Domani Meloni al G7 in Canada, oggi Tajani alle Camere sulla situazione in Medio Oriente
L'opposizione schernisce il ministro: "Meno male che due giorni fa aveva detto che l'attacco dell'Iran non era imminente"

La premier in Canada, il suo vice e Ministro degli Esteri a riferire alle Camere per riferire sulla situazione in Medio Oriente.
E' un'agenda decisamente frenetica quella del nostro Governo per questo fine settimana.
La premier vola in Canada
Una missione estera con le antenne dritte alle situazioni che interessano Ucraina, Israele, Iran e Gaza.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è infatti in partenza per il vertice del G7, in programma da domani, domenica 15 giugno 2025, al 17 a Kananaskis, in Canada.

In agenda di lavoro fitta, ma dove, oltre ai temi economici e geopolitici globali, la premier vuole mettere sul tavolo anche la questione migranti, una delle priorità del Governo e del partito di cui è leader, Fratelli d'Italia.
Secondo le anticipazioni della viglia, Meloni si presenta al summit, forte della sintonia d'intenti con la Casa Bianca (il dossier migratorio è stato condiviso proprio con gli Stati Uniti), anche se non mancano divergenze tra i leader del G7.
Ma non solo. Sotto la lente c'è anche la redazione e il "lancio stampa" di un comunicato congiunto finale che sarebbe privo di riferimenti diretti alla guerra in Ucraina con Italia, Francia e Germania che non stanno trovando l'accordo sui contenuti finali e definitivi del documento.
Medio Oriente spina nel fianco di Tajani, il Ministro riferisce alle Camere
Tornando in Italia, ma sempre su temi esteri e internazionali, il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani sarà invece impegnato alle Camere per riferire sulla situazione in Medio Oriente.

Un passaggio non di poco conto tanto più che ieri il rappresentante del Governo e segretario nazionale di Forza Italia è stato preso di mira dalla stampa e dall'opposizione di Centrosinistra proprio a seguito dell'attacco di venerdì notte di Israele all'Iran.
Al momento, Tajani è a sua volta "sotto attacco" perché proprio il giorno prima, giovedì, gli era stato chiesto della possibilità di un'azione israeliana in Iran (anche a fronte della chiusura degli Stati Uniti delle ambasciate a Teheran e Gerusalemme), ma il Ministro aveva risposto che non c'erano "segnali di preoccupazioni in tal senso".
Uno stato dell'arte tra l'altro non solo smentito dal fatto che oltre che gli Stati Uniti, tutti i maggiori Paesi europei sembravano al corrente della cosa, ma reso ancor più paradossale dalle parole del Ministro della Difesa Guido Crosetto che ieri nel primo pomeriggio ha spiegato che "l'Italia si aspettava l'attacco di Israele esattamente nel giorno e nell'orario in cui è avvenuto".
Il Ministro degli Esteri in Parlamento, gli attacchi dell'opposizione
Fatto sta che nonostante la giornata prefestiva, ma considerata la situazione di alta drammaticità che va attenzionata ora in ora, le Camere saranno riaperte oggi, sabato 14 giugno 2025, alle 11 per l'audizione, in Commissione, del ministro degli Esteri Antonio Tajani sull'escalation della crisi in Medioriente dopo l'attacco israeliano all'Iran.
Ma come detto, è scontro con l'opposizione per le parole del titolare della Farnesina che, dando la propria disponibilità a riferire in qualsiasi momento su quanto sta accadendo, ha invitato, però, le minoranze a "svegliarsi presto la mattina".
Al di là delle punzecchiature del Ministro le opposizioni sono però andate all'attacco nei suoi confronti proprio per la posizione da lui tenuta a poche ore dall'operazione missilistica israeliana contro Teheran.
Ad esempio, il segretario del Partito democratico Elly Schlein ha tuonato:

"Il Governo venga a riferire in Aula al Paese e faccia qualcosa di concreto per fermare questa escalation, perché l’Italia ripudia la guerra. Ad ogni modo mi pare che sia Tajani quello che deve svegliarsi e non le opposizioni visto che fino a ieri Tajani diceva che non c'erano segnali di attacchi imminenti".
Anche l'ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva Matteo Renzi ha ironizzato e non poco su questo aspetto:

"Mentre gli Stati Uniti informavano gli alleati dell'imminente attacco israeliano all'Iran, Tajani diceva con il consueto tempismo: 'Non c'è nessun segnale che possa esserci un attacco immediato'. Ai tavoli internazionali la coppia Meloni-Tajani non se la fila nessuno e questo è molto triste per chi come noi ama l'Italia".