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FAI: cinquant’anni di tutela del patrimonio culturale, Mattarella celebra il valore della memoria

Al Quirinale, il Presidente della Repubblica incontra il FAI per celebrare mezzo secolo di impegno nella salvaguardia dell’arte, della storia e del paesaggio italiani

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FAI: cinquant’anni di tutela del patrimonio culturale, Mattarella celebra il valore della memoria
Presidente Mattarella con Marco Magnifico

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accolto al Quirinale una delegazione del FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano, guidata dal Presidente Marco Magnifico, in occasione dei cinquant’anni dalla fondazione della prestigiosa istituzione. Un incontro ricco di significato, che ha rinnovato il legame tra la salvaguardia del patrimonio culturale e l’identità del Paese.

FAI: cinquant’anni di tutela del patrimonio culturale, Mattarella celebra il valore della memoria
Presidente Mattarella con Marco Magnifico

FAI: cinquant’anni di tutela del patrimonio culturale, Mattarella celebra il valore della memoria

Il FAI nacque nel 1975, grazie alla lungimiranza di Giulia Maria Crespi, Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli. I fondatori intravidero nella difesa del patrimonio artistico, storico e naturale un mezzo fondamentale per rafforzare la coscienza civica degli italiani e il loro radicamento al territorio. Cinque decenni dopo, quella visione si è trasformata in una solida realtà: il FAI è oggi un presidio culturale capillare, capace di unire istituzioni e cittadini nella missione di proteggere un'eredità viva, da trasmettere alle future generazioni.

FAI: cinquant’anni di tutela del patrimonio culturale, Mattarella celebra il valore della memoria
Giulia Maria Crespi

L'attività del Fondo, infatti, ha permesso il recupero e la restituzione alla collettività di oltre 70 luoghi emblematici in tutta Italia, attraverso un lavoro capillare, sostenuto da un volontariato appassionato e da una partecipazione popolare sempre crescente.

Nel suo intervento, il Presidente Mattarella ha espresso gratitudine e ammirazione per il lavoro svolto:

"Ringrazio il Presidente Magnifico per il suo impegno e per le riflessioni che ha condiviso", ha dichiarato. Ha poi sottolineato come il FAI rappresenti un esempio virtuoso di tutela e valorizzazione dei tesori d'arte, natura e storia del nostro Paese, attraverso un’opera che non si limita al restauro, ma punta a “rianimare” i luoghi, restituendo loro quello spirito intrinseco che Benedetto Croce, promotore della prima legge italiana sul paesaggio del 1922, considerava fondamentale per la vitalità delle comunità.

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Delegazione Fai al Quirinale

Mattarella ha ricordato anche il contributo di Elena Croce, figlia del filosofo, tra i pionieri dell’impresa che ha dato vita al FAI, ispirandosi a modelli internazionali di successo come il National Trust britannico. Dal primo intervento a Cala Junco, sull’isola di Panarea, passando per il restauro del Monastero di Torba, il cammino del FAI è stato scandito da una lunga serie di recuperi che oggi parlano della capacità italiana di proteggere e valorizzare la propria memoria storica.

"Con milioni di partecipanti alle Giornate FAI di Primavera e d'Autunno – ha proseguito il Capo dello Stato – il Fondo è diventato una grande impresa culturale e sociale, capace di organizzare l'impegno di esperti, storici dell'arte e volontari, tutti mossi dalla passione per la bellezza e la cultura, risorse fondamentali per la crescita della nostra società".

Mattarella ha inoltre sottolineato il legame profondo tra il rispetto del paesaggio, la memoria storica dei luoghi e la vitalità delle comunità locali, evidenziando come questo impegno sia particolarmente cruciale per la rinascita dei piccoli centri, delle aree interne e delle isole minori, spesso impoveriti da decenni di spopolamento.

"Il FAI – ha concluso – compie un’opera eccellente di ricucitura tra passato e futuro. Non si tratta di imbalsamare il territorio, ma di renderlo risorsa viva per la comunità, mantenendo intatta la memoria sociale dei luoghi, indispensabile per la coesione delle comunità stesse".

Anche Marco Magnifico, nel suo discorso, ha ribadito la missione della Fondazione: non solo proteggere beni materiali, ma difendere il paesaggio e il patrimonio storico dalle minacce contemporanee. Ha espresso preoccupazione per le proposte legislative che mirano a ridimensionare il ruolo delle Soprintendenze, e ha messo in guardia sui rischi di una transizione energetica che potrebbe, in nome dell’ambiente, compromettere irreparabilmente la qualità del paesaggio.

"Proteggere il clima senza tutelare il paesaggio – ha affermato Magnifico – significherebbe tradire l’anima stessa dell’Italia".

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