Siparietto fra Tajani e Bianca Berlinguer: "Ho fatto tanti anni il giornalista, non accetto la lezioncina da lei"
La giornalista: “Io faccio domande… noi qui le facciamo. So che non siete abituati, ma qui facciamo così”
Incalzato dall'opposizione sulle previsioni errate dell'attacco di Israele, messo all'angolo dagli alleati di Centrodestra su jus scholae e terzo mandato, alla ribalta mediatica dopo lo scontro con Bianca Berlinguer a Rete4 sempre su Israele, Iran e Gaza.
Tempi duri per il vicepremier, Ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani.
Tajani vs Berlinguer su Israele-Gaza
- "Gentile signora, mi faccia finire o me ne vado"
- "Io faccio interviste, capisco che non siete abituati alle domande" #esemprecartabianca pic.twitter.com/rvVkCO8asv— Il Grande Flagello (@grande_flagello) June 17, 2025
Berlinguer-Tajani, lo scontro in Tv
Lo scontro dell'altra sera con Bianca Berlinguer a "E' sempre Cartabianca" su Rete 4 è ormai diventato virale e a molti ha ricordato un episodio analogo accaduto anni fa a Rai Tre con protagonisti l'allora leader di Forza Italia e del Centrodestra Silvio Berlusconi e la giornalista (ora europarlamentare del Pd) Lucia Annunziata.
Berlusconi in quell'occasione lasciò la trasmissione della terza rete Rai dopo pochi minuti dall'inizio del confronto con la conduttrice.
Al centro dell'intervista, considerando anche il ruolo istituzionale nel Governo, di Tajani soprattutto la situazione internazionale e in particolare i fronti aperti da Israele nella striscia di Gaza e in Iran dopo l'attacco notturno della scorsa settimana giustificato con la minaccia atomica portata avanti da Teheran.
Domande, risposte (interrotte), la "minaccia" di andarsene
Il canovaccio dell'intervista della conduttrice (notoriamente di sinistra, figlia dell'ex leader del partito comunista Enrico Berlinguer) ha però quasi subito portato a una tensione che si è tagliata a fettine in studio, con vivaci (eufemismo) scambi tra la giornalista e Tajani.
Una sorta di scontro all'ultimo "interrompimento" come stanno ironizzando molti in queste ore, tanto che il vicepremier a un certo punto ha sbottato e ha "minacciato" di andarsene.
La Berlinguer, con la sua aria compostamente inquisitoria (che in realtà non risparmia quasi nessuno, specie con interlocutori del Centrodestra), ha lancia la miccia:
“Ministro, cosa ha fatto il governo per scoraggiare Israele?”.
Tajani, con fare da giornalista navigato (come orgogliosamente rivendicato in uno dei botta e risposta), ha cercato di replicare, ma la conduttrice lo ha incalzato subito:
“Non basta!".
Ed è lì che il dibattito-intervista ha iniziato a somigliare a una partita di ping‑pong verbale.
Dopo l’ennesima interruzione, Tajani ha sbottato:
“Se mi interrompe, io me ne vado”.
Ma la giornalista l'ha interrotto ancora, tra l'altro lanciando un ulteriore siluro:
“Io faccio domande… noi qui le facciamo. So che non siete abituati, ma qui facciamo così”.
Il passato da giornalista del vicepremier e ministro
Come detto, durante l'intervista Tajani ha orgogliosamente ricordato il suo passato da giornalista.
Il vicepremier è infatti giornalista professionista dal 1980. Prima della discesa in campo in politica di Silvio Berlusconi nel 1994, è stato cronista parlamentare e redattore de Il Settimanale, conduttore radiofonico del Gr1 in Rai e infine, responsabile della redazione romana de il Giornale quando era diretto da Indro Montanelli.
È stato inviato speciale in Siria, nell'allora Unione Sovietica e Somalia.
Giugno che tormento: Tv, opposizione, alleati e...
Un mese di giugno dunque decisamente "pesante" e impegnativo per il vicepremier e segretario nazionale di Forza Italia nonostante la corazza di politico di lungo corso.
La situazione internazionale con le situazioni tra Russia e Ucraina, Israele e Palestina, Israele e Teheran preoccupano e non poco.
Tanto che qualche settimana fa a Brescia davanti ai cronisti della stampa locale durante un incontro politico sul territorio Tajani aveva commentato amaramente:
"Sono il ministro degli Esteri più sfigato della storia".
Ma a preoccupare e a rovinare l'umore del rappresentante del Governo sono anche le questioni di politica interna.
Sotto la lente le tensioni interne con Lega e Fratelli d'Italia su ius scholae e terzo mandato.
Fdi recentemente ha "aperto" alla possibilità di ricandidare i Governatori delle Regioni per una terza volta.
Una strategia politica su cui spinge la Lega (per le situazioni che interessano Luca Zaia in Veneto e Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia) con il partito di Giorgia Meloni che potrebbe allora passare all'incasso con la candidatura di un suo esponente in Lombardia.
Dalla sua, Forza Italia continua a mettere sul tavolo la questione della cittadinanza italiana e dello ius scholae. Una "partita" che non raccoglie però alcun riscontro da parte di Salvini e Meloni.
Infine, ma non certo da ultimo ci sono anche "spine" interne per Tajani.
Le voci di corridoio dei soliti bene informati segnalano infatti "moti" ribelli da parte di quei parlamentari (deputati e senatori) che, sicuri di non essere ricandidati alle prossime Politiche, stanno iniziando a mostrare segnali di insofferenza alla linea politica del segretario nazionale.