Minaccia Trump a Ue con dazi al 50% dal 1 giugno: "E' cleptocrazia", "Sovranismo e populismo fanno male"
Bruciati 133 miliardi. Ma va male anche Wall Street. Bruxelles tenta una difesa, per Tajani l'obiettivo è sempre "dazi zero" da entrambe le parti

Ci risiamo. Diavolo di un Trump. Una ne pensa, 100 ne fa. L'ultima (ma sarà davvero così?) è una nuova "minaccia" all'Europa.
Il nuovo spauracchio? Dazi del 50% ai Paesi Ue dal 1 giugno. Ma non solo. Nella giornata di ieri, venerdì 23 maggio 2025, The Donald ha lanciato anche un ultimatum all'Apple, anche in questo caso minacciando sovrattasse se non gli Iphone non verranno prodotti negli Stati Uniti.
Il mondo politico ed economico si interrogano e intanto le borse, come già era accaduto in occasione di atre esternazioni del numero uno della Casa Bianca, crollano.
L'ultima minaccia di Washington all'Europa, che terremoto
Lo scossone all'Europa e ai mercati è arrivato ieri, quando in Italia era il primo pomeriggio.
Quando le agenzie hanno iniziato a battere le ultime "sparate" di Trump si è scatenato il pandemonio.

Del resto, le esternazioni del presidente americano sono state abbastanza eloquenti:
"Le discussioni con l'Unione europea non stanno andando bene. E' molto difficile avere a che fare con l'Unione Europea, formata con l'obiettivo di approfittarsi degli Stati Uniti sul commercio. Le nostre discussioni con l'Ue "non stanno andando da nessuna parte".
E ancora:
"Le potenti barriere commerciali dell'Ue, l'Iva, le ridicole sanzioni aziendali, le barriere commerciali non monetarie, le manipolazioni monetarie, le cause legali ingiuste e ingiustificate contro le aziende americane e altro ancora hanno portato a un deficit commerciale con gli Stati Uniti di oltre 250.000.000 di dollari all'anno, una cifra totalmente inaccettabile".
Subito l'attacco all'Ue è arrivato come detto anche l'ultimatum alla Apple, specificando appunto che non nessun dazio verrà applicato se le produzioni si concretizzano nei confini degli Stati Uniti.
L'ultimatum alla Apple: Basta produzioni in India
Ma non solo Europa. Come detto Trump ha lanciato un vero e proprio ultimatum alla Apple se l’azienda non produrrà i suoi iPhone negli Stati Uniti.
Il presidente Usa è stato chiaro:
"Ho informato da tempo Tim Cook di Apple che mi aspetto che gli iPhone venduti negli Stati Uniti siano fabbricati e costruiti negli Stati Uniti, non in India o altrove. In caso contrario, Apple dovrà pagare dazi di almeno il 25% negli Stati Uniti".
Dopo queste dichiarazioni il titolo Apple è calato nel premercato a Wall Street del 4%.
Il contraccolpo su mercati e borse, che tonfo
Le dichiarazioni di Trump oltre a scuotere il mondo politico hanno avuto un inevitabile contraccolpo sulle borse.
E sì che la giornata si era aperta all’insegna dell’ottimismo, con la calma registrata dal lato dei Treasuries Usa, la cui corsa dei rendimenti si è fermata temporaneamente.
Ecco allora che dopo l'annuncio di Trump si è registrato il forte calo dei tassi di rendimento dei titoli di Stato, in quanto gli operatori aumentano le scommesse sui tagli dei tassi della Bce dopo le azioni annunciate da Trump verso l'Ue.
Il rendimento dell'obbligazione decennale tedesca è sceso al 2,6%, registrando il primo calo settimanale in oltre un mese.
Anche il tasso del Btp italiano è in ribasso al 3,608%, la Borsa di Milano ha toccato il -3%.
Piazza Affari dunque è affondata, ed è risultata al termine della giornata di ieri maglia nera in Europa.
In calo anche Londra, che ha ceduto lo 0,9%.
L'indice Ftse Mib perde il 3,30%. E' crollato anche il settore bancario. Male anche il lusso con Brunello Cucinelli che cede il 5,29%.
E ora gli operatori temono una reazione a catena, che potrebbe colpire in particolare i settori ad alta esportazione verso gli Usa: veicoli, vini e liquori, macchinari industriali, cosmetici, prodotti alimentari trasformati.
Le reazioni (politiche) dell'Europa
Le dichiarazioni di ieri di Donald Trump riguardo all'imposizione di nuovi dazi sulle importazioni europee hanno suscitato una forte reazione da parte dell'Unione Europea.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l'Ue reagirà "in modo fermo e immediato (dal 1 luglio?) alle barriere al commercio libero ed equo", sottolineando che "l'Unione proteggerà sempre le aziende, i lavoratori e i consumatori europei dai dazi ingiustificati".
Il commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič, ha ribadito la disponibilità dell'Ue a proseguire le trattative con gli Stati Uniti, sottolineando l'importanza del rispetto reciproco e affermando che l'UE è pronta a difendere i propri interessi economici.
Tanto è vero che ieri pomeriggio proprio Šefčovič avrebbe dovuto avere una telefonata con uno dei due capi negoziatori Usa Jamieson Greer.
La telefonata dovrebbe servire a chiarire le posizioni per il negoziato, anche se da quanto trapela le parti si sono già scambiate una lista di richieste, con Bruxelles convinta di aver dettagliato e strutturato la propria, ribadendo la disponibilità ad affrontare gli squilibri e la proposta di 'zero dazi' sui prodotti industriali.
Preoccupato anche il presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber:
"I dazi di Trump danneggiano entrambe le sponde dell'Atlantico, l'Europa è unita e pronta a difendere i propri interessi".
Le reazioni dall'Italia
Anche dall'Italia non mancano le reazioni, alcune anche durissime.
Come quelle del leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi:
"Il Presidente degli Stati Uniti d’America odia l’Europa e tratta i paesi più lontani, a cominciare dalla Cina, molto meglio di come tratta gli alleati europei. Chi ama l’Italia deve prendere atto che il sovranismo fa male e a noi serve la globalizzazione. Basta populismo!".

E ancora:
"Il provincialismo di chi ha passato la settimana a farci vedere la foto di Vance e von der Leyen che erano finalmente pronti a fare l’accordo grazie al ponte della Meloni dovrebbe nascondersi per pudore. In politica estera Giorgia Meloni non conta assolutamente nulla e lo stiamo vedendo sulla nostra pelle, purtroppo. L’Europa si deve svegliare e agire insieme, contro i piccoli egocentrismi insignificanti. La Casa Bianca sfida l’Europa, l’Europa risponda unita passando possibilmente anche per Roma se i sovranisti nostrani come Meloni e Salvini capiscono che questo non è il tempo di giocare ai balocchi".
E infine:
"Trump è imprevedibile come solo Trump sa esserlo, ma la sua minaccia va presa sul serio. Perché le nostre imprese vengono da 26 mesi di produzione industriale negativa, da un aumento della pressione fiscale, dal blocco sostanziale di Transizione 5.0, dal dimezzamento del PIL previsto e dall’incertezza globale: questa vicenda dei dazi rischia di essere la mazzata finale. Non sottovalutiamolo. Tutte le volte che Trump fa un annuncio “a sorpresa” molte famiglie italiane perdono parte dei loro risparmi. E qualcuno, oltreoceano, specula e guadagna parecchio, magari perché informato prima da ambienti vicini alla Casa Bianca. Questo scenario, per me illegale e indecente, si sta ripetendo in queste ore".
Più diplomatico il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani:

"Il nostro obiettivo è arrivare a un accordo, ma serve pazienza, essere certosini e determinati. Ho avuto un lungo colloquio con Sefcovic, gli ho ribadito qual è la posizione italiana, dobbiamo assolutamente arrivare ad un accordo e impedire qualsiasi guerra commerciale, l’obiettivo è dazi zero, per un mutuo vantaggio. L’obiettivo e il grande sogno sarebbe quello di un grande mercato, come ho detto anche qui, la città del Messico, un grande mercato che comprenda tutta la media del Nord, il Messico, gli Stati Uniti, il Canada e l’Europa”.
Durissimo invece anche il leader di Azione Carlo Calenda:

"Trump mette i dazi, crollano le borse, investe, ritira i dazi, le borse salgono. Si chiama cleptocrazia".
Tranciante anche il leader del Movimento 5 Stelle ed ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte:

"Ci ritroviamo i dazi dopo aver promesso a Washington l'acquisto di gas e armi".
Infine, in seno alla maggioranza, meno ottimista e speranzoso del ministro Tajani il senatore Claudio Borghi della Lega, partito da sempre scettico verso l'Ue:

"Le trattative gestite dall'Unione ci portano tariffe doppie... l'unica strada efficace sarebbe un summit bilaterale".