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Novità al Museo Lamborghini, al via una nuova esposizione fotografica

Si chiama “The Industrial Perspective” e presenta immagini inedite della manifattura Lamborghini e scatti realizzati in altre aziende italiane

Novità al Museo Lamborghini, al via una nuova esposizione fotografica
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Novità al Museo Lamborghini: la struttura di Sant’Agata Bolognese nel 2024 ha registrato un record di 172.000 visitatori, con un incremento del 26% rispetto al 2023. Dopo il successo delle celebrazioni per il 60° anniversario e della mostra “Dreamaway – Lamborghini through the eyes of the world” inaugurata nel 2024 con opere d’arte ispirate all’heritage Lamborghini, il Museo rafforza ulteriormente il suo legame con il mondo dell’arte con la nuova esposizione fotografica monografica “The Industrial Perspective” dell’artista italiana Lucrezia Roda. La mostra, che si inserisce anche nel calendario delle iniziative promosse in occasione del World Art Day il 15 aprile, rappresenta un nuovo capitolo nella narrazione culturale del brand e conferma l’impegno costante del Museo nel valorizzare il dialogo tra arte, industria e territorio.

Novità al Museo Lamborghini

Fotografa classe 1992 con una formazione in fotografia teatrale, Lucrezia Roda ha portato il suo approccio scenografico nell’universo industriale, rendendolo il fulcro della sua ricerca visiva. La mostra, allestita accanto alle vetture più iconiche della Casa di Sant’Agata Bolognese e che popolano il Museo, guida i visitatori in un viaggio immersivo attraverso ambienti industriali spesso inaccessibili, con immagini inedite della Manifattura Lamborghini tratte dalla serie “Inside Lamborghini” (2023), affiancate da una selezione di scatti realizzati in altre importanti aziende italiane.

Accostamenti cromatici e semantici

La narrazione visiva si costruisce proprio su questi accostamenti cromatici e semantici, che mettono in relazione l’universo Lamborghini con altri mondi produttivi, generando connessioni inaspettate tra forme, luci, texture e atmosfere. Il dialogo tra le immagini crea una tensione visiva capace di esaltare, per contrasto o affinità, la singolarità dei luoghi ritratti mentre il titolo di ogni opera ne evoca il senso. Le superfici dei materiali rese materiche, le cromie messe in risalto dallo sguardo dell’autrice e la composizione rigorosa delle inquadrature si combinano in un linguaggio visivo che racconta identità, funzione e bellezza. Ogni fotografia si lega all’altra per assonanza o dissonanza, costruendo un racconto che va oltre le sole immagini e invita lo spettatore a osservare il paesaggio industriale con nuovi occhi.

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