PALESTINA

Israele persevera: lancio di razzi alla Siria, a Khan Younis dopo l'ospedale presa di mira anche una scuola

Sospesa di nuovo la consegna di aiuti umanitari e cibo nella Striscia

Israele persevera: lancio di razzi alla Siria, a Khan Younis dopo l'ospedale presa di mira anche una scuola
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Continua l'escalation in Medio Oriente, dove nelle ultime ore si sono intensificati gli scontri tra Israele e Siria, mentre nella Striscia di Gaza si aggrava la crisi umanitaria a seguito di nuovi attacchi aerei israeliani.

Lancio di razzi alla Siria

L’esercito israeliano (IDF) ha annunciato di aver colpito obiettivi militari del “regime siriano” nel sud della Siria, in risposta al lancio di due razzi avvenuto ieri mattina verso il territorio israeliano. I proiettili, secondo fonti militari, sono caduti in aree disabitate sulle alture meridionali del Golan senza causare danni. Tuttavia, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha attribuito la responsabilità diretta al nuovo leader siriano Ahmad al-Sharaa: “La piena risposta arriverà presto. Israele non permetterà un ritorno alla realtà del 7 ottobre”.

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Israel Katz, Ministro della Difesa di Israele

Il ministero degli Esteri siriano ha negato qualsiasi coinvolgimento nei lanci di razzi e ha condannato i raid israeliani, parlando di “pesanti perdite umane e materiali” nella città di Daraa e denunciando una violazione della sovranità nazionale. “Non rappresentiamo una minaccia per nessuno nella regione”, ha affermato il governo siriano, chiedendo alla comunità internazionale di intervenire per fermare le operazioni militari israeliane e favorire soluzioni pacifiche. Anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato le esplosioni avvenute nel sud del Paese, tra Quneitra e Daraa, senza riportare al momento vittime accertate.

Raid israeliano a Khan Younis

Nel frattempo, la situazione nella Striscia di Gaza continua a peggiorare. La protezione civile ha riferito che almeno 12 persone, tra cui donne e bambini, sono state uccise in un attacco aereo israeliano contro una tenda per sfollati nei pressi della scuola Al-Hinnawi, a ovest di Khan Younis. La struttura ospitava famiglie sfuggite ai combattimenti.

Poche ore prima, il Comitato Internazionale della Croce Rossa aveva comunicato che 27 palestinesi erano stati uccisi nel sud della Striscia a seguito di un altro attacco presso un centro di distribuzione di aiuti a Rafah. L’ospedale da campo della Croce Rossa a Rafah ha ricevuto 184 feriti, dei quali 19 sono morti all’arrivo e altri 8 poco dopo, secondo il portavoce dell’organizzazione.

Sospesi nuovamente gli aiuti umanitari

A causa dei ripetuti attacchi, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) – l’organizzazione sostenuta da Israele e Stati Uniti per la distribuzione di aiuti – ha annunciato la sospensione temporanea delle operazioni. “I centri di distribuzione saranno chiusi per lavori di riorganizzazione e miglioramento dell’efficienza”, si legge in una nota. Le strade di accesso sono state dichiarate zone di combattimento e il passaggio dei civili è stato vietato, secondo quanto riportato dal portavoce militare israeliano Avichay Adraee.

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La Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha annunciato la sospensione temporanea delle operazioni

Intanto, la società americana Boston Consulting Group (BCG), che aveva contribuito alla progettazione della GHF, ha interrotto la collaborazione e ritirato il proprio personale, come confermato dal Washington Post. Fonti vicine al progetto ritengono che sarà “difficile per la fondazione continuare a operare” senza il supporto logistico e amministrativo fornito dalla BCG.

Mentre i bombardamenti proseguono e gli aiuti restano bloccati, la popolazione civile nella Striscia di Gaza si trova ora a fronteggiare una nuova emergenza umanitaria. Organizzazioni internazionali e autorità locali temono che la sospensione delle operazioni della GHF possa aggravare ulteriormente la situazione, già resa drammatica dalla carenza cronica di cibo, acqua potabile e cure mediche. Israele, da parte sua, ribadisce la necessità di “neutralizzare ogni minaccia” che possa emergere da Siria e Gaza, mantenendo alta la pressione militare.

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