sostituiti da chatbot

Con l'intelligenza artificiale, tempi ancor più duri per chi si occupa di traduzioni da lingue straniere

Luis von Ahn, CEO e co-fondatore di Duolingo, ha presentato questa nuova direzione come una scelta necessaria per affrontare le sfide del futuro

Con l'intelligenza artificiale, tempi ancor più duri per chi si occupa di traduzioni da lingue straniere
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Duolingo, la piattaforma di apprendimento linguistico più popolare al mondo, sta vivendo una trasformazione strategica profonda. L’azienda ha annunciato l’intenzione di diventare “AI-first”, ovvero orientata principalmente all’intelligenza artificiale, e di ridurre gradualmente il ricorso a lavoratori a contratto per attività che possono essere gestite da sistemi automatizzati. Un cambiamento che punta a ottimizzare i processi e potenziare l’efficienza, con buona pace dei collaboratori esterni in carne e ossa.

Il settore delle traduzioni, aveva già subito pesanti batoste in seguito alla diffusione di strumenti come Google Translate e DeepL, con l'avvento dell'intelligenza artificiale rischia di sparire in via definitiva, o forse di doversi riconvertire al più presto.

Duolingo diventa “AI-first”: via i collaboratori esterni per compiti automatizzabili

Luis von Ahn, CEO e co-fondatore di Duolingo, ha presentato questa nuova direzione come una scelta necessaria per affrontare le sfide del futuro. Secondo lui, limitarsi a piccoli aggiustamenti su strutture pensate per l’intervento umano non è più sufficiente. Serve ripensare a fondo il modo in cui si lavora, sfruttando appieno le potenzialità dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è "liberare i dipendenti dalle attività ripetitive e dare loro spazio per concentrarsi su compiti più creativi, strategici e ad alto valore aggiunto".

Nella pratica, i collaboratori esterni che si occupano di compiti automatizzabili saranno sostituiti.

Duolingo diventa “AI-first”: via i collaboratori esterni per compiti automatizzabili
Duolinguo diventa AI First

L’AI accelera la produzione dei contenuti

Uno dei principali vantaggi portati dall’AI riguarda la velocità nella creazione dei contenuti didattici.

“Per insegnare bene, abbiamo bisogno di produrre enormi quantità di contenuti,” ha spiegato von Ahn. “Farlo manualmente non è scalabile. Una delle migliori decisioni che abbiamo preso di recente è stata sostituire un processo lento con uno supportato dall’AI.” In questa visione, l’uso dell’intelligenza artificiale non è solo un miglioramento tecnico, ma un passaggio fondamentale per rendere l’istruzione linguistica davvero accessibile su larga scala.

L’adozione dell’AI porterà anche allo sviluppo di strumenti finora irrealizzabili. Tra le novità in arrivo c’è ad esempio la funzionalità di Video Call, pensata per offrire esperienze di apprendimento comparabili a quelle con un tutor umano esperto. Nonostante il processo richiederà tempo, von Ahn è convinto che non si possa attendere la perfezione tecnologica prima di agire: innovare è una necessità, non un’opzione.

Una revisione del modello occupazionale

In parallelo, Duolingo rivedrà il proprio approccio all’impiego di collaboratori esterni. Il piano prevede la riduzione graduale dell’utilizzo di contrattisti per mansioni automatizzabili, segnando una svolta significativa nella gestione delle risorse umane. L’adozione dell’AI diventerà sempre più centrale anche nei criteri di assunzione e nelle valutazioni delle performance interne.

Von Ahn ha voluto rassicurare il team, ribadendo che l’azienda continuerà a valorizzare il talento umano.

“Non si tratta di sostituire i Duos con l’AI. Si tratta di eliminare i colli di bottiglia per permettere a chi è già con noi di fare di più, meglio.”

Duolingo si avvia verso un futuro in cui l’intelligenza artificiale avrà un ruolo sempre più centrale. Con questa svolta strategica, l’azienda si prepara a consolidare la propria leadership nel settore ed espandere il proprio impatto nel mondo.

Un settore in crisi già da tempo

Allargando lo sguardo, il settore delle traduzioni, aveva già avvertito le prime fragilità con l'avvento (ed il perfezionamento) di strumenti come Google Translate e DeepL, capaci di sostituirsi al lavoro umano.

L'intelligenza artificiale rischia di dare il colpo fatale a questi lavoratori? Una risposta assoluta è impossibile da fornire, ma ci sono alcuni importanti "appigli". Se è vero, dati alla mano, che nel 2022, il mercato globale delle traduzioni automatizzate ha raggiunto i 5 miliardi di dollari, con una crescita del 19% rispetto al 2021, la qualità resta un punto critico: la traduzione automatica spesso fallisce in contesti culturali e settoriali specifici.

Un traduttore umano comprende le sfumature culturali, idiomatiche e sociali del testo, difficili da cogliere per una macchina. Ambiti come il legale, il medico e il tecnico richiedono una conoscenza approfondita della terminologia e della materia, nonché la capacità di interpretare correttamente il significato e il contesto. Qui il fattore umano fa ancora la differenza.

Ed è in questo scenario, che si inscrive anche la previsione di Bill Gates, secondo il quale, in meno di un decennio, l’umanità potrà lavorare appena due giorni alla settimana.

Duolinguo diventa “AI-first”: via i collaboratori esterni per compiti automatizzabili
Bill Gates

Grazie, ovviamente, all’intelligenza artificiale. Al ritmo attuale dell’innovazione, il padre di Microsoft prevede che gli esseri umani non saranno più necessari per la maggior parte delle cose, e quindi sarà presto necessario ripensare il concetto stesso di lavoro. Gli uomini potrebbero, dunque, assurgere a un ruolo di controllo finale, grazie alla loro capacità di leggere sfumature rispetto ad una macchina.

Resta un nodo fondamentale: e gli stipendi?

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