Germania: AfD dichiarato partito "di estrema destra". Cosa succede ora
La nuova classificazione avrà importanti conseguenze operative per i servizi segreti tedeschi. Non tarda intanto la reazione della stessa AfD

L’Ufficio federale per la Protezione della Costituzione della Germania (Bundesamt für Verfassungsschutz, BfV) ha ufficialmente classificato il partito Alternative für Deutschland (AfD) come organizzazione di estrema destra. Si tratta di una svolta non da poco per la politica tedesca: è la prima volta che l'intero partito viene etichettato in questo modo, superando la precedente classificazione di "caso sospetto" di estremismo.
"AfD incompatibile con ordine democratico liberale"
Fino a oggi, solo alcune sezioni regionali del partito – in Turingia, Sassonia e Sassonia-Anhalt – e l’organizzazione giovanile erano state riconosciute come estremiste. Ora, invece, il BfV estende questa valutazione all’intero partito a livello federale, sostenendo che la concezione prevalente dell’AfD è "incompatibile con l’ordine democratico liberale"e "basata sull’etnia e sull’origine". Il verdetto è chiaro: il partito "ignora il rispetto della dignità umana" e promuove una visione etnica della cittadinanza che esclude i tedeschi con background migratorio, in particolare musulmani.
Il rapporto del BfV, che conta oltre mille pagine e non è ancora stato pubblicato integralmente, sostiene che AfD mira a limitare i diritti fondamentali di interi segmenti della popolazione. Tra le prove a supporto, le dichiarazioni dei leader, le posizioni programmatiche e la recente inchiesta che ha rivelato la partecipazione di esponenti del partito a un incontro segreto con membri di movimenti neonazisti per discutere un piano di espulsione di massa di stranieri e cittadini tedeschi di origine straniera.
La reazione dell'AfD: "Decisione politica"
La reazione dell’AfD non si è fatta attendere. I due portavoce del partito, Alice Weidel e Tino Chrupalla, hanno definito la classificazione “diffamatoria” e annunciato ricorsi legali. Il vicepresidente Stephan Brandner ha dichiarato che si tratta di una “idiozia politica” e ha accusato il BfV di agire su mandato dei partiti di governo per screditare l’unica forza di opposizione reale. “Una misura ingiusta era da aspettarsi”, ha aggiunto.

Nonostante le accuse, la ministra dell’Interno uscente Nancy Faeser (SPD) ha ribadito che la valutazione è stata effettuata in totale indipendenza. “Non c’è stata alcuna influenza politica”, ha affermato, sottolineando il dovere del BfV di proteggere la democrazia e monitorare i movimenti che la minacciano.
Cosa succede ora?
La nuova classificazione ha importanti conseguenze operative. I servizi segreti interni potranno ora intensificare le misure di sorveglianza contro il partito: intercettazioni telefoniche, monitoraggio di riunioni, uso di informatori e raccolta di prove saranno facilitati dalla rimozione di alcune restrizioni che vigevano con la precedente etichetta di "sospetto".

Inoltre, si apre ora la discussione su un possibile divieto del partito. Sebbene la decisione del BfV non comporti automaticamente lo scioglimento dell’AfD, la classificazione come estremista è un prerequisito fondamentale per richiedere la messa al bando alla Corte Costituzionale di Karlsruhe. Il Bundestag, il Bundesrat o il governo federale possono avanzare tale richiesta, ma il percorso è complesso e pieno di ostacoli giuridici: in passato la Corte ha rigettato richieste simili, anche contro partiti neonazisti più piccoli.
Il cancelliere uscente Olaf Scholz ha invitato alla cautela: “Non bisogna procedere in fretta e furia”, ha dichiarato. Sulla stessa linea la ministra Faeser: “Non esiste alcun automatismo. Ma nulla può essere escluso”. Il leader della CSU Markus Söder, invece, ha definito la decisione del BfV “la sveglia finale” e ha ribadito l'importanza di mantenere un "cordone sanitario" contro AfD, rifiutando qualsiasi tentativo di normalizzazione.
AfD forte nei sondaggi ma isolato politicamente
La decisione arriva in un momento in cui l’AfD è in ascesa nei sondaggi, con il 26% delle preferenze secondo l’ultimo rilevamento dell’istituto Forsa, superando i socialdemocratici e avvicinandosi all’Unione Cristiano-Democratica (CDU/CSU). Alle ultime elezioni federali aveva ottenuto il 20,8%, classificandosi secondo, ma è stato escluso da ogni coalizione di governo a causa del suo profilo ideologico.
Nonostante il consenso crescente in alcune aree, l’AfD resta politicamente isolato: nessuno degli altri partiti rappresentati al Bundestag è disposto a collaborare con la formazione di Weidel e Chrupalla. Il rischio, tuttavia, è che la nuova designazione possa rafforzare la narrativa vittimista del partito e consolidarne il sostegno tra gli elettori più radicali.