Indagati per omicidio i poliziotti che hanno sparato al killer del carabiniere Legrottaglie
Dura posizione del sindacato di Polizia Sap che chiede di cambiare le regole

Un atto dovuto, ma che suscita già polemiche e indignazione. I due poliziotti che giovedì 12 giugno 2025 hanno intercettato i due ricercati per l'omicidio di Carlo Legrottaglie, il brigadiere 59enne ucciso dopo un inseguimento, sono stati indagati per omicidio colposo.
Una volta intercettati i banditi, infatti, era nato uno scontro a fuoco nel quale è morto Michele Mastropietro, 59 anni, con numerosi precedenti penali.
Indagati per omicidio i poliziotti che hanno sparato al killer del carabiniere
L'iscrizione nel registro degli indagati degli agenti della Polizia di Stato è, come detto, un atto dovuto in vista dell'autopsia sul corpo di Mastropietro, il cui incarico sarà affidato martedì 17 giugno 2025 dal pubblico ministero Francesco Ciardo.
L'ipotesi di reato è quella di omicidio colposo con riferimento all'eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi.
L'omicidio Legrottaglie
Legrottaglie, all'ultimo giorno di lavoro, aveva intercettato con un collega l'auto su cui viaggiavano i due banditi. Ne era nato un inseguimento nel quale le due auto si erano scontrate. Poi, i malviventi erano scesi e avevano esploso alcuni colpi, ferendo a morte il brigadiere capo Legrottaglie.
Dopodiché erano fuggiti nelle campagne di Grottaglie. Qui erano stati intercettati in una masseria, dove si erano asserragliati, da due agenti della Polizia. Nonostante l'ordine di gettare l'arma, Mastropietro ha sparato verso i poliziotti, che hanno risposto al fuoco, uccidendolo.
Il presunto complice, Camillo Giannattasio, 56 anni, si è invece arreso ed è stato arrestato per detenzione di un arsenale e si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'udienza di convalida del fermo.
La condanna dei sindacati di polizia
Il Sindacato autonomo di polizia (Sap) ha duramente criticato la questione, chiedendo di rivedere le norme:
"Puntuale come un orologio svizzero è arrivato l'avviso di garanzia - ha dichiarato il segretario generale Stefano Paoloni - I colleghi hanno fatto il loro dovere per fermare due pericolosi assassini armati, rischiando la vita, e ora rischiano un processo".
"E' ora di cambiare la norma e quando sussistono cause di giustificazione del reato quali l'uso legittimo delle armi la legittima difesa e l'adempimento del dovere non si proceda piu' con l'avviso di garanzia automatico ma siano prima effettuati accertamenti di garanzia nei quali sia la nostra amministrazione a dover rappresentare gli operatori nelle prime fasi di verifica".
Parole che hanno trovato sponda nel presidente del Senato Ignazio La Russa:
"Trovo ragionevoli e condivisibili le parole del segretario generale del SAP Stefano Paoloni che auspica siano riviste le norme di procedura penale per i casi in cui servitori dello Stato, a sprezzo del pericolo e della loro stessa vita, intervengono con l’uso legittimo delle armi per assicurare alla giustizia pericolosi banditi. In sostanza, Paoloni chiede che prima della emissione di un avviso di garanzia automatico, si proceda rapidamente ad accertamenti di garanzia che possano consentire agli inquirenti di escludere ogni necessità, sinanche lo stesso avviso che benché posto a garanzia del destinatario, produce comunque seri danni al servitore dello Stato che abbia operato in maniera doverosa e cristallina come gli stessi agenti intervenuti contro gli assassini del brigadiere Legrottaglie".
Dura condanna anche da parte della Lega, che in una nota ha definito "sconcertante e dolorosa" la notizia dell’indagine.
I funerali del brigadiere Legrottaglie
Intanto, a Ostuni sono stati celebrati i funerali del brigadiere Legrottaglie, a cui ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.