I finti concerti sold out e la truffa dei biglietti che rispuntano: scoperchiato il vaso di Pandora
I concerti gonfiati aumentano l'hype, ma mettono gli artisti in trappola. Il risultato? Annullamenti dei live a data da destinarsi, scelte al ribasso (piazze o quando va bene palazzetti o teatri al posto di stadi), o tour dimezzati

Un mistero? Un pasticciaccio? Un malaffare o peggio, una "porcata"? Fatto sta che sui concerti live dei nostri gruppi o cantanti, negli stadi, negli spazi aperti o nei palazzetti, qualcosa non quadra.
E ormai se ne stanno accorgendo tutti.
Concerti annunciati, biglietti bruciati in pochi minuti, date sold out con mesi se non un anno di anticipo: una cosa apparentemente incredibile... e infatti non era vera.
I roboanti annunci erano solo una facciata per "pompare" l'artista di turno, mentre il dietro le quinte del mondo della musica puzzava di marcio.
I live in Italia, la truffa dei biglietti che rispuntano
Da lì, infatti - aspetto affatto secondario - il via libera al mercato neanche troppo "clandestino" dei bagarini (perché ormai nell'era dei social tutto viene fatto alla luce del sole) con biglietti venduti anche al quadruplo o al quintuplo dei prezzi dei canali ufficiali.
Con annesse, immancabili, truffe e raggiri con la vendita di biglietti falsi o mai arrivati a destinazione.
Infine, biglietti che "rispuntano fuori" a prezzi "regolari" sui canali ufficiali di vendita a ridosso dei concerti.
Pochi giorni prima, il giorno prima o addirittura poche ore prima.
E' accaduto con Max Pezzali, con Vasco, con Jovanotti, con Cesare Cremonini.

A distanza di mesi, quando ormai ci si era rassegnati a guardare le stories degli altri, ecco che, come per magia, spuntano biglietti sui canali ufficiali. Non uno o due. Decine, a volte centinaia, riappaiono a poche ore dallo show. Nessun preavviso. Nessuna trasparenza. Solo un messaggio: “Disponibilità limitata”.
Chi scrive, il biglietto per il concerto di Vasco sia quest'anno che lo scorso, l'ha acquistato il giorno prima del concerto in una rivendita ufficiale.
E di fronte alla vendita regolare "last minute" di fronte alla contentezza di chi riesce ad andare agli show fa da contraltare la beffa di chi, pensando che i biglietti fossero esauriti da mesi, li aveva acquistati anche a 300-400 euro.
Oppure ancor peggio li aveva pagati a peso d'oro e gli sono mai arrivati. O gli sono arrivati, ma falsi.
Non solo i biglietti che "ricompaiono", il giallo dei concerti che "spariscono"
Ma non finisce qui. Perché a questo clima di sospetto e opacità si aggiungono i casi delle tournée annullate all’ultimo momento.
A volte per motivi tecnici, altre per “imprevisti logistici”, altre ancora… chissà.
Nessuno spiega, nessuno si scusa davvero. E intanto, i fan organizzano viaggi, prenotano hotel, chiedono ferie. Chi ripaga tutto questo?
La "bomba" sganciata dai Tiromancino
In questi ultimi giorni i Tiromancino con il loro leader Federico Zampaglione su questo secondo "filone" del pasticciaccio dei live, hanno "sganciato" la bomba.
Che potrebbe avere anche ricadute giudiziarie.
Zampaglione in un recente post sui social ha descritto chiaramente e con abbondanza di particolari quello che appare come un sistema rodato che coinvolge soprattutto le nuove leve della nostra musica, in rampa di lancio specie le partecipazioni a talent show.
Secondo Zampaglione il meccanismo è ormai collaudato e segue un canovaccio preciso: un giovane artista dopo un singolo di successo viene lusingato (a volte ingenuamente) a puntare su palazzetti o stadi, con promesse di sold out e aumenti esponenziali di visibilità.
I giovani negli stadi, il "trappolone" denunciato da Zampaglione
Ma quando le prevendite arrancano, ecco allora che scatta il piano B: biglietti a a 10 euro, distribuiti a dipendenti di grosse e medie aziende o addirittura offerti nei supermercati.
E ancora, contest o concorsi improvvisati con influencer e Pr nei locali, addirittura "retate" per assicurare un “pubblico” apparente.
In questi giorni c'è chi assicura che i biglietti di Elodie a San Siro siano stati venduti all'ultimo momento a prezzi stracciati. E in tanti assicurano che sia accaduta la stessa cosa altre volte per altri artisti.

Il risultato? Sale la percezione del successo, mentre l'artista paga di tasca propria per nascondere i nodi veri.
Secondo la denuncia di Zampaglione l’85 % di quanto ricavato finisce in mano dei promoter e l'artista rimane schiacciato da clausole capestro: tutto il guadagno – o quasi – va agli organizzatori, che recuperano i costi a discapito del performer.
In questi giorni anche Repubblica ha ben "fotografato" la situazione: i concerti gonfiati aumentano hype, ma mettono gli artisti in trappola.
Il risultato? Annullamenti dei live a data da destinarsi, scelte al ribasso (piazze o quando va bene palazzetti o teatri al posto di stadi), o tour dimezzati.
Emblematici in questi ultimi giorni i casi di Rkomi, Bresh, The Kolors e altri ancora, mentre alcuni cantanti sono spariti (almeno al momento) dalla circolazione come Sangiovanni e Angelina Mango.

Un sistema complesso, contorto, "malato", che travolge cantanti e band, ma anche gli spettatori e i fans.