PRIMI COLLOQUI DIRETTI

Nuovo schiaffo di Putin: non sarà a Istanbul (e di conseguenza nemmeno Trump)

Delegazione russa con figure minori. Zelensky pronto a negoziare pur di fermare la guerra. Pronto 17° pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca

Nuovo schiaffo di Putin: non sarà a Istanbul (e di conseguenza nemmeno Trump)
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A poche ore dall’atteso vertice a Istanbul per cercare una via diplomatica alla guerra in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha sciolto le riserve: non parteciperà. Un segnale forte, l’ennesimo schiaffo alle speranze di pace, che ha avuto una conseguenza immediata: anche il presidente americano Donald Trump ha annullato la sua possibile presenza.

La delegazione russa a Istanbul: Putin assente

Il "no" del Cremlino è arrivato nella tarda serata di mercoledì 14 maggio, mettendo fine a giorni di incertezza e smentendo le aperture emerse nel weekend, quando era stato lo stesso Putin a ventilare l’ipotesi di un faccia a faccia con Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino aveva subito accettato la sfida, dichiarandosi disponibile a qualsiasi formato di negoziato per porre fine alla guerra. Ma Mosca ha fatto marcia indietro, confermando soltanto una delegazione tecnica alla guida dei colloqui.

Nuovo schiaffo di Putin: non sarà a Istanbul (e di conseguenza nemmeno Trump)
Vladimir Medinsky

A rappresentare la Russia a Istanbul sarà ancora una volta Vladimir Medinsky, già capo negoziatore nel 2022. Con lui, il vice ministro degli Esteri Mikhail Galuzin, il vice ministro della Difesa Alexander Fomin e Igor Kostyukov, direttore dell’intelligence militare (GRU). Nessun nome di primo piano, nessun segnale di svolta. Assente anche il ministro degli Esteri Sergei Lavrov.

Una scelta che appare una chiara presa di distanza da un vero confronto diretto. E che ha indotto anche Trump, impegnato in una missione diplomatica tra Arabia Saudita e Qatar, a rinunciare a un possibile viaggio in Turchia. Il tycoon ha annunciato che a rappresentare gli Stati Uniti sarà il segretario di Stato Marco Rubio, già arrivato ad Antalya per un incontro con i ministri degli Esteri della Nato e il suo omologo ucraino Andrii Sybiha. Con lui anche gli inviati speciali della Casa Bianca Steve Witkoff e Keith Kellogg.

Zelensky: "Pronto a Istanbul ma solo con Putin"

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si recherà ad Ankara per un incontro bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Ha tuttavia chiarito che volerà a Istanbul solo nel caso in cui anche Putin facesse lo stesso.

"Sto aspettando di sapere chi arriverà dalla Russia e poi stabilirò quali passi l'Ucraina dovrà compiere", ha dichiarato, lasciando la porta aperta a ogni opzione. Il suo consigliere, Mykhailo Podolyak, ha ribadito che il presidente è disposto a trattare direttamente con Putin e con nessun altro.

Nuove sanzioni contro la Russia

Parallelamente, i Paesi membri dell’Unione Europea hanno dato il via libera al 17° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Le nuove misure, che dovrebbero essere formalmente approvate martedì 20 maggio dai ministri degli Esteri, colpiranno quasi 200 navi della cosiddetta "flotta ombra" russa, usata per eludere le sanzioni sul petrolio.

Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha sottolineato come questa risposta non sia ancora sufficiente, chiedendo sanzioni "devastanti" che mettano la Russia con le spalle al muro. Una posizione condivisa dagli Stati Uniti, che stanno valutando ulteriori restrizioni economiche qualora Mosca non accetti un cessate il fuoco.

Erdogan protagonista diplomatico

Il presidente turco Erdoğan continua a giocare un ruolo da protagonista nella scena diplomatica, ma i colloqui di Istanbul partono in salita. L’assenza di Putin e Trump, le uniche figure in grado di imprimere una svolta, indebolisce il tavolo negoziale. Resta in piedi l’obiettivo minimo: ottenere un cessate il fuoco temporaneo di 30 giorni, proposta già sostenuta da UE, Ucraina e Stati Uniti, ma che il Cremlino ha finora respinto.

Erdogan

Nel frattempo, Zelensky ha accolto a Kiev il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e quello polacco Donald Tusk. I leader hanno lanciato un appello congiunto per fermare le ostilità. Unità simbolica, certo, ma priva — almeno per ora — del peso decisivo di un coinvolgimento diretto tra i vertici di Mosca e Kiev.

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