TORMENTONE

Ciclicamente rispunta il Mes: pressing dell'Ue sull'Italia, unica a non averlo ancora ratificato

Bruxelles evidenza criticità in caso di crisi finanziaria, ma Giorgetti non offre margini: "In Parlamento non ci sono i numeri per votare una ratifica"

Ciclicamente rispunta il Mes: pressing dell'Ue sull'Italia, unica a non averlo ancora ratificato
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A volte ritornano. E complici acronimi quasi misteriosi, tornano puntualmente come tormentoni.

Lo sa bene l'Italia alle prese negli anni con lo Spread, con il Pnnr e con il Mes.

Proprio quest'ultimo, il Meccanismo Europeo di Stabilità (un fondo salva-Stati creato nel 2012 per aiutare i Paesi dell’eurozona in difficoltà finanziarie) è tornato prepotentemente alla ribalta nelle dinamiche politiche europee con ampie ricadute per il nostro Paese.

Perché nelle ultime ore l'Europa è andata in pressing sul nostro Governo affinché provveda a ratificare il documento. 

Ma il Governo (almeno la Lega) non sembra dello stesso parere.

L'Europa bussa alla porta dell'Italia: mettetevi in regola col Mes

Ecco allora che, come detto, il pressing europeo sul nostro Esecutivo si sta facendo asfissiante.

La richiesta è chiara e inequivocabile e del resto solo per qualche tempo era stata messa nel cassetto, essendo infatti un po' "datata", ormai di un anno fa.

Ma ora l'Europa (con in prima fila il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe) vogliono risposte anche perché vale la pena ricordare che l'Italia è l’ultima tra i Paesi aderenti a dover ratificare il trattato nella sua ultima versione rivisitata e corretta.

La stretta dell'Eurogruppo, "ultima chiamata" per il Governo Meloni?

L'occasione è stata nell'ultima riunione dell'Eurogruppo dove una decina di ministri delle Finanze degli Stati membri hanno rimesso sul tavolo la questione. 

Per il momento, a quanto pare, in modo fermo, ma ancora diplomatico, anche se di fronte a un nuovo "disinteresse" del nostro Paese i toni potrebbero inasprirsi e forse delineare scenari diversi.

La linea del dialogo sembra però al momento quella prevalente e non sembra essere emersa la volontà di arrivare a uno "scontro", tanto per intenderci fatto di "ricatti" o provvedimenti.

Ma sta di fatto che il richiamo all'Italia arrivato dagli altri Paesi ha questa volta il carattere dell'urgenza.

Le posizioni dell'Eurogruppo, prove di dialogo

Come detto, la richiesta dei dieci ministri delle Finanze europee si concretizzata nella presa di posizione del presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe che ha osservato:

Il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe
Il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe

"Abbiamo avuto un aggiornamento sulla ratifica del trattato di revisione del Mes dall'Italia e tutti gli impegni che sono in corso per andare avanti. E' stata un'opportunità per fare il punto sulla situazione attuale e riflettere per progettare un dialogo più strutturato in vista dell'Eurogruppo di giugno e del Consiglio dei governatori".

Vale la pena ricordare, proprio nell'ottica di una situazione ancora nell'alveo diplomatico, che alla riunione dell'Eurogruppo era presente anche il nostro Ministro all'Economia e Finanze, Giancarlo Giorgetti e infatti Donohoe ha aggiunto:

"Ci ha ricordato nuovamente la notevole difficoltà incontrata con la ratifica del trattato di riforma del Mes da parte del Parlamento italiano. Lo rispettiamo e comprendiamo che diversi governi a volte si trovano ad affrontare sfide politiche, con decisioni che devono sottoporre ai rispettivi parlamenti".

E ancora, facendo trasparire nuovamente la volontà di dialogo e collaborazione:

"Continueremo a lavorare insieme".

Il pressing dell'Ue

A far da contraltare e forse più politicamente interessanti proprio nell'ambito delle dinamiche dello scacchiere europeo (anche riguardo la posizione di Fratelli d'Italia e soprattutto Lega verso la Commissione Europea) ci sono però anche le parole del commissario Ue agli Affari economici Valdis Dombrovskis:

Valdis Dombrovskis
Valdis Dombrovskis

"E' importante finalizzare la ratifica del Trattato rivisto in particolare per la funzione di backstop. Tutti i Paesi dell'area euro "dovrebbero ratificare con urgenza la revisione del trattato Mes per istituire il sostegno comune del Meccanismo europeo di stabilità al Fondo di risoluzione unico".

Cosa succede se l'Italia non ratifica il Mes

Come emerso nella relazione illustrata durante la riunione dell'Eurogruppo se il trattato di riforma del Mes non viene ratificato da tutti i Parlamenti, l'importo di denaro che il Mes sarebbe in grado di stanziare in caso di crisi finanziaria sarebbe inferiore, di quanto sarebbe altrimenti.

Dunque se il Mes non viene ratificato, i fondi che l'Eurogruppo ha a disposizione per aiutarsi a gestire le difficoltà bancarie non possono essere incrementati.

In buona sostanza il Mes non sarebbe in grado di svolgere un ruolo attivo come potrebbe in caso di difficoltà finanziarie causate da un problema bancario. 

La posizione del nostro Ministro

Come detto, quella del Mes è una storia un po' datata che torna ora prepotentemente d'attualità.

Non solo l'Italia è l'unico Paese a non averlo ratificato, ma in effetti la questione era anche già stata sottoposta al vaglio e al voto del Parlamento. 

Eravamo nel dicembre del 2023 e il documento vide il voto contrario proprio di Fratelli d'Italia e Lega, mentre Forza Italia si era astenuta.

E secondo quanto emerso, Giorgetti al tavolo dell'Eurogruppo ha nuovamente sottolineato che la questione tornerà ancora all'esame del nostro Parlamento lasciando anche intendere che lo scenario non è cambiato rispetto a un anno e mezzo fa:

Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti
Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti

"Il Parlamento è sovrano e che non ci sono i numeri per votare una ratifica".

Le parole di Salvini

Ancora più determinato Matteo Salvini, che ha categoricamente escluso la possibilità:

"Mes? No! Il Parlamento, grazie anche alla posizione ferma della Lega che ha sempre combattuto il Mes sin dai tempi di Monti, ha già respinto il tentativo dell'Ue di metterci questo cappio al collo. Dalla trasformazione in 'salva banche' non avremmo nessun vantaggio perché le nostre banche godono di ottima salute".

"Visto che si insiste a proporre questa modifica che la Lega non ratificherà mai, rispondiamo proponendo di liquidare la quota italiana per riprenderci i nostri quindici miliardi con cui potremmo abbassare le tasse, fare investimenti e aumentare le pensioni, lasciando liberi gli altri di fare quello che vogliono".

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