolineato la necessità di un approccio multilaterale e diplomatico per ogni questione internazionale, ribadendo la sua fiducia negli strumenti negoziali come unico mezzo legittimo per affrontare le crisi.
Consiglio europeo a Bruxelles: "La forza non è la soluzione da seguire"
La preoccupazione per l’inasprirsi del clima internazionale ha trovato spazio ufficiale anche nel Consiglio europeo riunitosi a Bruxelles. Nella sessione straordinaria dedicata alle tensioni tra Washington e Teheran, i leader dei 27 Stati membri hanno espresso una posizione comune e decisa.
Foreign ministers remain focused on a diplomatic solution, but concerns about the war escalating are high.
Any Iranian closure of the Strait of Hormuz would be extremely dangerous.
My doorstep ahead of today’s Foreign Affairs Council ↓ pic.twitter.com/VeHwCyxdL4
— Kaja Kallas (@kajakallas) June 23, 2025
In un comunicato finale, i rappresentanti europei hanno dichiarato:
"La forza non è la soluzione da seguire", riferendosi esplicitamente al rischio che si possa ricorrere a pressioni militari o azioni di forza unilaterali. L’Europa, si legge nel testo, “deve restare fedele ai suoi principi fondativi di diplomazia, dialogo e stabilità globale, evitando ogni forma di coinvolgimento in conflitti provocati da altri”.
La riunione di Bruxelles ha confermato che l’Unione Europea continuerà a sostenere l’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) e ad opporsi a ogni forma di destabilizzazione della regione, specialmente se condotta fuori da un contesto multilaterale.
"Le basi italiane non sono state utilizzate" per l'attacco americano all'Iran, "non ci risulta". Lo ha ribadito il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nel punto stampa a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles.
La minaccia dell'Iran: "Pronti a colpire anche in territorio americano"
La reazione di Teheran è stata tanto immediata quanto dura. Il generale Mohammad Bagheri, comandante delle forze armate iraniane, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale a margine di una riunione dell’alto consiglio militare, definendo le parole di Trump “un attacco alla dignità nazionale dell’Iran”. Bagheri ha affermato:
“Qualsiasi tentativo di minare la stabilità dell’Iran sarà considerato un’aggressione. I nostri nemici devono sapere che le nostre capacità di risposta non si limitano al Medio Oriente: anche negli Stati Uniti potremmo avere risorse pronte ad agire”.
Queste parole sono state interpretate da diversi osservatori come un riferimento esplicito all’eventuale attivazione di cellule dormienti iraniane presenti sul territorio americano. Secondo fonti di intelligence occidentali, esistono da anni sospetti sull’infiltrazione di uomini legati ai Pasdaran o ad Hezbollah all’interno degli Stati Uniti, pronti ad agire in caso di conflitto diretto con Teheran.
Questa strategia della deterrenza “asimmetrica” – cioè la minaccia di risposte indirette, anche sul piano cibernetico o attraverso attacchi interni – è una delle armi non convenzionali con cui l’Iran cerca di compensare l’inferiorità militare convenzionale rispetto a Washington.
L'Iran ha avvertito gli Stati Uniti: ci saranno gravi ripercussioni dopo gli attacchi di Washington agli impianti nucleari della Repubblica islamica.
"I combattenti dell'Islam vi infliggeranno conseguenze gravi e imprevedibili con operazioni militari potenti e mirate", ha detto il portavoce della base militare di Khatamulanbia, Ebrahim Zolfaghari, alla televisione di Stato.
Ripercussioni contenute sui mercati finanziari
Nonostante la gravità delle dichiarazioni e il timore crescente di un’escalation, i mercati finanziari hanno reagito con relativa stabilità. Le principali borse europee hanno aperto in leggero calo, ma hanno recuperato nel corso della giornata. L’Eurostoxx 50 ha chiuso con una flessione modesta dello 0,3%, segnale che gli investitori non percepiscono – almeno per ora – un pericolo imminente di guerra.
I titoli legati alla difesa e all’energia hanno mostrato leggeri rialzi, in particolare nel settore petrolifero, ma non si sono registrati picchi di volatilità significativi. Anche Wall Street ha aperto in modo prudente, mantenendo una certa cautela senza fughe in avanti o vendite massicce.
Secondo un’analisi di Goldman Sachs, “i mercati stanno valutando la situazione come instabile, ma non fuori controllo. Fino a quando non si passerà dalle parole ai fatti, è improbabile che ci siano scosse significative sui listini”.
La situazione rimane tesa ma sotto osservazione. L’iniziativa "MIGA" di Trump ha avuto l’effetto di inasprire i toni e aumentare i rischi, ma l’Europa ha chiarito che non seguirà una linea interventista. Al contrario, cerca di raffreddare il clima internazionale, ribadendo la centralità della diplomazia.