le parole del presidente

Mattarella: "Vaccinarsi è un dovere civico e morale"

Il capo dello Stato ha parlato di vaccini all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Pavia.

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"Vaccinarsi è un dovere civico e morale. Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso   la vita altrui". Parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel pomeriggio di domenica 5 settembre 2021 - dopo la presenza all'apertura del Supersalone a Milano - ha partecipato all'apertura dell'anno accademico dell'Università di Pavia.

Mattarella: "Il vaccino è un dovere"

Scuola, istruzione, ma anche e soprattutto attualità. Impossibile non fare un richiamo alla situazione attuale del Paese per il capo dello Stato, intervenuto nel pomeriggio di oggi a Pavia. E naturalmente il tema centrale non potevano non essere i vaccini anti-Covid.

"La salute è un bene pubblico, di cui abbiamo tutti la responsabilità sociale. In questo momento abbiamo il dovere morale e civico della vaccinazione. E' lo strumento che in grande velocità la comunità scientifica ci ha consegnato per sconfiggere il virus e sta consentendo di superarne le conseguenze non solo di salute ma anche economiche e sociali".

Sui No vax

Il presidente ha poi parlato di libertà di scelta e anche delle violenze che nelle ultime settimane hanno interessato il nostro Paese.

"Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui. Chi pretende di non vaccinarsi, con l'eccezione di chi non può farlo per salute, e di svolgere una vita normale frequentando luoghi di lavoro o svago, costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà, a rinunciare alla propria possibilità di recuperare in pieno luoghi e modi e tempi di vita. Non posso poi non dire una parola sulla violenza e le minacce rivolte in questo periodo contro medici, scienziati,  giornalisti e persone delle istituzioni. Si tratta di fenomeni allarmanti che vanno contrastati con fermezza, anche sanzionando con doveroso rigore".

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