In Canada vincono i liberali, ma ora anche i conservatori arrivati secondi sono contro Trump
Il premier confermato Mark Carney: "L’America vuole la nostra terra, le nostre risorse, la nostra acqua. Ma questo non accadrà mai”

In un'elezione segnata più dalla politica estera che da quella interna, il Canada ha deciso. E contro ogni pronostico, hanno vinto i liberali guidati dal premier Mark Carney, successore da poco più di un mese del dimesso Trudeau che Trump definì "doppia faccia".
Resta tuttavia l’incognita se il presidente riuscirà a formare un governo di maggioranza per il quale servono almeno 172 seggi o se dovrà optare per un esecutivo di minoranza. Sconfitti i conservatori di Pierre Poilievre.
In Canada vincono i Liberali e perde Trump
Il presidente americano ha infiammato la campagna elettorale canadese con le sue dichiarazioni a dir poco esplosive, come quando ha affermato che il Canada è il 51esimo stato degli Usa.
Una provocazione che ha avuto un effetto boomerang. L’opinione pubblica canadese si è mobilitata contro l’ingerenza americana, spingendo milioni di elettori – ben 7.3 milioni, cifra record – a votare in anticipo via posta.
Le accuse di Trump, i dazi e la retorica espansionista hanno scatenato una reazione patriottica che ha favorito i liberali e travolto l'opposizione che si è dissociata dalle minacce statunitensi, ma era molto vicina in passato al Tycoon.
La gioia del presidente Carney in un post su X: "Uniti costruiremo un Canada forte".
Thank you, Canada.
Our strength lies in our resolve to work together. United, we will build Canada strong. pic.twitter.com/uN6h4LUAEP
— Mark Carney (@MarkJCarney) April 29, 2025
I Conservatori erano dati per favoriti
Soltanto fino a pochi mesi fa, i conservatori erano dati per favoriti. Poilievre puntava tutto sulla stanchezza dell’elettorato nei confronti del governo Trudeau segnato da inflazione, crisi immobiliare e un’immigrazione in crescita.
Ma la polarizzazione portata da Trump ha cambiato tutto. I conservatori, già indeboliti da una passata vicinanza con il presidente statunitense, si sono trovati nella scomoda posizione di doversi dissociare senza perdere la propria base.
Il loro slogan “Canada First”, chiaramente ispirato al “America First” trumpiano, si è trasformato in un’arma a doppio taglio.
Il premier Carnery: "Rapporto con Usa finito"
Mark Carney, ex governatore della Banca centrale canadese, ha saputo cavalcare l’ondata di indignazione nazionale, proponendosi come difensore della sovranità e dell’economia del Canada.
La sua campagna elettorale è stata una dichiarazione di guerra politica ai dazi americani e alle minacce di annessione. Nel suo discorso della vittoria, Carney è stato chiaro.
“Il nostro vecchio rapporto con gli Stati Uniti è finito. L’America vuole la nostra terra, le nostre risorse, la nostra acqua. Ma questo non accadrà mai”.
Aperto comunque al dialogo
Parole dure, che riflettono un cambio di paradigma nei rapporti tra Ottawa e Washington. Eppure, Carney ha anche aperto alla possibilità di un dialogo con Trump.
“Quando mi siederò con Trump, saremo pienamente consapevoli di avere molte altre opzioni per costruire prosperità per tutti i canadesi. Combatteremo con tutte le nostre forze per ottenere il miglior accordo per il Canada”.
Poilievre: "Minacce irresponsabili di Trump"
Anche Poilievre, nel suo discorso di sconfitta, ha assunto un tono sorprendentemente unitario, promettendo collaborazione con Carney per affrontare “le minacce irresponsabili di Trump”.

Un netto cambio di rotta per un leader che fino a poco tempo fa veniva accusato di troppa compiacenza verso Washington. Il voto ha dunque prodotto un risultato che va oltre la vittoria dei liberali, ha riaffermato un’identità nazionale forte che non intende piegarsi alle pressioni del vicino.