L’Europarlamento approva la modifica alla Direttiva Habitat: cambia lo status di protezione del lupo
Il nuovo assetto normativo garantirà agli Stati membri maggiore flessibilità nel contenimento e nella gestione delle popolazioni lupine

Con 371 voti a favore, 162 contrari e 37 astensioni, il Parlamento Europeo ha approvato oggi - giovedì 8 maggio 2025 - la proposta della Commissione Ue per modificare la Direttiva Habitat, rivedendo lo status di protezione del lupo in Europa. La decisione allinea la normativa comunitaria agli aggiornamenti della Convenzione di Berna, che ha declassato il lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta”.
Revisione del quadro giuridico
La votazione, preceduta dall'approvazione per alzata di mano della procedura d’urgenza per accelerare l’iter legislativo, rappresenta un punto di svolta nella gestione della fauna selvatica sul continente. Il nuovo assetto normativo garantirà agli Stati membri maggiore flessibilità nel contenimento e nella gestione delle popolazioni lupine, sempre nel rispetto del principio di conservazione soddisfacente della specie.
Nel 1992, anno in cui fu adottata la Direttiva Habitat, il lupo era sull’orlo dell’estinzione in molte aree d’Europa. Oggi, invece, la popolazione supera i 20.000 esemplari, con una presenza ormai consolidata e in crescita anche in aree dove era scomparso da decenni. Questo cambiamento ha spinto le istituzioni europee a rivedere il quadro giuridico, mantenendo comunque la possibilità per ogni Stato di applicare livelli di tutela più restrittivi a livello nazionale.
In Italia reazioni contrastanti
In Italia, il provvedimento ha generato un acceso dibattito politico. Alla Camera dei Deputati la proposta era stata approvata con 144 voti favorevoli, 98 contrari e 20 astensioni. Sostegno anche dalla IX Commissione del Senato, che aveva approvato una risoluzione promossa dal presidente, il parlamentare veneto Luca De Carlo. Il Partito Democratico si era astenuto, mentre il Movimento 5 Stelle aveva espresso voto contrario.
Il Partito Democratico si è astenuto, mentre il Movimento 5 Stelle ha votato contro
Il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato, Giorgio Bergesio (Lega), aveva così commentato:
“Portiamo avanti una battaglia di buonsenso. Il lupo deve restare una specie tutelata, ma gestibile. Le comunità montane vivono una vera emergenza”.
Le reazioni italiane dall'Europarlamento
"La fauna va controllata, l'uomo non è estraneo alla natura, non può permettere che essa si sviluppi senza tenere conto delle necessità umane. Poi ci sono zone in Italia in cui la loro densità è elevatissima e creano danni all'allevamento. C'è bisogno di creare un nuovo equilibrio. Uno degli strumenti per risolvere la situazione è la caccia. Cacciano tutte le specie animali, non vedo perché gli uomini non possano cacciare".
Queste le parole dell'eurodeputato della Lega Roberto Vannacci in merito al voto sul declassamento del lupo al Parlamento europeo di Strasburgo a margine della sessione plenaria. Sempre dalla Lega è intervenuto anche l'eurodeputato della Lega Paolo Borchia.
"La Lega sostiene con convinzione l'abbassamento del grado di protezione del lupo. Non ci sono animali di Serie A e di Serie B. Casi di cronaca dimostrano come ci siano oggettivi problemi di convivenza con attività come l'allevamento. Il contesto è cambiato e serve cambiare anche la normativa. Gli Stati avranno più strumenti per contingentare la diffusione del lupo e le sue conseguenze negative".
Dello stesso avviso anche Sergio Berlato di Fratelli d'Italia.
"Gli Stati membri ora potranno dotarsi di piani di contenimento della diffusione del lupo. Ogni singolo stato avrà la possibilità di mettere in campo questo piano oppure no. L'Italia ha una popolazione di lupi più corposa di tutti gli altri Paesi d'Europa. La loro presenza incontrollata danneggia agricoltura e allevamento. La palla passerà poi alle Regioni per procedere con questo piano".
Sul tema si è espresso anche l'eurodeputato del Südtiroler Volkspartei Herber Dorfmann (Ppe).
"Sto lavorando da anni per questo obiettivo e finalmente avremo questa modifica dello status. C'è un forte conflitto con l'allevamento. C'è bisogno di ristabilire un equilibrio tra la presenza del lupo e le necessità di chi ha animali domestici come capre e pecore".
Visione contraria è invece quella dell'eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra Cristina Guarda.
"Scientificamente questo declassamento non aiuterà a raggiungere gli obiettivi della destra. Noi proponiamo invece di investire nell'attività di prevenzione e cerchiamo di tutelare i fondi per questo scopo. Con questo declassamento la prevenzione agli attacchi agli allevamenti graverà soltanto sulle spalle degli allevatori. I fondi destinati alla prevenzione saranno infatti destinati ad altre specie. Il rischio è quello di lasciare agricoltori senza le risorse necessarie per affrontare questo problema".
Il pressing degli allevatori
Il pressing verso Bruxelles è stato accompagnato anche dalle associazioni di allevatori, che da tempo denunciano i danni provocati dai lupi ai pascoli e al bestiame. In una recente audizione al Senato, Giovanni Dalmasso, presidente di Adialpi e del Conapi, ha parlato di “problemi insostenibili per chi vive e lavora in montagna”.

La direttiva Habitat, adottata nel 1992 quando il lupo era a rischio estinzione, ha richiesto un aggiornamento alla luce dei cambiamenti intervenuti in trent’anni. Il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha già ridefinito lo status della specie, e la modifica alla normativa europea mira proprio ad allinearsi a tale decisione.
Ora che l’Eurocamera ha approvato il testo senza modifiche, il provvedimento dovrà ricevere il via libera formale del Consiglio dell’Unione Europea, ultimo passaggio prima dell’entrata in vigore della nuova classificazione. Si tratta di una decisione che potrebbe segnare un cambio di paradigma nella gestione delle specie selvatiche, con ripercussioni rilevanti per le politiche ambientali, agricole e di conservazione in tutto il continente.