ALLA CASA BIANCA

Il surreale incontro fra Trump e i giocatori della Juventus: dal pallone all'Iran (con imbarazzo)

Si doveva dare il benvenuto e l'in bocca al lupo alla Juventus per l'avventura nel Mondiale per Club, l'ultima strampalata invenzione di Uefa e Fifa. E' finita che invece che di calcio si è parlato di attacchi missilistici, escalation e addirittura di terza guerra mondiale

Il surreale incontro fra Trump e i giocatori della Juventus: dal pallone all'Iran (con imbarazzo)
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Il primo pensiero è andato a quando magari toccherà loro scendere in campo portando uno striscione contro la guerra oppure a fine partita davanti alle telecamere lanciare messaggi di sensibilizzazione su qualsivoglia argomento.

Perché quanto visto l'altro giorno (in Italia era sera, quasi all'orario di cena) nello studio ovale della Casa Bianca è sembrato decisamente surreale.

Da una parte l'uomo più potente del mondo, dietro lui la squadra più scudettata d'Italia.

Si doveva dare il benvenuto e l'in bocca al lupo alla Juventus per l'avventura nel Mondiale per Club, l'ultima strampalata invenzione di Uefa e Fifa.

E' finita che invece che di calcio si è parlato di attacchi missilistici, escalation e addirittura di terza guerra mondiale.

 

Quando la Juve incontrò Trump e fu testimone di un conflitto mondiale

A pensarla bene, forse non la si sarebbe realizzata così.

Eppure è accaduto. Eppure sulle prime, davanti alle prime foto, davanti alle prime agenzie di stampa, qualcuno pensava a una fake news, addirittura a un qualcosa creato con l'intelligenza artificiale.

Invece era incredibilmente tutto vero.

Qualche sorriso (forzato), qualche faccia perplessa (vera), qualche espressione (la maggior parte) a chiedersi:

"Ma che ci facciamo qui?"

Perché diciamocelo apertamente, con tutto il bene e il rispetto che si può portare a una Vecchia Signora, di calcio (uno sport verso il quale tra l'altro gli americani) sono piuttosto tiepidi, cosa mai poteva importare ai giornalisti presenti in una giornata che poteva essere decisiva per le dinamiche geopolitiche mondiali?

Quando la realtà supera l'immaginazione, parlare di calcio con una guerra all'orizzonte

Trump e i giocatori della Juventus
Trump e i giocatori della Juventus

E si che spesso nello sport, la parola d'ordine è "The show must go on".

Del resto, triste ironia del destino di questo schema, la Juve era già stata protagonista di una pagina storia quando nella tragica finale dell'allora Coppa dei Campioni allo stadio Heysel di Bruxelles l'Uefa decise che la partita tra bianconeri e Liverpool si dovesse giocare lo stesso nonostante le decine e decine di morti causati dall'furia animale degli hooligans inglesi.

Ma va da sé che come a Bruxelles, qualcosa l'altro giorno alla Casa Bianca non ha funzionato.

I giocatori bianconeri e il loro allenatore Igor Tudor sono stati protagonisti di un qualcosa che non avrebbero voluto.

A spiegare l'imbarazzo generale di giocatori, tecnici e dirigenti, oltre alle facce (quelle di Tudor, Vlahovic, McKennye erano tutto un programma) sono bastate le dichiarazioni di Timothy Weah, figlio d'arte, e tra l'altro proprio di nazionalità americana:

"Ci hanno detto che dovevamo andare e non avevo scelta, ma mi ha colto di sorpresa, davvero. È stato un po’ strano. Quando Trump ha iniziato a parlare di politica, dell’Iran e tutto il resto, è stato tipo: Ehi, io voglio solo giocare a calcio, amico".

In bocca al lupo agli americani, le donne in squadra, la guerra

Trump e i giocatori della Juventus
Trump e i giocatori della Juventus

E sì che complici alcune dinamiche commerciali (gli interessi della famiglia Agnelli e Stellantis a Detroit nel settore auto), l'incontro di The Donald con la squadra bianconera era nato tutto sommato nel migliore dei modi.

Trump aveva seguito un protocollo ortodosso:

"E' un onore avervi qui, spero che i giocatori americani che avete in squadra saranno i migliori in campo".

Ma poi, ben prima del tema guerra e attacco all'Iran era già scattato il black out.

Perché il numero uno della Casa Bianca nel modo più naturale possibile, come se nulla fosse, ha chiesto a Tudor e ai suoi giocatori:

"E con le donne come la mettiamo? Potrebbero giocare con voi, venire nel vostro spogliatoio?".

Una domanda che ha fatto calare il gelo, paradossalmente un siluro ancor più pesante delle domande e degli affondi sulla possibile guerra all'Iran.

Poi il resto dell'incontro. Con le domande dei giornalisti sull'invasione a Teheran, sulla possibile escalation, sull'allargamento del conflitto.

Per dovere di cronaca, vale la pena sottolineare che la società bianconera non ha postato alcuna foto o aggiornamento sulle proprie pagine social riguardo l'incontro con il presidente Trump.

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