DIPLOMAZIA ARDUA

Il ministro della difesa iraniano vola a Mosca (che però non entrerà in guerra)

L'Onu chiede alla Aiea di fare ulteriori verifiche. Oggi a Bruxelles Consiglio europeo dei ministri degli Esteri

Il ministro della difesa iraniano vola a Mosca (che però non entrerà in guerra)
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Dopo gli attacchi statunitensi contro tre siti nucleari in Iran — Fordow, Natanz e Isfahan — il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi si è recato d’urgenza a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin e altri alti funzionari. Un viaggio ad alto contenuto simbolico, che conferma il peso della partnership strategica tra Teheran e il Cremlino, ma che non prelude a un coinvolgimento diretto della Russia nel conflitto.

Mosca prende tempo

Secondo l’agenzia ufficiale iraniana Irna, Araghchi ha definito l’incontro "urgente" per discutere degli "sviluppi regionali e internazionali a seguito dell’aggressione militare degli Stati Uniti e del regime sionista contro l’Iran", facendo riferimento a Israele.

Nonostante la visita di Araghchi e le dichiarazioni di solidarietà reciproca, Mosca ha finora mantenuto una posizione prudente. Il 17 gennaio 2025, infatti, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian hanno firmato un Trattato di Partenariato Strategico articolato in 47 punti, volto a rafforzare la cooperazione bilaterale in settori chiave come energia, difesa, commercio e tecnologia.

putin tregua pasqua
Vladimir Putin

Il trattato rappresenta un passo importante nella diplomazia tra i due Paesi, prevedendo anche l’espansione della cooperazione militare, con esercitazioni congiunte e programmi di addestramento. Tuttavia, l’accordo non prevede una clausola di difesa reciproca e non costituisce un’alleanza militare. In altre parole, la Russia non è obbligata a intervenire militarmente in caso di conflitto che coinvolga l’Iran, né viceversa.

Il vero obiettivo strategico del Cremlino sembra piuttosto ottenere vantaggi indiretti: con Washington ora impegnata su un nuovo fronte mediorientale, la pressione militare in Ucraina potrebbe allentarsi, favorendo le truppe russe e lasciando l’Europa ancora più sola nella gestione della crisi.

In quest’ottica, l’attacco statunitense potrebbe rivelarsi un “assist” inaspettato per Vladimir Putin. Un’eventuale riduzione dell’impegno americano in Ucraina, infatti, potrebbe aprire spazi decisivi per l’avanzata russa.

L’Onu: “No a un’escalation”

Nel frattempo, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha lanciato un forte appello alla moderazione. "La popolazione del Medio Oriente non può sopportare un altro ciclo di distruzione", ha dichiarato durante una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza. Guterres ha sollecitato il ritorno alla diplomazia e chiesto che venga garantito l’accesso pieno e immediato agli ispettori dell’Aiea nei siti nucleari iraniani.

Il segretario generale Onu Antonio Guterres

Anche il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi ha sottolineato la necessità di riprendere il controllo tecnico della situazione:

"Dobbiamo tornare al tavolo delle trattative e permettere agli ispettori di verificare le riserve di uranio arricchito in Iran", ha detto, riferendosi in particolare ai 400 kg al 60% di purezza, quantità vicina alla soglia necessaria per un’arma atomica.

L’Europa si muove

Oggi, lunedì 23 giugno, a Bruxelles si tiene una riunione cruciale del Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani parteciperà per aggiornare i partner europei sulla situazione in Medio Oriente e per discutere della crisi ucraina in vista del Vertice NATO e del prossimo Consiglio europeo.

Antonio Tajani

Tra i temi sul tavolo: la crisi a Gaza, il ruolo della Siria e, su iniziativa italiana, anche la Libia, con particolare attenzione alle ricadute migratorie. Tajani ribadirà l’impegno dell’Italia per una soluzione diplomatica al dossier iraniano e per la ripresa dell’accordo nucleare, oltre al sostegno umanitario ai civili coinvolti nei conflitti in corso.

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Cittadino

Mentre Putin scarica elegantemente il suo alleato l'Iran dai bombardamenti USA sui siti nucleari, chiederà in contropartita a Trump di poter invadere integralmente l'Ucraina. Do ut des!

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