reazione stizzita

Trump voleva adottare una legge di guerra del 1798 per facilitare l'espulsione di migranti: no della Corte suprema

Il numero uno della Casa Bianca voleva accelerare le espulsioni di esponenti della criminalità organizzata dagli Stati Uniti

Trump voleva adottare una legge di guerra del 1798 per facilitare l'espulsione di migranti: no della Corte suprema
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Non solo la fine del conflitto Russia-Ucraina. Non solo il tormentone dei dazi. Non solo l'idea di "spostare" un milione di palestinesi da Gaza in Libia.

In queste ore il presidente americano Donald Trump è letteralmente "un fiume in piena".

Una ne pensa, cento ne fa verrebbe da dire. E adesso sbuca addirittura fuori una legge del 1798.

Migranti, Trump voleva "riesumare" una legge del oltre 200 anni fa

Perché sul tema migranti, un altro nodo cruciale dell'Amministrazione Trump, il numero uno della Casa Bianca si era fatto balenare l'idea di riesumare una legge di oltre 200 anni fa, nella fattispecie l'Alien Enemies Act del 1798.

Ma quasi certamente Trump in questo caso dovrà cambiare i suoi piani.

In questo caso, le indiscrezioni su quelle che sarebbero state le intenzioni del numero uno Usa sono state riportate dalla Cnn.

In particolare, con l'esito negativo di quanto si era messo in testa "The Donald", perché la Corte Suprema americana ha bloccato l'amministrazione di Donald Trump sull'utilizzo dell'Alien Enemies Act, una legge di guerra del 1798, per accelerare le deportazioni di migranti.

Una legge di 200 anni fa sui migranti, cosa voleva fare Trump

Come è stato appurato in queste ore con il venire a galla della vicenda, il presidente Usa intendeva utilizzare la legge per accelerare le espulsioni ed evitare il tipo di revisione normalmente richiesta prima di poter espellere le persone indesiderate e criminali dagli Stati Uniti.

In particolare, Trump l'aveva invocata per contrastare fenomeni di criminalità organizzata provenienti dall'America Meridionale.

L'Amministrazione statunitense ormai da qualche sta infatti seriamente attenzionando alcune situazioni critiche che risalgono a presunti membri della gang venezuelana di "Tren de Aragua".

Scritte sui muri in Venezuela che inneggiano a Tren de Aragua

Si tratta di Tren de Aragua è un'organizzazione criminale transnazionale formata da alcune bande, che ha avuto appunto origine in Venezuela agli inizi del nuovo millennio e si è poi diffusa in altre regioni dell'America Centrale fino anche negli Stati Uniti. 

Da qui l'allarme scattato a Washington, anche perché a fine 2024 ne risultavano affiliati circa 5 mila membri.

Idea bocciata, ma non è detta l'ultima parola

Vale però la pena ricordare che la decisione della Corte Suprema è comunque temporanea e il caso è stato rinviato a una Corte d'Appello.

In questo scenario, anche nella stessa Corte il dibattito è aperto perché due giudici conservatori - Clarence Thomas e Samuel Alito - hanno pubblicamente espresso il loro dissenso.

L'ira del presidente Usa

Come era prevedibile, non è mancata la reazione stizzita dello stesso Trump:

"La Corte Suprema non ci vuole autorizzare a cacciare i criminali fuori dal Paese. La Corte Suprema degli Stati Uniti non mi permette di fare ciò per cui sono stato eletto. Questo è un giorno brutto e pericoloso per l'America!".

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