Cannes, Julian Assange sul red carpet con un look-performance. Sulla t-shirt i nomi dei bimbi uccisi a Gaza
Lo storico fondatore di WikiLeaks – recentemente liberato dopo cinque anni di detenzione – ha scelto il tappeto rosso per lanciare un messaggio potente e visivamente impattante

Non era atteso, non era annunciato. Eppure, mercoledì 22 maggio 2025, Julian Assange si è imposto come protagonista assoluto sulla celebre terrazza dei fotografi del Palais des Festivals, al Festival di Cannes, sorprendendo stampa e pubblico con una scelta d'abito "politica" al limite della performance, in sostegno alla popolazione di Gaza.
Cannes, Julian Assange sul red carpet con un look-performance pro Gaza
Lo storico fondatore di WikiLeaks – recentemente liberato dopo cinque anni di detenzione in Inghilterra – ha scelto il tappeto rosso del Festival di Cannes per lanciare un messaggio potente e visivamente impattante contro la strage di civili a Gaza, e in particolare contro l’uccisione di migliaia di bambini palestinesi.

Indossava un ampio camicione kaki sopra jeans e una maglietta bianca: su quest’ultima, racchiusi in un rettangolo dai contorni indefiniti, i nomi di 4986 bambini palestinesi sotto i cinque anni, uccisi dai bombardamenti israeliani iniziati il 7 ottobre 2023. Sul retro, una sola scritta, netta e inequivocabile: “Stop Israel”.
Al suo fianco, la moglie Stella Morris – avvocata e figura centrale nella sua battaglia legale – con cui ha condiviso non solo gli anni più duri della prigionia, ma ora anche la ribalta simbolica del red carpet. Con loro anche il regista Eugene Jarecki, autore del documentario The Six Billion Dollar Man, che domani sarà proiettato fuori concorso, ma che è già una delle opere più richieste del Marché du Film. Il film ha recentemente vinto il primo Golden Globe assegnato a un documentario, segnando un importante riconoscimento per un genere sempre più centrale nel racconto del nostro tempo.
Jarecki, visibilmente emozionato, ha dichiarato:
“Oggi fare il giornalista è diventato il mestiere più pericoloso del mondo. A Gaza lo abbiamo visto in modo tragicamente chiaro”.
Il documentario
Il documentario ripercorre oltre dieci anni di scontro giudiziario tra Assange e il governo statunitense, culminati nella minaccia concreta di una condanna fino a 175 anni di carcere per la pubblicazione di documenti riservati. Materiale che ha rivelato crimini di guerra, ingerenze diplomatiche e retroscena inquietanti del potere globale. La sua liberazione, avvenuta nel giugno 2024, è stata accolta come una svolta storica per la libertà di stampa e di informazione.
Il Festival di Cannes non ha mancato di sottolineare il valore culturale e civile della presenza di Assange, definendolo “un’icona contemporanea del diritto all’informazione”. La sua comparsa in pubblico, sorridente e in buona forma, restituisce l’immagine di un uomo che, pur provato dalla prigionia, continua a lottare. Non più solo per sé stesso, ma per quei diritti che lo hanno reso un simbolo globale.
Cannes si conferma così non solo vetrina del cinema mondiale, ma anche arena dove la cultura prende posizione, dà voce al dissenso, racconta la complessità del presente.
ma non era sulla carrozzina e in fin di vita ? Comunque sono contento che adesso sta bene .