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Meloni rimbecca l'opposizione fra "macumbe" e "Giuseppi che cambiano idea in base al vento"

Parlamento show come for se non se vedeva da tempo, con momenti anche coloriti e attacchi al vetriolo

Meloni rimbecca l'opposizione fra "macumbe" e "Giuseppi che cambiano idea in base al vento"
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Parlamento show come forse non se vedeva da tempo, tra macumbe, fantasmi e attacchi al vetriolo.

Nella giornata di ieri, mercoledì 14 maggio2025, alla Camera la premier Giorgia Meloni ha dovuto rintuzzare i colpi dell'opposizione.

Per dirla in maniera non proprio oxfordiana, un vero e proprio "casotto" con momenti anche coloriti, come la sorta di rappresentazione teatrale del "fantasma del Parlamento" messa in scena da Riccardo Magi che ha riportato alla mente le gesta pittoresche dei leghisti della prima era.

Che "casotto" alla Camera, Meloni contro tutti

Come detto, nel question time di ieri, la presidente del Consiglio ha dovuto parare i colpi del Centrosinistra.

E non ha mancato di "sbottare" nei confronti del Centrosinistra o di andare a sua volta all'attacco.

Dallo spread alla sanità, dalle forze dell’ordine ai salari, passando per le spese militari e la rigenerazione urbana, tanti sono stati gli argomenti sul tavolo e così pure i  momenti di tensione.

Quelli che hanno coinvolto la premier contro la segretaria dem Elly Schlein e contro il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte sono stati sicuramente più clamorosi, nei toni e nelle parole.

Dieci anni di nulla e le macumbe: lo scontro con Schlein

Il Pd, come accaduto anche in altre occasioni, è andato all'attacco del Governo e della presidente del Consiglio sulla sanità.

Duro l'affondo di Schlein:

"Il Governo ha imposto tagli alla sanità, siamo il Paese delle liste d'attesa, il tutto a vantaggio delle cliniche private che invece vanno benissimo. La sanità pubblica è al collasso, curarsi è diventato un lusso, è una tassa Meloni".

N0n si è fatta attendere la replica della premier che ha chiesto una mano al Pd (la stima tra lei e Schlein è conosciuta, nonostante il gioco delle parti e gli scontri della dialettica politica) invece di remare contro.

 

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E Meloni ha usato un esempio decisamente più colorito:

"L'ultimo piano nazionale è stato scritto nel 2011 ed è stato scritto dal Centrodestra. Ora dal Centrosinistra ci dicono dopo aver governato 10 anni che è importante la sanità. Benissimo, aiutateci a scriverlo invece che far macumbe, altrimenti vorrebbe dire che volete solo riguadagnare qualche punto nei sondaggi".

Le decisioni di "Giuseppi", siluro a Conte

Ma anche con l'ex presidente del Consiglio e attuale numero uno del Movimento 5 Stelle, lo scontro ad alto decibel di polemiche.

E così, quando il leader pentastellato ha incalzato la premier sulle spese del riarmo europeo e sulla situazione di sangue e violenza a Gaza, la tensione alla Camera si è tagliata a fettine.

 

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Anche perché Conte aveva chiesto all'Aula, alla premier e ai Ministri di alzarsi in piedi "per condannare questo sterminio" in un ideale minuto di raccoglimento.

Cosa che è stata fatta dal Centrosinistra, ma non dalla maggioranza e tantomeno da Meloni.

Ne sono scaturiti attimi di tensione con le grida "vergogna, vergogna" dai banchi delle minoranze.

Proprio Meloni (dopo aver preso le distanze da alcune scelte di Israele, ma confermando al contempo la volontà di proseguire sulla strada diplomatica) sul riarmo europeo è andata però all'attacco rispedendo al mittente le accuse:

"Sono molto affascinata da questa sua recentissima e travolgente passione antimilitarista, che però nessuno aveva avuto modo di apprezzare quando lei era presidente del Consiglio dei ministri. Non la ricordo con questa stessa linea quando da premier ha sottoscritto in pieno Covid e con un fondo sanitario che al tempo aveva 18 miliardi di euro, meno di quanti ce ne siano oggi un aumento delle spese militari che al tempo valeva circa 15 miliardi di euro".

E ancora:

"Sarà stato uno dei tanti altri Giuseppi che abbiamo visto in questi anni. A differenza di altri io invece non cambio idea in base a dove gira il vento".

Il fantasma del Parlamento, lo show di Magi

Infine, impossibile non dare conto dello show messo in atto da Riccardo Magi.

Il rappresentante di +Europa si è infatti presentato in Aula per denunciare come nel Centrodestra aleggi lo spettro del referendum.

 

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Da lì l'idea, pittoresca, di presentarsi alla Camera coperto da un lenzuolo bianco per denunciare il "silenzio" sulla consultazione elettorale dell'8 e 9 giugno.

Un'iniziativa che gli è costata l'espulsione da parte del presidente Fontana, ma che ha strappato un sorriso divertito alla premier.

 

Commenti
Pantani il pirata

La sinistra ha lasciato al attuale governo un DISASTRO SOCIALE ED ECONOMICO. abbiamo almeno la. Decenza di stare almeno zitti.

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