Nono giorno di guerra fra Israele e Iran: colpito sito nucleare di Isfahan, risposta contro un condominio di Tel Aviv
Giovani dissidenti iraniani senza Internet. Continuano gli appelli del Papa per la pace

Il conflitto tra Israele e Iran ha raggiunto oggi, sabato 21 giugno 2025, il suo nono giorno, segnando una nuova e pericolosa escalation.
Israele colpisce sito nucleare iraniano
Nella notte, l'aviazione israeliana ha nuovamente colpito il sito nucleare iraniano di Isfahan, già precedentemente bombardato nei giorni scorsi.
Nonostante la delicatezza dell’obiettivo, le autorità iraniane — tramite l’agenzia Fars — hanno rassicurato che non si sono verificate fughe radioattive né vittime.
L'attacco al sito visto dalla città questa mattina:
🚨🔴This is what the area of the nuclear facility in Isfahan looked like this morning – after the Israeli strike. pic.twitter.com/AB58uQfaGR
— THE UNKNOWN MAN (@Theunk13) June 21, 2025
Ma la risposta di Teheran non si è fatta attendere.
Missili iraniani, condominio a fuoco
Missili iraniani hanno raggiunto Israele nelle prime ore dell’alba. Le sirene hanno squarciato il silenzio in diverse città e i soccorritori parlano di almeno 5-10 impatti a terra.
A Tel Aviv, una scheggia di un missile intercettato ha scatenato un incendio sul tetto di un condominio di quattro piani nel quartiere centrale Dan Bloc, seminando il panico tra i residenti.
Gli effetti delle risposte iraniane sulla capitale:
New Tel Aviv 🇮🇱💥 pic.twitter.com/iZ7nFry00Q
— Dr. Anastasia Maria Loupis (@DrLoupis__) June 21, 2025
Mentre la guerra si combatte con droni e missili, in Iran si combatte anche un'altra battaglia: quella della dissidenza.
I dissidenti lasciati senza internet
Almeno 22 persone sono state arrestate con l'accusa di spionaggio per Israele dall’inizio delle ostilità. Tra le ombre di Teheran, però, si alzano le voci di chi non ha mai smesso di opporsi al regime.
I giovani dissidenti si stanno preparando da anni per questo giorno e ora che vedono finalmente un regime debole e avvertono che potrebbe crollare da un momento all’altro, sono pronti ad agire.
Ma il regime iraniano risponde con la sua arma più subdola: la censura. Con il pretesto di proteggere il paese da attacchi informatici, il governo ha bloccato l’accesso a internet in molte zone, tagliando di fatto la comunicazione tra dissidenti e limitando l’informazione per impedire di raccontare ai cittadini la reale situazione del conflitto.
L'appello di pace del Papa
Il Ministero delle Comunicazioni, citato dall’agenzia Tasnim, parla di “restrizioni temporanee dovute alle condizioni speciali”. Ma per chi tenta di ribellarsi, questo equivale a un silenziamento sistematico.
Dal Vaticano arriva nel frattempo l’unico faro spirituale in un contesto internazionale sempre più buio. Papa Leone XIV, nella sua prima intervista esclusiva al TG1, ha lanciato un appello accorato per la pace.
“Troppi gli innocenti che stanno morendo a causa dei conflitti - ha dichiarato - Mettiamoci insieme per cercare soluzioni alla guerra: bisogna evitare l’uso delle armi”.