Stretta contro il Pezzotto: Agcom cambia strategia e colpisce direttamente gli utenti
Dalle prime sanzioni personali alla blacklist: la lotta alla pirateria online entra in una nuova fase con il coinvolgimento diretto di utenti, Guardia di Finanza e il sistema PiracyShield

Per adesso la lista nera del pezzotto ha 2.266 nomi di utenti. Sono tutte persone individuate dalla Guardia di Finanza. Tutte hanno usato il pezzotto, il dispositivo che permette di accedere senza pagare alle piattaforme di streaming. L’hardware cambia con il tempo ma il concetto è lo stesso. L’unica cosa che si paga, di solito, è un obolo mensile a chi ha fornito l’apparecchi. Sono dispositivi usati principalmente per il calcio, o comunque gli sport, ma ovviamente si possono acquistare anche per accedere alle piattaforme dove vengono distribuiti film e serie tv.
Esulta Massimiliano Capitanio, commissario Agcom:
“I 300 milioni persi annualmente dal sistema calcio a causa dello streaming illegale, si traducono in danni per i tanti professionisti che ruotano attorno al settore. Con PiracyShield abbiamo già raggiunto importanti risultati, primo fra tutti i 43.691 siti pirata bloccati da febbraio 2024 ad oggi".
Cambio di strategia: nel mirino sono finiti anche gli utenti finali.
Stretta contro il Pezzotto: Agcom cambia strategia
Negli ultimi anni, l’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha intensificato le sue attività contro la pirateria online, un fenomeno che nel nostro Paese ha assunto proporzioni preoccupanti. Se in passato l’attenzione era rivolta principalmente alle organizzazioni che gestivano e vendevano abbonamenti illegali – il cosiddetto "pezzotto" – oggi la strategia ha subito un deciso cambio di rotta: nel mirino sono finiti anche gli utenti finali.
Multe ai fruitori: il nuovo fronte
Massimiliano Capitanio, commissario di Agcom, ha recentemente annunciato un’azione concreta che segna una svolta nella lotta alla pirateria digitale. Sono infatti arrivate le prime sanzioni rivolte direttamente agli utenti che hanno usufruito di contenuti in streaming protetti da copyright attraverso abbonamenti illegali. I numeri sono significativi: 2.666 persone sono state multate con una sanzione individuale di 154 euro ciascuna. Ma non è tutto: tutti gli utenti sanzionati sono stati inseriti in una blacklist, con conseguenze che potrebbero aggravarsi in caso di recidiva.

Infatti, chi continuerà a utilizzare il pezzotto dopo essere già stato multato, potrà trovarsi a fronteggiare multe fino a 5.000 euro, oltre a conseguenze penali, come specificato dallo stesso Capitanio.
L’illusione dell’impunità
Per anni, l’utilizzo del pezzotto è stato percepito da molti come una "furbata" innocua, una scorciatoia tollerata. Frasi come “Tanto lo fanno tutti, cosa vuoi che succeda?” sono diventate un mantra per giustificare comportamenti illeciti. Tuttavia, la recente azione congiunta tra Agcom e Guardia di Finanza dimostra che l’impunità non è più scontata.
Le forze dell’ordine hanno identificato e multato 2.266 soggetti, con un totale complessivo di 349mila euro di sanzioni. Ogni utente sanzionato è stato inserito in una lista nera che servirà da riferimento per azioni future. Questo rappresenta un segnale concreto e forte, utile non solo per reprimere l’illegalità, ma anche per promuovere una cultura della legalità e la tutela del diritto d’autore, spesso trascurato nel dibattito pubblico.
L’impatto economico e la rete #PiracyShield
Dietro la pirateria si cela un danno economico enorme, che non si limita solo alle grandi emittenti o alle società sportive. Si parla di oltre 300 milioni di euro persi ogni anno dal sistema calcio a causa della visione illegale delle partite. Questo vuol dire meno risorse per atleti, tecnici, impiegati, operatori media e una lunga filiera di lavoratori che ruota intorno al mondo dello sport e dell’intrattenimento.
Per contrastare questo fenomeno in maniera sistematica, è nata una collaborazione ampia che coinvolge Agcom, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Guardia di Finanza, i titolari dei diritti televisivi e gli operatori di telecomunicazioni. Il cuore operativo di questa alleanza è il sistema #PiracyShield, che ha ottenuto risultati notevoli: ben 43.691 siti pirata sono stati oscurati dal febbraio 2024 a oggi. Un’azione massiccia e coordinata che ha messo in difficoltà le reti illegali, spesso ramificate e ben organizzate.
Un cambio di passo nella lotta alla pirateria digitale
Il nuovo approccio adottato dalle autorità rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma. Non sono più solo i "pesci grossi", ossia i venditori e gestori di abbonamenti illegali, ad essere perseguiti. Ora anche chi ne fa uso consapevolmente è chiamato a rispondere delle proprie azioni. Questo sposta il focus sul comportamento individuale, mettendo l’accento sulle responsabilità personali.
Il messaggio è chiaro: la pirateria non è solo una questione etica o morale, ma anche una violazione economica e giuridica che comporta rischi concreti. L’idea che il singolo utente sia al riparo da sanzioni è ormai superata. Usare il pezzotto oggi può costare caro, e le istituzioni sembrano intenzionate a non fare marcia indietro.