Israele persevera: lancio di razzi alla Siria, a Khan Younis dopo l'ospedale presa di mira anche una scuola
Sospesa di nuovo la consegna di aiuti umanitari e cibo nella Striscia

Continua l'escalation in Medio Oriente, dove nelle ultime ore si sono intensificati gli scontri tra Israele e Siria, mentre nella Striscia di Gaza si aggrava la crisi umanitaria a seguito di nuovi attacchi aerei israeliani.
Lancio di razzi alla Siria
L’esercito israeliano (IDF) ha annunciato di aver colpito obiettivi militari del “regime siriano” nel sud della Siria, in risposta al lancio di due razzi avvenuto ieri mattina verso il territorio israeliano. I proiettili, secondo fonti militari, sono caduti in aree disabitate sulle alture meridionali del Golan senza causare danni. Tuttavia, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha attribuito la responsabilità diretta al nuovo leader siriano Ahmad al-Sharaa: “La piena risposta arriverà presto. Israele non permetterà un ritorno alla realtà del 7 ottobre”.

Il ministero degli Esteri siriano ha negato qualsiasi coinvolgimento nei lanci di razzi e ha condannato i raid israeliani, parlando di “pesanti perdite umane e materiali” nella città di Daraa e denunciando una violazione della sovranità nazionale. “Non rappresentiamo una minaccia per nessuno nella regione”, ha affermato il governo siriano, chiedendo alla comunità internazionale di intervenire per fermare le operazioni militari israeliane e favorire soluzioni pacifiche. Anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha confermato le esplosioni avvenute nel sud del Paese, tra Quneitra e Daraa, senza riportare al momento vittime accertate.
Raid israeliano a Khan Younis
Nel frattempo, la situazione nella Striscia di Gaza continua a peggiorare. La protezione civile ha riferito che almeno 12 persone, tra cui donne e bambini, sono state uccise in un attacco aereo israeliano contro una tenda per sfollati nei pressi della scuola Al-Hinnawi, a ovest di Khan Younis. La struttura ospitava famiglie sfuggite ai combattimenti.
🔴 NEW: At Least 26 Killed Across Gaza, Including 18 in Israeli Strike on Shelter in Khan Younis
The deadliest strike overnight hit a school sheltering displaced families in Khan Younis, killing at least 18 people. Many of the victims had recently fled eastern Khan Younis. Here… pic.twitter.com/kRzBuAmu1v
— Drop Site (@DropSiteNews) June 4, 2025
Poche ore prima, il Comitato Internazionale della Croce Rossa aveva comunicato che 27 palestinesi erano stati uccisi nel sud della Striscia a seguito di un altro attacco presso un centro di distribuzione di aiuti a Rafah. L’ospedale da campo della Croce Rossa a Rafah ha ricevuto 184 feriti, dei quali 19 sono morti all’arrivo e altri 8 poco dopo, secondo il portavoce dell’organizzazione.
Sospesi nuovamente gli aiuti umanitari
A causa dei ripetuti attacchi, la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) – l’organizzazione sostenuta da Israele e Stati Uniti per la distribuzione di aiuti – ha annunciato la sospensione temporanea delle operazioni. “I centri di distribuzione saranno chiusi per lavori di riorganizzazione e miglioramento dell’efficienza”, si legge in una nota. Le strade di accesso sono state dichiarate zone di combattimento e il passaggio dei civili è stato vietato, secondo quanto riportato dal portavoce militare israeliano Avichay Adraee.

Intanto, la società americana Boston Consulting Group (BCG), che aveva contribuito alla progettazione della GHF, ha interrotto la collaborazione e ritirato il proprio personale, come confermato dal Washington Post. Fonti vicine al progetto ritengono che sarà “difficile per la fondazione continuare a operare” senza il supporto logistico e amministrativo fornito dalla BCG.
Mentre i bombardamenti proseguono e gli aiuti restano bloccati, la popolazione civile nella Striscia di Gaza si trova ora a fronteggiare una nuova emergenza umanitaria. Organizzazioni internazionali e autorità locali temono che la sospensione delle operazioni della GHF possa aggravare ulteriormente la situazione, già resa drammatica dalla carenza cronica di cibo, acqua potabile e cure mediche. Israele, da parte sua, ribadisce la necessità di “neutralizzare ogni minaccia” che possa emergere da Siria e Gaza, mantenendo alta la pressione militare.