Zelensky invoca "pressioni Usa"

Guerra Ucraina: da Istanbul solo un altro scambio di prigionieri

Kiev ha consegnato una lista di 339 bambini, sostenendo che siano stati deportati illegalmente; Mosca ha negato qualsiasi accusa di rapimento, sostenendo che i minori siano stati “salvati” da zone di guerra e che verranno riconsegnati una volta identificati genitori o tutori

Guerra Ucraina: da Istanbul solo un altro scambio di prigionieri
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Durante un nuovo round di colloqui tra Russia e Ucraina, tenutosi a Istanbul, è emersa una proposta russa che ha irrigidito i negoziatori: una tregua della durata di 30 giorni subordinata al completo ritiro delle forze ucraine da tutti i territori che Mosca considera parte della Federazione Russa. Il memorandum presentato da Mosca prevede inoltre la revoca delle sanzioni occidentali e il riconoscimento formale delle regioni occupate come territorio russo.

Guerra Ucraina: da Istanbul solo un altro scambio di prigionieri

Tradotto: nulla di fatto, se non per un ingente scambio di prigionieri.

Proposta russa: condizioni severe per cessare il fuoco

Chi sperava che i recenti attacchi ucraini contro basi aeree russe – avvenuti il 1° giugno a grande distanza dal confine – potessero piegare la posizione del Cremlino, dovrà ricredersi. I negoziatori russi, nella sessione odierna a Istanbul, hanno infatti messo sul tavolo una serie di richieste molto rigide, anche solo per avviare un cessate il fuoco.

Mosca chiede, fra le varie condizioni:

  • Il ritiro delle truppe ucraine da Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, tutte regioni parzialmente controllate dai russi;
  • In alternativa, lo smantellamento progressivo delle forze armate ucraine, il blocco degli aiuti militari occidentali e l’esclusione di truppe straniere dal territorio ucraino;
  • L’indizione di elezioni entro 100 giorni dalla revoca della legge marziale.

Oltre al cessate il fuoco, Mosca impone condizioni politiche ancora più vincolanti: il riconoscimento internazionale della sovranità russa su Crimea e sulle quattro regioni occupate, la neutralità militare permanente dell’Ucraina (che dovrebbe rinunciare all’adesione alla NATO), il divieto di presenza militare straniera nel Paese e limiti precisi alle dimensioni e capacità delle forze armate ucraine.

Zelensky: “Serve la pressione di Trump e nuove sanzioni”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reagito con fermezza, chiedendo al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di intervenire direttamente.

"Ci aspettiamo misure forti", ha dichiarato, sollecitando nuove sanzioni per spingere Mosca a interrompere le ostilità o almeno ad accettare una tregua iniziale.

Guerra Ucraina: da Istanbul solo un altro scambio di prigionieri
Zelensky-Trump

Durante un intervento al vertice NATO di Vilnius, Zelensky ha ribadito la necessità di pressioni coordinate da parte di Stati Uniti e Unione Europea qualora i negoziati di Istanbul si rivelassero infruttuosi.

Il capo negoziatore ucraino, il ministro della Difesa Rustam Umerov, ha confermato che Kiev prenderà in esame la proposta russa, pur precisando che la trattativa è ancora tutta in salita. Al termine del breve incontro, durato poco più di un'ora nel palazzo Ciragan, Umerov ha rilanciato con una richiesta concreta: un cessate il fuoco di almeno 30 giorni e un vertice trilaterale con Putin e Trump.

Prossimo summit? Erdogan e Trump pronti a mediare

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso il desiderio di ospitare un vertice tra Zelensky, Putin e Trump. Anche la Casa Bianca ha confermato la disponibilità del presidente americano a partecipare, a patto che le parti in causa si dimostrino pronte a un incontro diretto. Secondo Kiev, le date possibili per questo summit vanno dal 20 al 30 giugno.

Tuttavia, Mosca ha chiarito che un simile incontro avrà senso solo se ci saranno risultati concreti dai negoziati preliminari.

Ampio scambio di prigionieri

Nel frattempo, è stato raggiunto un accordo importante: il più ampio scambio di prigionieri dall’inizio della guerra. Verranno liberati detenuti in gravi condizioni di salute e giovani sotto i 25 anni. Inoltre, la Russia ha proposto una breve tregua umanitaria di 2-3 giorni in alcuni settori del fronte per permettere il recupero delle salme dei caduti.

Un altro tema discusso durante i colloqui riguarda i minori ucraini portati in Russia. Kiev ha consegnato una lista di 339 bambini, sostenendo che siano stati deportati illegalmente. "Restituirne anche solo la metà sarebbe un segnale positivo", ha detto Umerov.

Guerra Ucraina: da Istanbul solo un altro scambio di prigionieri
Vladimir Putin

Da parte russa, Vladimir Medinsky ha negato qualsiasi accusa di rapimento, sostenendo che i bambini siano stati “salvati” da zone di guerra e che verranno riconsegnati una volta identificati genitori o tutori. Ha anche riferito che 101 minori sono già stati restituiti all’Ucraina, mentre Kiev ne ha rimandati 22.

Kiev denuncia attacchi mirati ai soccorritori

Parallelamente, emergono nuove denunce da parte di Kiev. Il ministro degli Interni ucraino Ihor Klymenko ha accusato Mosca di prendere di mira deliberatamente il personale del Servizio di Emergenza Statale ucraino (SES). Tra il 26 maggio e il 2 giugno, sono stati colpiti operatori e infrastrutture in diverse regioni, tra cui Zaporizhzhia, Donetsk, Dnipropetrovsk, Sumy e Kharkiv.

Uno degli episodi più gravi si è verificato a Stepnohirsk, dove i droni russi hanno colpito una caserma dei vigili del fuoco e, successivamente, i soccorritori accorsi per prestare aiuto.

Prossime mosse e contatti internazionali

Mentre Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, si prepara a un viaggio negli Stati Uniti, Zelensky ha confermato che l’Ucraina parteciperà al vertice NATO all’Aja, previsto a fine giugno. Un’opportunità, ha sottolineato, per discutere con i partner occidentali di sicurezza, infrastrutture e possibili risultati strategici.

Andriy Yermak

Intanto, preoccupano le valutazioni dell’intelligence occidentale. Secondo il generale tedesco Carsten Breuer, intervistato da Der Spiegel, la Russia potrebbe essere pronta ad attaccare la NATO entro il 2029. I segnali – dalla produzione di nuovi armamenti all'aumento del personale militare – sono chiari, e secondo Breuer il rafforzamento militare russo va ben oltre l’Ucraina.

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