I Comuni che hanno annullato il 25 Aprile
Il Governo ha chiesto "sobrietà", qualcuno l'ha presa alla lettera...

Il Governo ha chiesto "sobrietà" in occasione del lutto per la morte di Papa Francesco riferendosi alle celebrazioni per il 25 Aprile. E nelle ore precedenti l'ottantesimo anniversario della Liberazione molte Amministrazioni comunali hanno eliminato parte delle celebrazioni, e in alcuni casi tutte le manifestazioni.
Insomma, quest'anno la polemica è servita ancora prima della data prevista.
I Comuni che hanno annullato il 25 Aprile
Che sia vero rispetto per il lutto o una "scusa" per annullare le celebrazioni è difficile a dirsi. Fatto sta che sono numerosi i Comuni "protagonisti" del 25 Aprile senza festeggiarlo, o quasi.
Uno dei primi casi è Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, che ha vietato musiche e canti. Insomma, un 25 Aprile senza "Bella ciao".
Sempre in Lombardia, ma in provincia di Brescia celebrazioni annullate a Ono San Pietro e Cividate Camuno, entrambi guidati da giunte di Centrodestra.
Discorso diverso, sempre nel Bresciano, per Maclodio, che da anni non celebra il 25 Aprile per scelta del sindaco.
In provincia di Milano, a Legnano, spostato un concerto e alcune manifestazioni, anche se le celebrazioni ci saranno lo stesso.
Ad Ancona, capoluogo delle Marche (guidato dal forzista Daniele Silvetti), a cerimonia sarà effettivamente "sobria": annullati l’accompagnamento bandistico del corteo celebrativo e un concerto.
A Cesena è stato annullato un concerto in teatro, mentre a Pesaro è "saltato" un pranzo “al sacco” con accompagnamento musicale nel piazzale di fronte al Monumento alla Resistenza.
A Piacenza rinviato invece il concerto di liscio in piazza Cavalli.
Succede anche nei Comuni di Centrosinistra
Fa rumore la scelta di Ponte San Nicolò, Comune di 13mila abitanti in provincia di Padova, guidato da una giunta di Centrosinistra, che ha annullato un concerto programmato nel cortile del municipio e ha posticipato al 2 giugno (festa della Repubblica) una cerimonia di consegna delle tessere elettorali ai diciottenni.
Sono piovuti insulti e critiche sul sindaco Gabriele De Boni, che si è difeso così:
"La sobrietà l'ho intesa annullando il momento, che deve necessariamente essere gioioso e che prevedeva una profonda riflessione rivolta ai giovani, della consegna delle tessere elettorali alle e ai neodiciottenni e nel concerto pomeridiano che sarebbe stato un evento di festa e allegria, come quel 25 aprile di 80 anni fa.
Detto questo: a chi mi sta dando del fascista, dell'antidemocratico, dell'indegno italiano chiedo di venire il 25 aprile al monumento ai caduti di Ponte San Nicolò e di celebrare con me l'Italia libera e democratica!".
che dovrebbero farlo tutti i sindaci di Italia,finche' non ci sara' una festa della Riappacificazione nazionale in una altra data,finche saranno permessi cortei musiche e balli